Ucciso per sbaglio a 18 anni: Francesco Ligorio riconosciuto vittima innocente di mafia

Decreto della ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese a dieci anni dall’omicidio che resta senza colpevoli: il ragazzo, originario di Francavilla Fontana, freddato a colpi di Kalashnikov mentre percorreva la strada statale 7. Era seduto al fianco di un collega di lavoro, obiettivo dei killer. L’istanza su iniziativa dell’associazione Impegno e Partecipazione: “Mamma Mariangela aspetta ancora giustizia”

 

Di Stefania De Cristofaro

 

FRANCAVILLA FONTANA (BRINDISI) – Ucciso per sbaglio, per uno scambio di persona, mentre stava andando al lavoro, come ogni mattina. Francesco Ligorio aveva 18 anni appena: per lo Stato è una “vittima della criminalità organizzata”. La ministra dell’Interno ha firmato il decreto per il ragazzo di Francavilla Fontana, nel Brindisino, ucciso all’alba dell’11 novembre 2010, lungo la Statale 7, a colpi di Kalashnikov. Ucciso per errore da chi, ancora oggi, non ha un nome. Non ci sono colpevoli per quella morte assurda.

 

IL DECRETO DELLA MINISTRA LUCIANA LAMORGESE

Il decreto porta la firma della ministra Luciana Lamorgese. L’iter per il riconoscimento è arrivato ufficialmente a conclusione alla vigilia del decimo anniversario: la comunicazione è stata trasmessa il 24 settembre scorso alla presidente dell’associazione Impegno e Partecipazione, Luana D’Apolito.

L’associazione ha sede a Francavilla Fontana, la città in cui è nato e cresciuto Francesco Ligorio, nel 2013 per non dimenticare quanto avvenuto. “Volevamo e vogliamo tenere vivo il ricordo di Francesco”, spiega Antonio De Franco, uno dei componenti dell’associazione. “L’associazione è costantemente impegnata nel ricordare il ragazzo, nostro concittadino, e il suo omicidio per il quale la mamma, Mariangela, non ha mai smesso di chiedere giustizia”.

De Franco ha seguito l’iter amministrativo per l’ottenimento del riconoscimento di Francesco Ligorio come vittima della criminalità organizzata, secondo quanto previsto dalla Legge 302/90, Norme a favore delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata.

L’iter è stato avviato nel 2016. Tre anni prima l’associazione Libera aveva già inserito il nome del ragazzo nella lista delle vittime innocenti della mafia assumendo l’impegno di restare accanto alla mamma di Francesco Ligorio.

Il primo passo è stata l’istanza presentata alla Prefettura di Brindisi. Da qui una serie di verifiche che hanno certificato l’assenza di qualsiasi legame tra la vittima dell’omicidio e la criminalità, riconoscendo di fatto quanto da sempre sostiene mamma Mariangela:

“Hanno ucciso un bravo ragazzo che non c’entrava niente”.

Il suo unico figlio.

Con il riconoscimento dello status di vittima della criminalità organizzata per il figlio, la mamma ha diritto a ottenere un ristoro da parte dello Stato. Un sostegno sul piano economico che non rimargina le ferite del cuore.

 

L’OMICIDIO DI FRANCESCO LIGORIO DIECI ANNI FA: IL DESIDERIO DI GIUSTIZIA DELLA MAMMA

Mamma Mariangela non ha mai smesso di chiedere giustizia. L’ha cresciuto da sola quel figlio. Lei e lui insieme, giorno dopo giorno, sino a quel maledetto 11 novembre, quando il ragazzo, da poco diventato maggiorenne, esce di casa per andare a recuperare del ferro vecchio assieme a Nicola Canovari, 38 anni, anche lui di Francavilla Fontana. Canovari ha precedenti penali: è alla guida del furgone Fiat Iveco, Ligorio è seduto accanto. Poco dopo le 5,30 del mattino, quando il mezzo imbocca la strada statale che conduce a Taranto, la pioggia di fuoco. Otto colpi di Kalashnikov. Uno raggiunge il giovane. Proiettile mortale per Francesco Ligorio. Canovari, invece, resta gravemente ferito.

LO SCAMBIO DI PERSONA: LIGORIO UCCISO PER ERRORE

Sin da subito le indagini dei carabinieri si concentrano sulla figura e sui legami di Canovari con il mondo della criminalità, visti i precedenti penali per ricettazione e soprattutto per droga. Gli investigatori ritengono che sia Canovari il vero obiettivo dei killer, spuntati praticamente dal nulla senza essere visti da nessuno. Non ci sono testimoni e non ci sono neppure telecamere.

Chi impugna la micidiale arma da guerra lo fa puntando al parabrezza del furgoncino, ma sbaglia mira: deve essere ucciso o ferito Canovari, stando a questa ricostruzione rimasta ancora in piedi benché le piste sino ad ora battute non abbiamo portato ai risultati sperati. Il ragazzo non c’entra niente. Si trova al posto sbagliato nel momento sbagliato, assieme alla persona sbagliata.

DOMANI LA CITTA’ DEGLI IMPERIALI RICORDA FRANCESCO LIGORIO

Dieci anni sono passati da quell’alba di sangue. Ogni anno Francesco Ligorio, viene ricordato con una serie di iniziative che abbracciano lo sport e la solidarietà, con il patrocinio dell’Amministrazione comunale. Quest’anno, a causa dell’emergenza sanitaria, domani, 11 novembre 2020, ci sarà solo la funzione religiosa.

 

Link utili:

Vivi – Libera: nomi da non dimenticare

Fondazione Progetto Legalità

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