Brindisi, spaccio di cocaina anche in pizzeria: cinque arresti

Nell’inchiesta Strike della Squadra mobile 12 indagati: ruolo di primo piano contestato a Fabrizio Perugino, 37 anni, arrestato in flagranza il 21 aprile.  Dalle intercettazioni, il coinvolgimento di Giuseppe Molendini, 31, titolare dell’attività commerciale, e di altri brindisini. Conversazioni su Telegram nella convinzione di non essere ascoltati: droga nascosta anche nelle piante condominiali e nella spazzatura

 

Di Redazione

 

BRINDISI – Strike degli agenti della Squadra Mobile di Brindisi nelle indagini sull’attività di spaccio di droga, cocaina soprattutto: cinque arresti, due obblighi di dimora, e cinque indagati a piede libero nell’ambito dell’inchiesta sulla rete di cessioni nel centro della città, con il coinvolgimento del gestore di una pizzeria.

IL BLITZ DELLA SQUADRA MOBILE DI BRINDISI: INDAGINI INIZIATE AD APRILE 2020

In carcere è finito Fabrizio Perugino, 37 anni. Ai domiciliari: Francesco Testini, 35 anni;  Giuseppe Molendini, 31; Daniel Borsetti, 27, e Cristian Mela, 39. Misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di residenza, per Damiano Guadalupi, 32, e Massimiliano Livera, 23. A piede libero sono rimasti: Paolo Scarano, 42; Mirco Ferraro, 22; Vainer Pinto, 45; Carmine Mela, 68, e Antonio De Santis, 55.

Le ordinanze sono state firmate dalla giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brindisi, Stefania de Angelis, su richiesta del sostituto procuratore Luca Miceli. Il pm aveva chiesto la custodia in carcere anche per Testini e i domiciliari per Livera.

L’inchiesta nasce dall’arrestato in flagranza di reato di Fabrizio Perugino, la sera del 21 aprile 2020: gli agenti della Mobile fermano un’Audi A3 e scoprono cinque spinelli e 0,4 grammi di cocaina. Procedono con la perquisizione domiciliare e, in camera da letto, trovano tre grammi di cocaina e un bilancino di precisione. Nel vano ascensore, altri 1,47 grammi della stessa sostanza stupefacente. Nella stessa serata, viene perquisita un’altra abitazione e qui, nelle tasche di due cappotti, vengono scoperti circa 30 grammi di cocaina e 3.855 euro. Perugino viene arrestato, droga e denaro posti sotto sequestro.

I RUOLI CONTESTATI NEL PROVVEDIMENTO DI CUSTODIA CAUTELARE

A distanza di pochi giorni, iniziano le intercettazioni, sia telefoniche che ambientali. Secondo la gip, sono stati documentati “numerosissimi episodi di spaccio di sostanze stupefacenti” con “ruolo di primo piano da attribuire a Fabrizio Perugino e a Francesco Testini, detto Checco”. Secondo l’accusa Perugino custodiva considerevoli quantitativi di cocaina e cedeva la sostanza e Testini, con il ruolo di pusher.

Dalle intercettazioni è emersa la figura di Giuseppe Molendini:

“svolgeva – scrive la gip – attività di spaccio anche presso l’esercizio commerciale da lui gestito”.

Tra gli acquirenti di Molendini, stando alla ricostruzione descritta nel provvedimento di arresto, c’era Daniel Borsetti: acquistava da Molendini cocaina e gli cedeva marijuana.

LE INTERCETTAZIONI TELEFONICHE: “PORTAMI LE PIZZE”. E I MESSAGGI SU TELEGRAM

Tra gli acquirenti abituali, un brindisino chiedeva a Perugino di “portargli le pizze”. In un’altra occasione, Perugino si rivolge al pusher dicendogli di leggere i messaggi inviati su Telegram, chat ritenuta non tracciabile dalle forze dell’ordine. Le conversazioni sono state intercettate ugualmente e hanno portato a scoprire la consegna di droga nascosta in buste di plastica contenenti spazzatura. Altre volte, la droga veniva nascosta nelle piante condominiali.

DROGA NASCOSTA NELLE PIANTE DEL CONDOMINIO: IL SOSPETTO DI UN FURTO

Nell’ordinanza viene riportato un episodio avvenuto il 7 luglio 2020, quando gli agenti della Mobile scoprono cocaina sotto le foglie di una pianta di uno stabile nel rione Cappuccini di  Brindisi: 35,6 grammi. Per non compromettere l’attività di indagine, portano via anche un’altra pianta.

Perugino e Testini si accorgono della mancanza delle due piante e della cocaina. A quel punto Perugino contatta telefonicamente l’amministratore del condominio per sapere se il personale della ditta di pulizia avesse per caso preso o buttato le piante di cui rivendicava la proprietà. Al telefono, parlando con l’amministratore, dice che in un vaso c’era un mazzo di chiavi lasciato dalla moglie. L’amministratore risponde:

“Sono anni che vengono quelli delle pulizie, mica prendono arbitrariamente le piante così, è impensabile”.

LE CONSEGNE DI DROGA E GLI IMPREVISTI

Gli agenti hanno svolto anche servizi di appostamento e hanno seguito alcuni degli indagati: “Appare ragionevole ritenere” in una circostanza “la sostanza stupefacente” sia stata “consegnata a un vigile del fuoco” o “a terzi presenti all’interno di un bar del centro di Brindisi”.

Tra le consegne di droga, dalle indagini risultano anche una cessione a “un giocatore di basket”. Questa richiesta è stata avanzata a Molendini da una donna:

A che ora se ne parla che domani lui tiene l’allenamento? Lui già alle 23 è a letto”.

In tale circostanza, Molendini spiega di aver avuto un imprevisto, essendo rimasto a terra con la moto: “Un macello, mi sono dovuto fermare a un bar, avevo il telefono scarico e l’ho messo a caricare, poi mi sono venuti a prendere”.

Gli elementi raccolti dalla Squadra Mobile, per la gip documentano “l’attività di cessione di sostanze stupefacenti svolta da quasi tutti gli indagati con cadenza praticamente quotidiana”. Circostanza questa che ha portato a escludere l’occasionalità dei fatti e la lieve entità e a ritenere concreto e attuale il pericolo di reiterazione delle stesse condotte.

Leave a Comment