Non datecela a bere

La Puglia, in particolare il Salento, è una terra assetata. L’acqua distribuita dall’Acquedotto pugliese, la rete idrica pubblica più antica e lunga in Europa, si perde per strada. Quella che arriva nelle case, contiene una percentuale di nitrati tra le più alte in Italia, così come la tariffa che pagano i cittadini per averla: la più alta della nazione. La pagano cara, ma non la bevono. Sono i più spreconi e quelli che comprano più acqua in bottiglia. L’acqua arriva da alcuni fiumi, anche fuori regione e dai pozzi artesiani. L’inquinamento ambientale dell’aria (diossine) e del terreno (pesticidi) e della falda acquifera sotterranea, causato tra l’altro dall’interramento di rifiuti tossici e speciali e da reflui industriali smaltiti dalla sacra corona unita anche nei pozzi di emungimento, rischia di compromettere la potabilità dell’acqua. Il Tacco su questo tema ha un alert costantemente acceso. Perché acqua e aria pulita, qui, rischiano di diventare beni di lusso e non più bene comune.

 

“Non datecela a bere” (n. 37 – Giugno 2007)