
Ma a quali europarlamentari non piace? In fondo trovate i nomi. 110 miliardi di euro è il giro d’affari stimato delle mafie in Europa. Con la nuova banda dati che sarà gestita dall’Agenzia europea sulla sicurezza si schederanno i condannati per mafia, anche di paesi terzi e apolidi
Il crimine organizzato minaccia la sicurezza d’Europa: più delle crisi migratorie ed economiche, possono le mafie. È questa la conclusione cui si è giunti alla fine dei lavori della Conferenza dell’Aia, svoltasi a metà aprile e programmata congiuntamente da Europol (l’Agenzia europea di cooperazione tra le polizie) e Dia (Direzione investigativa antimafia).
La criminalità organizzata che colpisce l’Ue è estremamente diversificata. Si va dai grandi gruppi “tradizionali” a quelli più piccoli, passando per le reti supportate da singoli criminali che collaborano spontaneamente. In prima linea, da combattere, la mafia albanese, le mafie dell’Est Europa e quelle italiane.
Giuseppe Governale, capo della Dia, ha affermato che cosa Nostra, la ‘ndrangheta e la camorra sono ancora le organizzazioni più radicate e pericolose, ma ha aggiunto che il problema è esteso ben oltre questi attori principali
È una questione che interessa l’intera Europa e coinvolge anche gruppi di origine asiatica, africana e sudamericana che sono riusciti a mettere su un giro d’affari di 110 miliardi di euro. Negli ultimi anni, la criminalità organizzata non ha smesso di evolversi: molti gruppi sono particolarmente flessibili e mostrano una grande adattabilità dei loro metodi operativi a interi modelli di business e ai cambiamenti ambientali. I sodalizi – con la diversificazione e l’evoluzione continua della natura delle loro attività – hanno assunto un carattere sempre più transnazionale. E per fronteggiare la minaccia, le istituzioni dell’Unione Europea e gli Stati membri hanno spesso dibattuto circa l’urgenza di organizzare un più efficace scambio di informazioni. Il sistema europeo “Ecris” sui casellari giudiziari – istituito nel 2012 – si è di conseguenza potenziato, diventando “Ecris – Tcn” (qui la direttiva della modifica).
Nel marzo 2019, l’Unione ha deciso di migliorare le modalità di interazione tra gli Stati in materia di sicurezza creando una nuova banca dati centralizzata e aggiornata sulle condanne a carico di cittadini di Paesi terzi e apolidi; un sistema in cui, materiale di scambio, per via elettronica, sono le informazioni contenute nei registri dei casellari giudiziari nazionali, comprese le impronte digitali.
Si tratta della “schedatura” di milioni di cittadini, una sorta di “Grande Fratello” che però, come vedremo, ha generato critiche (e voti contrari) da parte di alcuni europarlamentari
La riforma si è resa necessaria in quanto, come recita il regolamento che istituisce il nuovo sistema, “il quadro giuridico di ‘Ecris’ non rispondeva sufficientemente alle caratteristiche delle richieste riguardanti cittadini di Paesi terzi. Sebbene sia già possibile scambiare informazioni, manca una procedura o un meccanismo comune dell’Unione che consenta di farlo in modo efficace e rapido”. Il nuovo sistema “Ecris –Tcn”, che sarà gestito dall’Agenzia europea sulla sicurezza (Eu – Lisa) consentirà la raccolta dei dati di identità di tutti i cittadini di Paesi terzi che abbiano subito condanne penali in un qualsiasi Stato dell’Unione e includerà i dati relativi ai cittadini con doppia nazionalità, per garantire che le persone che possiedono due passaporti con cittadinanza di un Paese terzo e di uno Stato membro non possano nascondere le condanne a loro carico. A trarne beneficio, secondo le intenzioni degli estensori, i pubblici ministeri e le autorità amministrative impegnate nella lotta a terrorismo e criminalità. Attraverso questo strumento, sarà possibile accedere, con maggiore semplicità, a ragguagli sui precedenti giudiziari di qualsiasi cittadino dell’Ue (o anche di extraeuropei che abbiano risieduto in continente), in modo indipendente rispetto allo Stato membro in cui lo stesso ha ricevuto la condanna. Il Parlamento e il Consiglio hanno concordato che Europol, Eurojust e la futura Procura europea avranno accesso a “Ecris – Tcn”, in aggiunta ai giudici e ai procuratori dei Paesi dell’Ue.
Favorevoli e contrari
Il Parlamento e il Consiglio europeo hanno garantito la messa in campo di “salvaguardie adeguate” al fine di tutelare il diritto alla privacy e regolamentare le modalità di accesso alle informazioni in materia di trattamento dei dati personali. Ma, da più parti, sono state mosse critiche in relazione alla pervasività dello strumento, alla violazione della stessa privacy e alla restrizioni delle libertà civili, barattate dietro il paravento della garanzia di sicurezza. Il Consiglio ha comunque adottato formalmente il regolamento e la direttiva, portando a termine il processo legislativo.
Il regolamento “Ecris – Tcn” è stato approvato con 379 voti favorevoli (+), 170 contrari (-) e 118 astensioni (0). Per prendere visione dell’elenco completo dei parlamentari pro e contro, cliccare qui e scorrere fino a pag. 27 (A8-0018/2018 -Daniel Dalton -Em 104).
Italiani contrari
– Affronte (Verts/ ALE)
– Forenza, Spinelli (GUE/ NGL)
– Cofferati, Paolucci, Schlein (S&D)
Italiani astenuti
– Bettini, Gualtieri, Kyenge, Panzeri, Viotti (S&D)
– Moi (EFDD)
La direttiva è stata approvata con 422 voti favorevoli (+), 130 contrari (-) e 116 astensioni (0). Per prendere visione dell’elenco completo dei parlamentari pro e contro, cliccare qui e scorrere fino a pag. 23 (A8-0219/2016 -Daniel Dalton -Em 35).
Italiani contrari
– Affronte (Verts/ ALE)
– Forenza, Spinelli (GUE/ NGL)
– Bettini, Cofferati, Morgano, Paolucci, Schlein (S&D)
Italiani astenuti
– Bonafè, Caputo, Danti, Ferrandino, Gualtieri, Panzeri, Picierno, Sassoli (S&D)
– Moi (EFDD)