Bimbo di 7 anni deportato: scrive il primario di Pediatria

Il primario del reparto di pediatria dell’ospedale di Scorrano, dove è stato ricoverato il figlio di Maria Assunta Pasca ci ha scritto per il tramite del suo avvocato Tonino Litti, chiedendo di rimuovere il video realizzato dalla madre del bimbo:

(…) “La madre del minore, sig.ra Pasca M. Assunta, ha registrato, con il proprio telefono cellulare, quanto accadeva, riprendendo (e non se ne comprende la ragione…) l’operato del mio assistito, il quale procedeva, diligentemente e professionalmente, a comunicare le prescrizioni per il percorso post ospedaliero del figlio della sig.ra Pasca. (…)

 

Per tale ordine di ragioni, con la presente, mi vedo costretto a diffidarLa, nella suesposta qualità, a rimuovere immediatamente il sopra descritto contenuto audio-video, raccolto e diffuso senza il consenso del mio assistito, dal sito della testata IL TACCO D’ITALIA nonché dal canale Youtube e dal profilo Facebook associati alla medesima testata e, comunque, da qualsivoglia altro canale che consenta la ulteriore diffusione non autorizzata delle riprese effettuate dalla sig.ra Pasca all’interno dello studio primariale dell’U.O. di Pediatria del P.O. di Scorrano (LE)”.

Avv. Tonino Litti

 

 

Egregio dottore, mi rivolgo direttamente a lei sempre senza rendere esplicito il suo nome, perché non è lei oggetto dei fatti che meritano di essere portati alla pubblica opinione.

In questo delicato caso, che abbiamo deciso di rendere noto, perché emblematico di un sistema giudiziario distorto e doppiamente nocivo nei confronti delle donne vittime di violenza e dei loro figli, vogliamo che tutta l’attenzione sia sui fatti, tutelando le persone. Incluso lei.

E’ per questo che abbiamo coperto il suo volto e abbiamo omesso il nome.

Ricostruisco i fatti a beneficio dei lettori: il primario del reparto di Pediatria dell’ospedale di Scorrano (Lecce) ha reso noto a Maria Assunta Pasca, madre di un bimbo di 7 anni, che una comunicazione ufficiale del Tribunale dei minori di Lecce gli aveva intimato di non consegnare, all’atto delle dimissioni, il bimbo alla madre.

Ed è così che la mamma ha saputo che da quel momento non avrebbe più potuto vedere suo figlio, deportato in una casa famiglia dove, su disposizione del Tribunale dei minorenni di Lecce, andrà a vivere col padre violento. Violento verso il bimbo e verso la madre, che lo ha denunciato più volte. Per quelle violenze il padre del bimbo è a processo.

 

Leggete tutto qui

Se il Tribunale consegna il bimbo all’orco

Il bimbo di 7 anni tolto dalla madre e portato in Questura

“Non denunciate la violenza, sennò vi tolgono i figli”, l’urlo di dolore di una mamma

 

Maria Assunta Pasca, registrando quei drammatici momenti, l’ha fatto seguendo le mie indicazioni, come “inviata” del Tacco, benché direttamente coinvolta in prima persona.

Abbiamo iniziato ad interessarci alla vicenda di questa donna da tempo e ne abbiamo tutelato non solo il nome ma anche la città di origine, per proteggere anche il bimbo (come impone la nostra deontologia professionale), fino a che la situazione non è precipitata ed è stato necessario rendere noto il nome della donna.

Grazie a quelle riprese abbiamo potuto documentare un fatto singolare: tutto è stato ripreso da agenti delle forze dell’ordine e senza che la donna avesse autorizzato nulla.

Abbiamo anche potuto documentare un altro fatto: un medico, un primario di un ospedale pubblico, costretto a smistare scartoffie dei tribunali e ad interessarsi di aspetti legali quando invece il suo tempo altamente qualificato dovrebbe essere dedicato integralmente agli aspetti clinici che riguardano i suoi pazienti, non agli aspetti giudiziari che li hanno coinvolti.

Che cosa ha a che vedere il giuramento di Ippocrate con il dare esecuzione ad un decreto di un Tribunale o ad una diffida delle forze di polizia?

Non è lei l’oggetto della nostra campagna di informazione: al contrario noi consideriamo i medici vittime involontarie di un sistema giudiziario che li costringe a notificare in maniera del tutto impropria a delle mamme disperate le disposizioni dei tribunali.

 

Ci chiediamo, al di là della vicenda, se non sia il caso che si faccia tutti insieme, anche a livello nazionale, una campagna di informazione sui temi della qualificazione del ruolo del medico negli ospedali pubblici, per fare in modo che mai più lei o i suoi colleghi siano costretti dall’autorità giudiziaria a sostituirvi ai questurini.

Anche lei è vittima di un sistema sbagliato, a cui tuttavia non poteva sottrarsi.

Anche lei ha dovuto subire la registrazione delle dimissioni da parte di un addetto della questura, perché? Cosa hanno a che vedere quelle registrazioni con la tutela della salute del bimbo e della donna? Che cosa hanno a che vedere quelle registrazioni con il suo lavoro?

 

Su questo caso mi sto scontrando con una serie di assurdità, e questa è una delle tante.

Non rimuoverò il video, perché è giusto che la pubblica opinione sia formata, attraverso l’informazione, sulle conseguenze di una “giustizia ingiusta” verso le donne vittime di violenza che hanno il coraggio di denunciare.

Dobbiamo proteggere le donne e i loro figli, non gli orchi. M.L.M.

 

Per saperne di più:

Se il Tribunale consegna il bimbo all’orco

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