Chi siamo

Storia de “il Tacco d’Italia”

 

Fondato e diretto da Maria Luisa Mastrogiovanni (detta Marilù), il primo numero del Tacco d’Italia è uscito nella sola città di Casarano (Le) nel marzo del 2004, posizionandosi in una nicchia non coperta da alcun giornale regionale: il magazine d’inchiesta. Mese dopo mese, senza mai saltare un’uscita, il Tacco d’Italia ha ampliato la sua diffusione, prima alla provincia di Lecce, poi a tutto il Salento geografico, fino ad essere distribuito in tutta la Puglia fino alla fine del 2011.

Sin dal 2005 il giornale è uscito anche su internet sottoforma di quotidino online. Anche il sito ha suscitato da subito l’interesse dei lettori, conquistando via via una certa autonomia rispetto al mensile. Nel 2011 la decisione di interrompere le uscite della rivista cartacea e puntare esclusivamente sull’informazione online, anche con servizi video (web tv).

 

Nei sette anni di vita del giornale cartaceo, Il Tacco d’Italia ha avuto una tiratura media di 5.000 copie e una formula unica per il territorio, che ha fatto convivere le inchieste giornalistiche con la satira al vetriolo delle illustrazioni e delle copertine, dando spazio a giovani promesse del giornalismo e del mondo artistico pugliese. Distribuito in edicola e nelle principali librerie pugliesi, è arrivato a raccogliere attorno alla sua linea editoriale il consenso di quasi 3.000 abbonati (nel suo picco massimo): il 40% nel basso Salento, il 30% a Lecce e nord Salento, il 20% in Puglia, il 10% in Italia e all’estero.

 

IL MENSILE – MONOGRAFIA

Dal 2004 al 2011 ogni mese Il Tacco d’Italia è uscito dedicando la copertina ad un’inchiesta investigativa.

Sono decine le inchieste che hanno lasciato il segno.

QUI L’ARCHIVIO STORICO (NON ANCORA COMPLETO)

Alla redazione composta da giovani giornalisti, hanno fatto da “Controcanto”, nell’omonima rubrica, grandi nomi del giornalismo italiano e pugliese e dal 2005 il sito vetrina del mensile si trasforma in quotidiano on line, uno dei primi di Puglia.

 

LA DIRETTORA

Marilù Mastrogiovanni, docente di Giornalismo web e social: “Sin da bambina ho sognato di fare la giornalista e lo sono diventata da free lance, consumando le scarpe e macinando collaborazioni con le principali testate italiane ed estere, della carta, del web, della tv. Spulciare la carte, mettere in fila i fatti, conquistare la fiducia delle fonti, tutelarle in quanto persone, trovare la chiave di lettura per raccontare cose complesse in modo semplice, riconoscere una notizia anche in un numero: queste le uniche doti che mi riconosco. Per il resto, guardandomi indietro e vedendo le tante cose che ho fatto, non mi sembra di esserne stata io l’artefice. Perciò, ai giovani futuri colleghi dico sempre di crederci fino in fondo. Di avere coraggio, di essere audaci e visionari. Con loro sperimento forme innovative per raccontare in modo futuristico ma onesto la verità dei fatti. Come cerco di fare da anni sul Tacco d’Italia, giornale che ho fondato e che dirigo”.

 

L’EDITORE

Il Tacco nasce come testata giornalistica registrata, editata e diretta da Marilù Mastrogiovanni in qualità anche di imprenditrice individuale (la ditta si chiamava Nerò Comunicazione). Nel 2010 la ditta di Mastrogiovanni si trasforma in cooperativa di giornalisti (Idea Dinamica scarl), composta dai giornalisti che fanno il giornale.

Nel 2011 la carta cede il passo al digitale: le inchieste si trasferiscono on line, aumenta la periodicità delle uscite, che diventano settimanali, mentre la redazione rafforza l’organizzazione per reggere il “tempo reale” richiesto dal quotidiano.

 

IL RAPPORTO CON I LETTORI

Dal 2005 il Tacco d’Italia sperimenta, tra i primi in Italia, il rapporto diretto e senza filtri con i lettori.

I commenti vengono pubblicati in tempo reale e senza censura. Sono numerose le inchieste che nascono a seguito di segnalazioni pubbliche da parte dei lettori.

 

FINANZIAMENTI

Il Tacco d’Italia non ha mai beneficiato di finanziamenti pubblici. Si è retto sul successo di vendite e sugli inserzionisti: aziende private, enti e Istituzioni pubbliche che hanno deciso di investire su un giornale scomodo, riconoscendone l’alto valore democratico.

Fermo dal 14 ottobre 2014 al maggio del 2016 a causa di un violento attacco hacker che ne ha compromesso la piattaforma, ritorna on line con una veste completamente rinnovata, nuove rubriche, una piattaforma integrata con i social network ma il solito vizio di sempre: onorare l’articolo 21 della Costituzione italiana.