Ai domiciliari Raffaele Ottaviano, 19 anni, e Giuseppe D’Alema, 20, trovati in possesso di 4.550, in pezzi da 50. Incastrati dalle celle telefoniche: “Ultimo tassello di una rete organizzata”. Base in Campania
di Stefania De Cristofaro
BRINDISI – False. Autenticamente false. Banconote in tagli da 50 euro, per un valore di quasi cinquemila euro. Lo shopping di due ragazzi di Brindisi, poco più di che maggiorenni, con quei “biglietti di carta” spacciati per soldi veri, è costato ad entrambi l’arresto: ai domiciliari sono finiti Raffaele Ottaviano, 19 anni, e Giuseppe D’Alema, 20, accusati di detenzione e spendita di banconote contraffatte tra la città capoluogo e San Pietro Vernotico, comune della provincia. Per i carabinieri sono l’ultimo anello di una rete ben organizzata con sede a Napoli, dove due mesi fa sono state sequestrate banconote tarocco per un valore superiori al milione di euro.
LE INDAGINI DEI CARABINIERI E GLI ARRESTI: INCASTRATI DALLE CELLE TELEFONICHE
I due giovani sono stati arrestati oggi, 18 dicembre 2020, dai carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Brindisi dopo alcune segnalazioni partite da titolari di esercizi commerciali.
Le ordinanze di custodia cautelare sono state chieste e ottenute dal sostituto procuratore Pierpaolo Montinaro sulla base degli elementi raccolti dai militari. In primis i dati relativi alle celle telefoniche agganciate dalle utenze in uso agli indagati. Grave indizio di colpevolezza, stando a quanto messo in evidenza dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brindisi, Vittorio Testi, assieme alla sussistenza del pericolo di reiterazione del reato. Se lasciati liberi avrebbero continuato a usare banconote false per pagare gli acquisti.
LE SEGNALAZIONI DI ALCUNI COMMERCIANTI
La prima segnalazione è arrivata ai militari alla fine dello scorso mese di settembre, quando il titolare di un negozio di San Pietro Vernotico, comune che dista meno di venti chilometri da Brindisi, si è reso conto di aver avuto una banconota da 50 euro falsa. A pagare due ragazzi: “Erano giovanissimi, parlavano con inflessione dialettale locale”, racconterà il commerciante ai carabinieri, fornendo una descrizione sommaria dei due acquirenti.
“Ho detto che i 50 euro erano falsi e sono fuggiti”.
Spariti nei vicoli che si trovano nella zona dell’attività commerciale.
A distanza di qualche giorno, segnalazione identica da un negoziante di Brindisi: “Due ragazzi hanno pagato con una banconota da 50 euro, falsa”, dirà il titolare dell’esercizio commerciale. Anche in questo caso, i due ragazzi fuggono con la merce.
“Le indagini dei militari sono state caratterizzate da riscontri univoci, coincidenti e concordanti emersi sia da attività puramente formali che da quelle tecniche effettuate tramite l’analisi di celle telefoniche che avevano interessato i luoghi ove si sono concretizzate le spendite”, si legge nel comunicato stampa diffuso in mattinata dalla Procura della Repubblica di Brindisi.
“II modus operandi utilizzato e la peculiare attività informativa condotta dai militari della Sezione Operativa, consentiva di identificare negli autori del fatto-reato due giovani brindisini, uno dei quali già noto alle Forze dell’Ordine, nei confronti dei quali la Procura delle Repubblica, nella persona del Sostituto Procuratore Pierpaolo Montinaro, emetteva anche un decreto di perquisizione domiciliare”.
LA PERQUISIZIONE E LA SCOPERTA DI SOLDI FALSI PER QUASI 5MILA EURO
Una volta identificati i due ragazzi, le indagini sono state svolte anche seguendo metodi tradizionali, con servizi di osservazione e pedinamento che hanno portato i militari a fermare i giovani mentre erano in auto. Il controllo ha permesso di scoprire banconote contraffatte del valore di 4.555 euro.
Raffaele Ottaviano aveva tre pezzi da 50 euro. Addosso aveva nascosto anche droga: sei grammi di marijuana, quantità equivalente a 24 dosi, dalla cui vendita sarebbe stato possibile ricavare la somma di 500 euro. Giuseppe D’Alema di banconote da 50 euro false, ne aveva 88, per un valore di 4.400 euro.
LA RETE ORGANIZZATA CON BASE NEL NAPOLETANO
Le indagini non sono ancora finite perché i carabinieri ritengono che i due brindisini siano solo l’ultimo tassello di un puzzle, le cui tessere sono da cercare nella zona di Napoli. Stando a quanto si apprende, gli elementi fin qui raccolti, fanno ritenere concreta l’ipotesi investigativa relativa all’esistenza di un gruppo organizzato con base nella regione Campania e cuore pulsante nella provincia napoletana.
A Napoli, infatti, lo scorso 14 ottobre sono state sequestrate più di 70mila banconote false per un valore complessivo di oltre un milione di euro. Le indagini condotte dai finanzieri del Nucleo speciale di Polizia Valutaria di Roma e del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Napoli hanno portato all’arresto di quattro persone. Tra le banconote finite sotto sequestro, oltre a biglietti di 50 euro, anche quelli da cento, duecento e cinque euro.
Sostieni il Tacco d’Italia!
Abbiamo bisogno dei nostri lettori per continuare a pubblicare le inchieste.
Le inchieste giornalistiche costano.
Occorre molto tempo per indagare, per crearsi una rete di fonti autorevoli, per verificare documenti e testimonianze, per scrivere e riscrivere gli articoli.
E quando si pubblica, si perdono inserzionisti invece che acquistarne e, troppo spesso, ci si deve difendere da querele temerarie e intimidazioni di ogni genere.
Per questo, cara lettrice, caro lettore, mi rivolgo a te e ti chiedo di sostenere il Tacco d’Italia!
Vogliamo continuare a offrire un’informazione indipendente che, ora più che mai, è necessaria come l’ossigeno. In questo periodo di crisi globale abbiamo infatti deciso di non retrocedere e di non sospendere la nostra attività di indagine, continuando a svolgere un servizio pubblico sicuramente scomodo ma necessario per il bene comune.
Grazie
Marilù Mastrogiovanni
------
O TRAMITE L'IBAN
IT43I0526204000CC0021181120
------
Oppure aderisci al nostro crowdfunding