Risonanze magnetiche senza collaudo: Asl Lecce da tre anni le usa sui pazienti

Sanità papers 3. Continua l’inchiesta sulla sanità pubblica nel Salento. Neuroradiologia e Polo Oncologico: due risonanze magnetiche fanno esami senza il collaudo

di Marilù Mastrogiovanni

Le due RM (risonanze magnetiche) acquistate dalla Asl di Lecce funzionano da più tre anni in assenza del collaudo finale (il cosiddetto “collaudo tecnico aministrativo”), obbligatorio per legge.

Ci risiamo.

Nuovo atto del nostro “Sanità papers”, l’inchiesta a puntate che passa al setaccio quello che abbiamo definito “l’armadio della vergogna” (una citazione del compianto Franco Giustolisi), cioè una seria di faldoni e documenti, di interesse pubblico, spariti dagli scaffali della Asl all’indomani del trasferimento dell’ex direttrice sanitaria Silvana Melli.

Quei documenti, rappresentavano il lavoro portato avanti dalla Commissione legalità voluta proprio da Melli, trasferita ob torto collo e rimpiazzata da Ottavio Narracci, che eliminò la Commissione legalità e che oggi agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta della magistratura di Potenza.

I magistrati di Potenza, ricorderete, hanno disvelato uno scambio di favori e una compravendita di funzioni giudiziarie tra pm, medici dirigenti della sanità pubblica e avvocate.

 

DUE RISONANZE MAGNETICHE MAI COLLAUDATE

L’iter per acquistare le due risonanze magnetiche da 1,5 tesla (è l’indicazione della potenza) parte otto anni fa.

Otto anni fa le risonanze da 1,5 tesla erano avveniristiche e metterle a disposizione dei pazienti rappresentava un grande balzo in avanti nella diagnostica precoce di molte patologie e anche nel pronto intervento nei grandi traumi o, per esempio, nei casi di ictus.

Si tratta di un apparecchio che, in molti casi, può fare la differenza tra vivere e morire.

Oggi, dopo otto anni dall’avvio dell’iter, che ancora non s’è concluso, sul mercato ci sono già risonanze da 3 tesla.

Le due risonanze magnetiche acquistate dalla Asl di Lecce oggi sono in funzione presso il reparto di Neuroradiologia dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce, di cui è primario Fernando Antonio Lupo, e presso il Polo oncologico di Lecce, dove per la Radiologia diagnostica è primario Massimo Torsello.

Ebbene, almeno dal 6 febbraio 2015 la Risonanza magnetica presso il Polo oncologico è in funzione senza collaudo, e almeno dal 23 ottobre 2015 è in funzione quella presso il reparto di neuroradiologia.

Da allora entrambi i grandi macchinari hanno esguito migliaia di esami sui pazienti anche in assenza di collaudo finale (il cosiddetto collaudo “Tecnico amministrativo”).

La Asl addirittura ha lanciato un appello a tutti i pazienti obesi per “venire a Lecce” ed eseguire la RM con uno speciale carrello di taglia extra large.

Tutto quanto affermiamo si evince dai documenti in nostro possesso.

In particolare, la delibera 1450 del 10 novembre 2016, ricostruisce tutto l’iter amministrativo che ha portato alla pianificazione prima e all’acquisto poi delle due Risonanze, entrambe di marca Philips.

Come è accaduto per la Pet, anche questo bando da 3.670.941,20 se l’è aggiudicato l’ATI Philips S.p.A -Protecno Impianti Srl.

L’una ha fornito i macchinari, l’altra tutti i servizi necessari per la loro installazione e il funzionamento. Un’accoppiata vincente. Una coincidenza ricorrente.

Philips riesce a vincere a mani basse grandi e piccoli appalti all’interno della Asl di Lecce. E anche quando i macchinari sono identici tra loro, vengono preferiti quelli di Philips, anche se costano il doppio.

L’abbiamo scritto e dimostrato in una inchiesta complessa, pubblicata qui:

Sanità lascia o raddoppia. Da Roma a Lecce la spending rewiew è tutto un quiz

 

IL GRANDE INGHIPPO

Abbiamo detto che l’ATI Philips-Protecno impianti fornisce diversi servizi: l’una il macchinario, l’altra tutti i lavori, le opere murarie e l’impiantistica nescessaria per la sua installazione e il suo corretto funzionamento.

Alla fine di tutto, le opere sono sottoposte a “Collaudo finale” detto anche “Collaudo tecnico amministrativo”. Ed è anche l’unico valido. Nel Codice degli appalti (articolo 124-125) non a caso è definito “atto unico di collaudo tecnico amministrativo”. Su questo aspetto si è già ampiamente espressa ANAC.

Normalmente a partire dalla data del collaudo finale si fa partire il conto alla rovescia per la garanzia. Non essendoci, in caso di malfunzionamento non possiamo sapere se e come la Asl (cioè noi) si potrà rivalere sull’azienda che ha fornito e installato i macchinari.

Non si tratta di due lire: il valore dei beni ammonta a 2.576.836,00 euro; il valore della messa in opera ammonta a 745.841,00 euro. Non essendoci il “collaudo tecnico amministrativo” è impossibile ristabilire i diritti e i doveri, qualora vi fossero problemi o danni a cosa e persone, che hann in buona fede messo la propria vita nelle mani dei signori della Asl.

Quello che viene definito “Collaudo funzionale”, è relativo appunto al funzionamento della macchina: lo stesso tecnico dell’azienda che ha venduto il macchinario (in questo caso Philips) alla presenza dei dirigenti della Asl certifica che la macchina funziona, si accende, si spegne, ecc.

Solo dopo il collaudo finale, definito dal Codice degli appalti “Atto unico di collaudo tecnico-amministrativo” l’Ente pubblico può procedere al pagamento del saldo all’azienda fornitrice.

Mi scuseranno i medici e gli imprenditori per la banalità dell’esposizione, ma è necessario far capire alle persone, ai pazienti in primis e ai loro familiari che cosa accade all’interno delle mura della Asl di Lecce, senza perdersi dietro inutili tecnicismi procedurali.

Il responsabile dei lavori è stato l’ingegnere Carmelo Negro, che ha messo nero su bianco (nella delibera 1450 del 2016), che le due risonanze sono state installate, che funzionano, che sono state consegnate ai reparti (dunque a disposizione dei medici per eseguire gli esami diagnostici) ma che manca il “Collaudo finale” e la necessaria formazione sul personale.

La formazione è parte del capitolato dell’appalto e deve essere garantita da chi l’appalto l’ha vinto.

Cioè: chi vende la macchina deve poi insegnare a guidarla.

Dunque, avendo concluso i lavori, e avendo sottoscritto il documento finale che lo certifica, la palla è passata agli altri firmatari della delibera e ai superiori in grado, che avrebbero dovuto provvedere a nominare il collaudatore, l’ingegnere clinico, e poi a chiudere la pratica con il saldo finale.

Per la precisione, in questa catena di responsabilità, dopo la firma dell’ingegnere Negro, che certifica che le macchine sono state “prese in carico” da Asl, la responsabilità per il collaudo e la formazione sulle macchine, passa direttamente al responsabile unico del procedimento (il RUP), che è l’ingegnere Antonio Leo e al dirigente dell’area gestione tecnica, che era l’ingegner Fiorenzo Pisanello.

Poi, risalendo la catena di responsabilità, troviamo: il direttore sanitario Antonio Sanguedolce, il direttore amministrativo Antonio Pastore, la direttrice generale Silvana Melli, traferita però di lì a poco a Taranto.

Da allora, e sono passati tre anni, il collaudo manca.

Ma la salute del paziente viene compromessa o ci sono dei rischi se ci si sottopone ad una risonanza magnetica non collaudata?

La risposta può essere trovata nell’articolo 3 della Direttiva 42/93:

I dispositivi possono essere messi in servizio se correttamente installati e adeguatamente mantenuti nonché utilizzati secondo la loro destinazione, non compromettono la sicurezza e la salute dei pazienti, degli utilizzatori ed eventuali terzi”.

Non essendoci il collaudo, dunque, semplicemente non ci può essere alcuna garanzia che i pazienti non abbiano corso dei rischi, loro malgrado.

 

 

PS 1:   Prima di pubblicare questa inchiesta, abbiamo chiesto conto al direttore generale e amministrativo Antonio Pastore, al direttore sanitario Rodolfo Rollo, al capo area tecnica Daniele Prete e ai due primari Massimo Torsello e Fernando Antonio Lupo. Non abbiamo ricevuto risposta.

PS 2: Abbiamo commissionato ad un avvocato specializzato in bandi pubbici del settore sanitario di illustrarci quale sia la procedura da seguire nell’acquisto di grandi apparecchiature diagnostiche e che cosa sia un collaudo. Il professionista, che preferisce rimanere anonimo, ci ha fornito una relazione tecnica molto dettagliata che si sintetizza in una riga: il collaudo è uno solo ed è richiesto dalla legge. Senza il collaudo la macchina non può essere aperta al pubblico.

A questo link è possibile leggere la relazione integrale

 

Sanita’ papers 3  //  CONTINUA

Per saperne di più:

Narracci, che cancellò la Commissione sulla legalità della Asl di Lecce

Sesso, viaggi e barche in cambio di favori giudiziari: arrestati PM di Lecce e dirigenti ASL

Sanità lascia o raddoppia. Da Roma a Lecce la spending review è tutta un quiz

Cos’è il collaudo di una grande macchina come la Risonanza Magnetica

One Thought to “Risonanze magnetiche senza collaudo: Asl Lecce da tre anni le usa sui pazienti”

  1. Maria luisa

    Speriamo solo che prendano i giusti provvedimenti
    Grazie

Leave a Comment