Favori&giustizia, chiesta condanna a 12 anni e mezzo per l’ex pm di Lecce Emilio Arnesano

Tra i capi d’imputazione, l’assunzione del figlio del magistrato prima all’Igeco Costruzioni Spa, poi all’Omnia Spa, tramite l’intercessione di Carlo Siciliano, dirigente Asl giudicato in abbreviato: l’imprenditore Tommaso Ricchiuto, ascoltato come teste, ha smentito la ricostruzione della pm Anna Gloria Puccininni della Procura di Potenza. Il processo con rito ordinario arriva a conclusione a distanza di due anni dagli arresti

 

Di Stefania De Cristofaro

POTENZA – Giustizia contaminata da accordi corruttivi, da utilità sotto forma di battute di caccia, sconti sull’acquisto di una barca, da buone parole per l’assunzione del figlio  e da favori anche a sfondo sessuale: la Procura di Potenza ha chiesto la condanna a 12 anni e  sei mesi di reclusione per l’ex pm di Lecce e Brindisi, Emilio Arnesano, a conclusione del processo con rito ordinario, scaturito dall’inchiesta chiamata Giustizia&Favori che due anni fa portò all’arresto del magistrato salentino.

LA REQUISITORIA DELLA PM DELLA PROCURA DI POTENZA: RICHIESTE PER ARNESANO E ALTRI DUE IMPUTATI

La requisitoria porta la firma della pm Anna Gloria Piccininni, secondo la quale  – udienza dopo udienza –  sono state formate tutte le prove necessarie e sufficienti per chiedere al Tribunale di Potenza, presieduto da Federico Sergi, (competente per giudicare i magistrati in servizio presso la Procura di Lecce) la condanna di Arnesano, 62 anni, originario di Carmiano.

La rappresentante della pubblica accusa ha chiesto anche la condanna di altri due imputati: Giuseppe Rollo, 58 anni, nato a Sternatia, ma residente a Santa Maria al Bagno, primario del reparto di Ortopedia e Traumatologia dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce a quattro anni e sei mesi di reclusione; e due anni per l’avvocata Emanuela Carbone.

TRE RICHIESTE DI ASSOLUZIONE PER NON AVER COMMESSO IL FATTO

Tre le richieste di assoluzione che la pm ha consegnato al collegio giudicante: la prima per l’avvocato Mario Ciardo, 55 anni, di Tricase; l’altra per Federica Nestola, 31enne, nata a Galantina ma residente a Copertino, praticante avvocata e infine per l’avvocato Augusto Conte, 77 anni, di Ceglie Messapica, in qualità di vice presidente del collegio di disciplina dell’Ordine degli avvocati di Lecce. In tuti e tre i casi, per non aver commesso il fatto.  La prossima udienza è riservata alle arringhe dei penalisti che assistono gli imputati.

Processo con rito abbreviato per Carlo Siciliano, 62 anni, direttore del dipartimento di medicina del lavoro e igiene ambientale, e per Ottavio Narracci, 60, di Fasano, ex direttore generale della Asl di Lecce.

Il collegio difensivo è composto dagli avvocati: Luigi Covella,  Luigi CorvagliaNicola BuccicoLuigi Rella, Giangregorio De PascalisCesare Placanica, Ladislao Massari, Renata MinafraGabriele Valentini, Alberto Corvaglia, Arcangelo Corvaglia, Aldo Morlino, Carlo Panzuti e Antonio Savoia.

La sentenza è attesa per la metà del prossimo mese di gennaio.  Il processo scaturisce dall’inchiesta-tsunami sulla Procura di Lecce e sulla Asl salentina, condotta dai militari del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza, e sfociata nel blitz del 6 dicembre 2018.

IL DISSEQUESTRO DELLA PISCINA IN CAMBIO DI DUE BATTUTE DI CACCIA

L’accusa di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio è stata contestata ad Arnesano, nel frattempo sospeso dal Csm, Carlo Siciliano, Ottavio Narracci, Giuseppe Rollo e Giorgio Trianni. Quest’ultimo, primario del reparto di Neurologia all’ospedale Vito Fazzi di Lecce, ha patteggiato la pena a un anno e dieci mesi. “Il pm Arnesano – si legge nel capo d’imputazione – metteva a disposizione la sua funzione giudiziaria in cambio di utilità sia di contenuto economico che altro, come un trattamento di favore in occasione della prenotazione di visite mediche e interventi”. In questo “accordo corruttivo Arnesano garantiva reiteratamente a dirigenti e medici della Asl l’esito positivo di procedimento giudiziari”.

Ad Arnesano è contestato l’aver disposto il dissequestro e la restituzione di una piscina costruita nella proprietà di Trianni, “in cambio del pagamento” da parte di questi “dei costi di due battute di caccia” organizzate a Pietrapertosa, in provincia di Potenza, in Basilicata. Settecento euro per battuta.

Il sostituto procuratore, inoltre, si sarebbe interessato a due procedimenti penali nei confronti di Rollo, per colpa medica, formulando in un caso richiesta di archiviazione e nell’altro segnalando il nome del medito al pm titolare del fascicolo. Sempre Arnesano sarebbe riuscito ad “anticipare l’intervento al quale avrebbe dovuto essere sottoposto” un suo familiare e avrebbe strappato un “colloquio di lavoro per una sua amica, in un rinomato locale del centro storico di Lecce”.

Stando all’accusa, il pm Arnesano avrebbe “favorito l’esito del processo a carico del direttore Asl Ottavio Narracci in cambio di uno sconto di 17mila euro sulla barca di 11 metri acquistata dal dirigente Asl Carlo Siciliano, suo amico”.  Lo stesso Arnesano, inoltre, avrebbe chiesto di essere il pm d’udienza nel processo a carico di Narracci, imputato con le accuse di peculato e abuso d’ufficio: in sede di discussione chiese l’assoluzione perché il fatto non sussiste, conclusione a cui poi giunse il Tribunale di Lecce.

L’ASSUNZIONE DEL FIGLIO DELL’EX PM E L’ASCOLTO DELL’IMPRENDITORE RICCHIUTO

Nel corso del dibattimento, la pm ha formulato nuove accuse nei confronti di Arnesano, in relazione ai rapporti con Ottavio Narracci, in qualità di ex direttore generale della Asl di Lecce, e con Carlo Siciliano.

Secondo la Procura, Narracci avrebbe procurato l’assunzione di un amico dell’ex magistrato, in una società di trasporti, con contratto a tempo determinato, per un periodo di 18 mesi. Arnesano, inoltre, avrebbe ottenuto l’assunzione del figlio tramite Siciliano, in due società dell’imprenditore Tommaso Ricchiuto: la prima alle dipendenze dell’Igeco Costruzioni Spa, dal 27 novembre 2014 al 26 maggio 2015, la seconda con Omnia Spa, società del gruppo Igeco, dall’8 giugno al 9 novembre 2015. Quest’ultimo rapporto di lavoro venne interrotto prima della naturale scadenza del contratto.

Ricchiuto, ascoltato come testimone nel dibattimento, ha escluso con fermezza questa ricostruzione sostenendo che il figlio di Arnesano partecipò a una selezione e ha spiegato anche l’occasione in cui incontrò Arnesano, riferendo di una festa al porto di Brindisi.

I FAVORI SESSUALI CHIESTI A UN’AVVOCATA E LA SOSPENSIONE DAL CSM

Arnesano è accusato di aver favorito l’avvocata Benedetta Martina in due procedimenti ottenendo in cambio rapporti intimi. Per questo capo d’imputazione Martina ha patteggiato la pena da tempo, chiudendo il conto con la giustizia a due anni e otto mesi. L’ex pm avrebbe anche raccomandato un’aspirante avvocata ed un’altra sottoposta ad un procedimento disciplinare. Il Csm, come si diceva, ha sanzionato con la sospensione dalla funzione di magistrato. Questo provvedimento non è ancora definitivo, essendo subordinato all’esito del giudizio.

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