Quando la Puglia sentì parlare per la prima volta di Trans adriatic pipeline, cioè Tap, era il 2008.
Il mensile il Tacco d’Italia pubblicò un’inchiesta firmata da Giuseppe Finguerra sulle arterie del gas che da Oriente sarebbero dovute arrivare in Italia, passando per il Salento. In quell’occasione intervistammo Roberto De Santis, grande stratega, allora, delle politiche energetiche in Italia di multinazionali russe. I progetti di gasdotto sulla carta erano cinque e il pericolo uno solo: compromettere per sempre il delicato equilibrio di una costa fragile e bellissima, quella del mare di Otranto.
Il Tacco negli anni ha contribuito, con il suo servizio di informazione puntuale e libera da ogni pressione, anche economica a formare un’opinione pubblica consapevole dei propri diritti. Abbiamo rinunciato alla pubblicità offertaci da Tap, che in un primo momento avevamo pubblicato. Sono nati numerosi movimenti civici di tutela del territorio e della costa e di dissenso verso le scelte energetiche del governo centrale, affatto rispettose della vocazione dei territori e delle scelte dei cittadini. Abbiamo scoperchiato un sistema politico-economico basato sulla ricerca del consenso prezzolato, sulla manipolazione della stampa, sull’elargizione di emolumenti a disposizione di sagre di paese, associazioni, campagne elettorali. Abbiamo illuminato zone d’ombra da Bari a Roma a Bruxelles, passando per Ginevra.
Con un unico obiettivo: consentire alle cittadine e ai cittadini del Salento di crearsi la propria idea liberamente sui fatti che accadono intorno a loro. E possibilmente, fare in modo che il mare più bello d’Italia rimanga tale.
“Gasdotti nel mare di Otranto” (n. 48 – Giugno 2008)
“Trivelle e gasdotti al largo di Otranto” (n. 88 – Dicembre 2011)
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