DOSSIER/7 La lettera trovata nel carcere di Lecce. Il boss della frangia cosiddetta tuturanese costretto a scrivere una lettera “con umiltà e rispetto” umiliarsi per rivolgersi agli uomini vicini a Raffaele Renna, volto emergente dell’associazione mafiosa del Brindisino: “Ho dovuto fare i conti con vicissitudini familiari”. E aggiunge: “Assurda la mia condanna all’ergastolo per l’omicidio di Antonio D’Amico che non ho manco commesso”
Di Stefania De Cristofaro
BRINDISI – Sulle spalle una condanna al carcere a vita per omicidio di stampo mafioso e, ancor prima, l’umiliazione. . .