Provvedimento della prefetta di Lecce, Maria Roa Trio, per evitare possibili infiltrazioni di stampo mafioso. Il Comune è stato sciolto il 2 dicembre 2019 e l’ex sindaco, Giancarlo Mazzotta è sotto processo dopo l’inchiesta sui rapporti tra la Banca di Credito Cooperativo di Terra d’Otranto e la Sacra Corona Unita
CARMIANO (LECCE) – Interdittiva antimafia per imprese e società riconducibili alla famiglia Mazzotta di Carmiano, comune del Leccese già sciolto per mafia agli inizi dello scorso mese di dicembre. Il provvedimento è stato firmato dalla prefetta di Lecce, Maria Rosa Trio e porta la data del 7 novembre scorso.
L’INTERDITTIVA ANTIMAFIA, I GRAVI INDIZI: LO SCIOGLIMENTO DEL COMUNE DI CARMIANO
Alla base dell’interdittiva, provvedimento di natura preventiva, c’è la necessità di evitare possibili infiltrazioni di stampo mafioso e quindi tutelare l’economia da contaminazioni della criminalità organizzata. Di conseguenza, le imprese e le società colpite non possono avere contatti con le Pubbliche amministrazioni: vengono escluse dai bandi di gara.
La decisione della prefetta è legata alla valutazione di gravi indizi, in base ai quali è stato ritenuto concreto il rischio di infiltrazioni mafiose. La mafia a Carmiano è stata la causa dello scioglimento del Consiglio comunale. Il sindaco, Giancarlo Mazzotta, ha concluso in maniera anticipata il mandato elettorale per effetto del decreto del Governo con il quale, su proposta del ministro dell’Interno, è stato disposto lo scioglimento dell’Amministrazione cittadina “a seguito di accertati condizionamenti da parte delle locali organizzazioni criminali”, sulla base di un puzzle molto articolato tracciato dalla precedente prefetta di Lecce, Maria Teresa Cucinotta in una relazione di cento pagine.
L’EX SINDACO IMPUTATO DOPO L’INCHIESTA SUI RAPPORTI TRA BANCA DI CREDITO COOPERATIVO DI TERRA D’OTRANTO E LA MAFIA SALENTINA
Nel frattempo Giancarlo Mazzotta è stato rinviato al giudizio del Tribunale a conclusione dell’inchiesta sui rapporti tra la Banca di Credito Cooperativo di Terra d’Otranto e la Sacra Corona Unita: secondo l’ipotesi accusatoria, le votazioni per l’elezione dei componenti del vecchio consiglio di amministrazione della banca, risalenti al 2014, furono in odore di mafia. All’epoca, candidato a ricoprire la carica di presidente del Cda della banca era Dino Mazzotta, fratello di Giancarlo Mazzotta, risultato estraneo alle contestazioni. Era presidente uscente.
L’ex sindaco deve difendersi dalle accuse di estorsione aggravata dal metodo mafioso, sia tentata che consumata, violenza privata e tentata concussione. Imputati sono anche Luciano Gallo, Ennio Capozza, Maria Grazia Taurino e Saulle Politi.
L’ex sindaco di Carmiano ha incassato il proscioglimento dall’accusa di illecita influenza sull’assemblea, mossa inizialmente sempre in relazione all’elezione del cda della banca, con riferimento a deleghe in bianco sulle quali apporre firme false.
LE DICHIARAZIONI DEL COLLABORATORE TOMMASO MONTEDORO
Nel processo sulla Banca di Credito Cooperativo sono state acquisite le dichiarazioni di Tommaso Montedoro in qualità di collaboratore. Secondo Montedoro c’è stato un incontro con il sindaco. Un incontro in un bar per parlare dell’insediamento di un supermercato, per il quale l’ex primo cittadino – stando a questa versione – avrebbe dovuto garantire supporto burocratico per ottenere finanziamenti regionali e bancari presso la banca di credito cooperativo. Montedoro sostiene che, in cambio, avrebbe dovuto garantire appoggio elettorale. Mazzotta ha smentito e continua smentire tale versione.
Le dichiarazioni di Montedoro sono anche confluite nel fascicolo delle indagini della Dda sull’operatività della frangia Pepe in seno alla Scu, ricostruita nell’inchiesta chiamata Final blow (colpo finale) arrivata a conclusione con 87 imputati dopo il blitz dello scorso mese di febbraio.
Leggi anche:
BCC di Terra d’Otranto: sindaco di Carmiano accusato di estorsione aggravata da metodo mafioso
Banca BCC Credito cooperativo di Terra d’Otranto, il secondo filone delle indagini
BCC: la video intervista al testimone
“Questa è gente che ti taglia la testa”: un testimone racconta la trattativa mafia-politica
Scorrano, “Nuova Era” sotto controllo giudiziario: la replica
Sostieni il Tacco d’Italia!
Abbiamo bisogno dei nostri lettori per continuare a pubblicare le inchieste.
Le inchieste giornalistiche costano.
Occorre molto tempo per indagare, per crearsi una rete di fonti autorevoli, per verificare documenti e testimonianze, per scrivere e riscrivere gli articoli.
E quando si pubblica, si perdono inserzionisti invece che acquistarne e, troppo spesso, ci si deve difendere da querele temerarie e intimidazioni di ogni genere.
Per questo, cara lettrice, caro lettore, mi rivolgo a te e ti chiedo di sostenere il Tacco d’Italia!
Vogliamo continuare a offrire un’informazione indipendente che, ora più che mai, è necessaria come l’ossigeno. In questo periodo di crisi globale abbiamo infatti deciso di non retrocedere e di non sospendere la nostra attività di indagine, continuando a svolgere un servizio pubblico sicuramente scomodo ma necessario per il bene comune.
Grazie
Marilù Mastrogiovanni
------
O TRAMITE L'IBAN
IT43I0526204000CC0021181120
------
Oppure aderisci al nostro crowdfunding