Non era seduto dietro una scrivania, sotto i riflettori, non aveva il cerone, né i capelli di plastica, non c’era Bruno Vespa. Aveva il baffetto, i capelli brizzolati e la solita aria da furbetto. Gli occhietti gli brillavano e un po’ il ghigno andava a destra, proprio come accade ogni volta che si sente strafigo. Fa sempre così lui, ma questa volta, come quell’altro con i capelli di plastica, ha perso il senso. . . Per leggere l’articolo completo e per consultare l’archivio del Tacco d’Italia devi registrarti. CLICCA QUI
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