Compensi legali per indennizzi in agricoltura, truffa alla Regione Puglia: sei arresti

Ai domiciliari quattro avvocati, una cancelleria del Tribunale civile di Bari e il presidente della Assu-Consum di Barletta. Sequestrati 22 milioni di euro. Contestata l’associazione per delinquere finalizzata anche alla corruzione: l’indagine dopo la denuncia del governatore Michele Emiliano nel 2018

 

Di Stefania De Cristofaro

 

BARI – Contenziosi a raffica contro la Regione Puglia per rivendicare contributi dell’Unione europea in favore di centinaia e centinaia di agricoltori, con procure false oppure ottenute in maniera illegittima. Per l’accusa, esisteva un’associazione per delinquere, finalizzata alla truffa, imbastita da alcuni avvocati civilisti, accusati anche di corruzione: quattro legali sono finiti ai domiciliari, assieme a una cancelliera del Tribunale civile di Bari e al presidente della Assu-Consum di Barletta. Sequestrati beni per 22 milioni di euro, pari al valore delle truffe contestate dalla Procura di Bari.

L’INCHIESTA DELLA FINANZA DOPO LA DENUNCIA DEL GOVERNATORE EMILIANO: SEI ARRESTI

Le ordinanze di custodia cautelare sono state eseguite questa mattina, 16 dicembre 2020, dai militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Bari, a distanza di due anni dalla denuncia presentata dal governatore della Puglia, Michele Emiliano.

Arresti domiciliari per gli avvocati: Michele Primavera ed Enrico Domenico Primavera, padre e figlio; Oronzo Panebianco e Assunta Iorio. Domiciliari anche per Oronzo Pedico, presidente della sede provinciale di Asso-Consum di Barletta, e per Giuliana Tarantini, dipendente dell’ufficio esecuzione immobiliare del Tribunale di Bari.

Nell’inchiesta risultano indagate altre tre persone: si tratta dell’avvocata Francesca Fiore, per la quale è stata disposta la misura interdittiva di sei mesi, e due ex impiegate dell’ufficio esecuzioni civili del Tribunale di Bari, nel frattempo andate in pensione.

LE IPOTESI DI REATO CONTESTATE CON RIFERIMENTO AI COMPENSI LEGALI

Le contestazioni si riferiscono ai compensi legali che la Regione Puglia ha pagato con riferimento ai contenziosi relativi al riconoscimento degli indennizzi agricoli, per alcune zone svantaggiate, nel periodo  compreso tra il 2006 e il 2019. Contenziosi ripetuti e spese legali lievitate nel tempo, al punto da sollevare più di qualche dubbio in alcuni funzionari  della Regione Puglia, soprattutto con riferimento alle procedure seguite da alcuni avvocati. Da qui il nome dell’inchiesta: Leguleio, per sottolineare il coinvolgimento dei legali.

Secondo l’accusa contestata nei provvedimenti di arresto, i contenziosi nell’interesse degli agricoltori sono stati spacchettati allo scopo di moltiplicare i compensi dei professionisti. Per ogni annualità, ci sarebbe stata un’azione legale e, di conseguenza, per ciascuna azione, un compenso.

PERICOLO DI REITERAZIONE DEL REATO: CONTINUUN DI ILLEGALITA’

Dalla documentazione acquisita, risulta che la Regione Puglia, attraverso la tesoreria, stia continuando a eseguire pagamenti in favore degli avvocati. Situazione che il gip ha evidenziato nell’ordinanza, scrivendo di

“continuum inarrestabile di illegalità”.

Le ordinanze portano la firma del giudice per le indagini preliminari Giovanni Abbatista, su richiesta del procuratore facente funzione Roberto Rossi e del sostituto Francesco Bretone, tenuto conto dell’attualità dei pericoli di reiterazione dei reati contestati e  di gravi indizi di colpevolezza, così come evidenziato nell’informativa depositata dai finanzieri, agli ordini del colonnello Luca Cioffi.

Agli atti del fascicolo, stando a quanto si apprende, oltre a una serie di documenti acquisiti nel corso delle perquisizioni negli studi legali e in alcuni uffici della sezione civile del Tribunale barese, ci sono intercettazioni sia telefoniche che ambientali.

I RUOLI CONTESTATI NELL’ORDINANZA DI ARRESTO

L’ascolto delle conversazioni ha portato a ritenere figura di primo piano, l’avvocato Michele Primavera del foro di Bari: il legale è considerato capo dell’associazione per delinquere delineata dopo che i finanzieri hanno ricostruito più di un decennio di pratiche presentate alla Regione Puglia. Per il gip, esisteva un sistema Primavera, il cui scopo era di “sommergere” gli uffici competenti della Regione di “azioni giudiziarie” in modo da mandarli in tilt.

L’avvocato Panebianco è ritenuto stretto collaboratore di Primavera, mentre a Pedico, in qualità di presidente dell’associazione Asso-Consum viene contestato di aver fornito i nominativi degli agricoltori e di aver svolto, in questo modo, il ruolo di procacciatore dei clienti per i legali, a cavallo tra le province di Foggia e Bari.

Gli avvocati, stando a quanto contestato, agivano con “procure false o rilasciate in modo illegittimo”, anche attraverso i patronati. In tal modo avviavano azioni contro la Regione finalizzate a ottenere il

“recupero delle indennità compensative in agricoltura spettanti per gli anni 1989-1993, moltiplicandole con il ricorso all’abusivo frazionamento del credito”.

Gli indagati, inoltre, “intentavano azioni legali in varie parti d’Italia, ricominciando le azioni esecutive all’infinito, tramite la creazione di falsi domicili per impedire alla Regione Puglia una efficace difesa in giudizio”. Spesso i contenziosi pendevano dinanzi ai giudici di pace.

Lo zoom dei finanzieri riguarda oltre seimila procedure esecutive per gli anni 2016, 2017 e 2018: ne sono state contate 6.285.

Quanto alla dipendente dell’ufficio esecuzione immobiliare del Tribunale di Bari, l’accusa è stata mossa in relazione al compito di monitorare le iscrizioni a ruolo trasmesse in maniera telematica dagli avvocati dello studio Primavera, in modo tale da apportare eventuali correzioni e anticipare in maniera illecita le date delle udienze. Le due dipendenti in pensioni, infine, sono accusate di aver alterato alcuni documenti contenuti nei fascicoli delle procedure esecutive, ottenendo in cambio pacchi regalo di prodotto agroalimentari.

IL SEQUESTRO A SCOPO PREVENTIVO

Nei confronti di alcuni degli indagati, sono contestati anche i reati di riciclaggio e autoriciclaggio: i proventi dei contenziosi finiti sotto la lente di ingrandimento dei militari e considerati oggetto di truffa, stando alle indagini, sono stati impiegati nell’acquisto di beni immobili attraverso una società riconducibile ai professionisti. Gli immobili sono stati posti sotto sequestro a scopo preventivo.

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