Rinaldo Melucci scrive al ministero: “Il differimento espone la città a criticità di carattere ambientale e sanitario. Ci sono pareri che lo confermano, dal punto di vista scientifico e tecnico”
Di Stefania De Cristofaro
TARANTO – Il sindaco di Taranto sbatte i pugni sul tavolo e dice “no” alla richiesta di ArcelorMittal di differire i lavori per la chiusura dei nastri trasportatori, prevista come prescrizione nel piano ambientale per lo stabilimento siderurgico. Contrarietà senza se e senza ma, in nome del diritto alla salute dei cittadini che oggi Rinaldo Melucci, è tornato a rivendicare in occasione della conferenza di servizi, scrivendo al ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare perché far slittare gli interventi significherebbe esporre la città a “criticità ambientali e sanitarie”.
LA LETTERA DEL SINDACO RINALDO MELUCCI E LE RAGIONI DELLA CONTRARIETA’
Non è più disposto ad aspettare il sindaco Rinaldo Melucci, non quando si tratta dell’ex Ilva di Taranto e dell’istanza presentata per ottenere di posticipare i lavori per l’attuazione della “prescrizione numero 6” contenuta nel piano ambientale di cui al Decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 29 settembre 2017. Piano adottato dopo aver riconosciuto il sito ArcelorMittal come impianto di “interesse strategico nazionale”.
Melucci ha sentito il dovere di rivolgersi direttamente al ministero e ha chiesto che il contenuto della lettera fosse messo in evidenza nel verbale della stessa conferenza di servizi, in modo tale da essere portato a conoscenza di tutti i partecipanti. Come a dire che il tempo di alibi e scuse è finito. Di conseguenza, patti chiari per tutti. I cittadini devono essere tutelati e non più possibile parlare di rinvii, differimenti o altro.
“Il Ministero dell’Ambiente conosce bene ormai la nostra assoluta contrarietà”, dice il primo cittadino. “Noi non vogliamo più la responsabilità di atti che impattino sulla salute dei cittadini anche un solo giorno di più”, sottolinea. “Peraltro, queste conferenze sono surreali”, aggiunge. “Noi chiediamo che ArcelorMittal vada via da Taranto e qualcuno a Roma continua a semplificare loro la strada. Avevamo già chiesto al Governo di arrestare queste pratiche nelle more di un tavolo con la comunità locale sul futuro dello stabilimento siderurgico. Lo ribadisco, il Comune di Taranto non parteciperà ad altri momenti del genere e ogni pressione in questo senso non ci tange minimamente”.
Più chiaro di così non poteva essere Melucci.
IL TESTO DELLA LETTERA INVIATA AL MINISTERO DELL’AMBIENTE
Questo è il testo della missiva, spedita per conoscenza alla direzione generale per la crescita sostenibile e la qualità dello sviluppo: “Con riferimento alla conferenza di servizi, facendo seguito alla più volte manifestata assoluta contrarietà di questo Ente a una qualsivoglia forma di differimento dei lavori, anche in considerazione dell’incertezza circa la sussistenza di un soggetto gestore dello stabilimento, in virtù dell’approssimarsi del mese di novembre, con la presente si prende atto del parere reso ai sensi dell’articolo 2, comma 1 del Dm 115/2020 dalla Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale Via-Vas”.
“A tal proposito – è scritto ancora nella lettera – nell’evidenziare che i suddetti pareri confermano da un punto di vista tecnico e scientifico le criticità a carattere ambientale e sanitario che il differimento richiesto determinerebbe sulla popolazione della città di Taranto, con la presente, fermo restando la posizione innanzi richiamata, si ritiene che le tempistiche indicate in modo particolare nel parere del 18 settembre 2020 debbano essere ulteriormente compresse, pur condividendone le supplementari misure cautelative ivi indicate”.
A questo punto, il sindaco e la città di Taranto attendono una risposta dal Ministero.
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