Cartello della droga Brindisi-Roma: 13 arresti, business da 750mila euro l’anno

Nell’inchiesta Box della Dda della capitale, ruolo di primo piano contestato al brindisino Renato De Giorgi, 53 anni: è ritenuto il fornitore della sostanza stupefacente destinata ai quartieri La Rustica, Ponte di Nona, Acilia e al litorale romano. Ha un passato da contrabbandiere ed è attualmente detenuto in Grecia dove è stato condannato a 15 anni in seguito alla scoperta di 27 chili di cocaina. Indagini partite dalla scoperta di 35 chili di hashish nel garage in uso a un carabiniere

di Stefania De Cristofaro

BRINDISI – Trentacinque chili di hashish trovati in un box a Roma, zona Infernetto, in uso a un ex carabiniere. Quel box è stato il punto di partenza per l’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Roma arrivata sino a Brindisi. Perché a Brindisi, stando all’accusa, c’era il fornitore principale della droga destinata al mercato capitolino, Renato De Giorgi, 53 anni, attualmente detenuto in Grecia e condannato per narcotraffico: un passato da contrabbandiere di bionde, già fondatore dell’associazione culturale “Famiglie fratelli ristretti”, per garantire sostegno economico alle famiglie dei detenuti e un passato recente segnato da un sequestro di beni del valore di due milioni di euro.

IL BLITZ DEI CARABINIERI E L’INCHIESTA DELLA DDA DI ROMA: 13 ARRESTI

A De Giorgi l’ordinanza ottenuta dalla Dda sarà notificata in carcere. Ordinanza di custodia anche per un altro brindisino: Christian Angelo De Santis, 46 anni, finito ai domiciliari in relazione ad alcuni episodi di spaccio. Undici sono i romani coinvolti: Andrea Buonomo 45 anni, Alessandro Corvesi 33, Massimiliano Rasori 42, Simone Ciotoli 40, Daniele Carlomosti 43, Roberta Fittirillo 53 e Riccardo Curti 42, ristretti in carcere, e Alessandro Morelli 42, Roberto Giampa’ 48, Tomas Notari 43 ed Emiliano Alesi 48, ai domiciliari.

L’ordinanza di custodia cautelare è stata firmata dal gip del tribunale di Roma, Alessandro Arturi, a fronte della richiesta del pm datata 22 ottobre 2019. Secondo il giudice per le indagini preliminari l’impianto accusatorio è sostenuto da una trama indiziaria di assoluta consistenza e pregnanza probatoria.

LA SCOPERTA DI 35 CHILI DI HASHISH NEL BOX DI UN CARABINIERE

Quella trama è stata imbastita tra la primavera del 2016 e il 2017, dopo la scoperta di hashish nel box usato da un militare, Modestino Capaccio, avvenuta il 30 aprile 2016. Il carabiniere è stato arrestato, in esecuzione di ordinanza, lo scorso 24 marzo, ma già all’epoca venne allontanato dall’Arma per “gravi comportamenti illeciti durante l’espletamento del servizio”. Le intercettazioni hanno permesso di invididuare un gruppo di italiani stabilmente dediti all’attività di smercio di cocaina, hashish e marijuana, destinate alle piazze di spaccio dei quartieri romani “La Rustica”, “Ponte di Nona”, “Acilia” e del litorale romano.

IL RUOLO CONTESTATO AL BRINDISINO RENATO DE GIORGI E LA CONDANNA IN GRECIA

A monte, è spuntato il nome di De Giorgi, noto alle latitudini brindisine perché ha alle spalle un passato da contrabbandiere di sigarette negli anni in cui Brindisi era diventata Marlboro city. E’ detenuto in Grecia. A Preveza è stato arrestato il 19 marzo 2018 dopo essere stato trovato in possesso di 27 chili di cocaina, in un’altra inchiesta, sfociata nella condanna a 15 anni di reclusione inflitta dalla corte penale di Ioannina (Grecia). Il nome del brindisino, inoltre, era venuto a galla nelle maglie dell’inchiesta Re Mida, coordinata dal Dda di Roma, sul traffico di cocaina e sullo spaccio nel quartiere di Montespaccato.

Nell’inchiesta Box De Giorgi compare assieme all’altro brindisino il 22 marzo 2017, dopo che i carabinieri monitorano la Smart di Corvesi e ascoltano in ambientale le conversazioni. Vengono definite le cessioni di droga in favore di Massimiliano Rasori con la mediazione dello stesso Corvesi, “ad opera di fornitori della Puglia e più esattamente del Salento”, a bordo di una C4 “sotto la regia di Christian Angelo De Santis e Renato De Giorgi” considerati gli “effettivi autori dell’approvvigionamento”.

De Santis, stando quanto accertato dai militari, arriva nella capitale il 20 marzo e alloggia in hotel, per essere presente alla consegna della droga partita dal Salento, una località a Sud di Lecce, alle 5 del 22 marzo, con arrivo previsto le 11.

La sostanza è caricata su un’auto, scortata da un’altra, seguendo la tecnica della staffetta. Nel viaggio non sono previste soste in autogrill per evitare controlli.

Quanto l’auto arriva a Roma, la consegna viene seguita dai carabinieri a distanza. L’11 aprile nella capitale arriva De Giorgi “al fine di riscuotere il credito vantato nei confronti del cessionario, atteso l’ampio superamento del termine di 10 giorni assegnato originariamente assegnato per l’integrale versamento della somma dovuta”, si legge nel provvedimento di arresto. E’ lo stesso De Giorgi a riferire a Corvesi che, allo scopo di indurlo a consegnare la somma, la sera prima Rasori era stato minacciato con una pistola da tale ‘Sergio’. Stando alla ricostruzione dell’accusa, sulla base del contenuto delle intercettazioni, il debito da salvare ammontava a 100mila euro.

I GUADAGNI RICAVATI DAI TRAFFICI ILLECITI: 750MILA EURO NEL 2016

Dalle conversazioni, inoltre, emergono riferimenti all’esigenza di avere una modalità di comunicazione sicura, al riparo da intercettazioni, “come quelle garantite dall’applicazione Pgp, una tecnologia per crittografare messaggi, adottata dall’azienda Blackberry”. E’ De Giorgi – scrive il gip – a sentire questa necessità. In questa circostanza per il giudice resta incerta la quantità della droga e per questo motivo la ricostruzione interpretativa è stata quella di maggiore favore agli indagati.

Che si trattasse di cocaina, lo dice Corvesi parlando di De Giorgi e aggiungendo di aver appreso dal pugliese che, nel corso del 2016, aveva guadagnato 750mila euro, probabile provento dei traffici illeciti.

Sproporzione tra i redditi dichiarati e il patrimonio riconducibile a De Giorgi è alla base del sequestro preventivo antimafia, finalizzato alla confisca, ottenuto dalla Direzione distrettuale antimafia di Lecce. I finanzieri di Brindisi, il 9 dicembre 2020, hanno sequestrato beni del valore di due milioni di euro: 16 immobili, conti correnti, nove auto e due moto, in aggiunta alla tabaccheria nel centro di Brindisi, danneggiata da un ordigno esploso il 17 maggio 2018, e a due terreni, già sotto sigilli dal 20 novembre scorso.

Tutto riconducibile a De Giorgi, lo stesso De Giorgi che nel 2010 tiene a battesimo l’associazione Famiglie fratelli ristretti per aiutare in maniera concreta i detenuti e i loro parenti.

DUE IMPORTAZIONI DI DROGA DALLA CITTA’ SPAGNOLA DI MALAGA E LA PISTOLA DIMENTICATA IN ALBERGO

Nell’inchiesta Boxi carabinieri hanno ricostruito due importazioni di droga dalla città spagnola di Malaga, a mezzo corriere usando nomi di aziende inesistenti. In un’occasione, 53 chili di marijuana erano stati nascosti in 3 congelatori a pozzetto. La scoperta è avvenuta il 16 marzo 2016.

Contestata, inoltre, la disponibilità di armi clandestine. In una intercettazione telefonica, gli indagati romani parlano di una pistola dimenticata sotto al materasso di un hotel della riviera romagnola, dove avevano alloggiato fra il 7 e il 13 agosto 2017.

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