Abusi scoperti, sventati, autorizzati. Quando edilizia non fa rima con tutela ambientale
Con 721 infrazioni, 941 persone denunciate e 292 sequestri, la Puglia è terza dopo Campania e Calabria nella classifica nazionale dei reati nel ciclo del cemento perpetrati nell’ultimo anno. E’ quanto emerge dal dossier Ecomafie 2008 pubblicato da Legambiente
Nel dossier Ecomafie 2008, pubblicato da Legambiente, la Puglia è sul podio. La nostra regione è la terza su scala nazionale nella classifica dei reati nel ciclo del cemento perpetrati nell’ultimo anno. Con 721 infrazioni (il 9% del totale italiano), 941 persone denunciate e 292 sequestri, è preceduta solo da Campania (1346 reati) e Calabria (972 reati). La banda del mattone negli ultimi mesi ha dunque rialzato la testa, dopo un declino fatto registrare subito dopo l’abbattimento di Punta Perotti a Bari nell’aprile del 2006. Il mattone selvaggio in Puglia è diffuso ovunque. Il Salento non smentisce la tendenza regionale. Sulla costa o nell’entroterra, in aree più o meno vaste, i crimini ai danni dell’ambiente sono diffusissimi. In molti casi si tratta di progetti di tipo turistico, che spesso hanno grandi estensioni, numerosissimi posti letto ed un target di riferimento medio-alto. Nella maggior parte dei casi tali strutture sono pensate per clienti dai borsellini pieni e dalle esigenze raffinate; a questi offrono servizi di prima classe quali centri benessere, strutture sportive, campi da golf. Prevedendo al proprio interno spazi differenti, questi centri turistici provocano una eccessiva frammentazione dell’area nella quale sorgono, attraggono migliaia di persone con relativi mezzi di trasporto in un territorio caratterizzato da un delicato equilibrio, causano inquinamento, anche acustico e luminoso (la manutenzione dei campi da golf di cui spesso sono dotati, in particolare, richiede un elevato consumo d’acqua, circa due milioni di litri al giorno per un 18 buche). L’economia del villaggio vacanze, inoltre, non porta effettivo beneficio al territorio circostante, in quanto è un’economia “chiusa”, che mira a mantenere il turista nella struttura (molti villaggi sostituiscono addirittura il denaro con fiche da spendere al proprio interno). Ma irregolarità edilizie riguardano anche progetti di minore entità, in molti casi destinati ad abitazioni civili: immobili che sorgono a pochi metri dalla costa o che oltrepassano l’estensione consentita per legge. Individuarli non è sempre semplice. E, anche una volta individuati, è difficile correggerli. In molti casi essi sono sorti in un periodo di “Medioevo” legislativo, gli anni ’80, in cui l’edilizia non era sottoposta a vincoli restrittivi come oggi. Leggi la storia di alcuni ecomostri salentini sul tacco d’Italia di novembre.
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