46° Festival della Valle d’Itria. Tra gli ulivi, alla ricerca del filo di Arianna

di Fernando Greco

Fernando Greco

Inondare di musica e di arte la splendida Valle d’Itria per ritrovare il filo di quella bellezza che sembrava persa per sempre sotto i colpi della pandemia: questi gli intenti che hanno guidato il direttore artistico Alberto Triola e il direttore musicale Fabio Luisi nell’impaginare in tempi strettissimi un cartellone ripensato ad hoc nel rispetto delle misure di sicurezza richieste dall’emergenza Covid-19 affinché anche quest’anno potesse aver luogo “un Festival che sempre di più gioca il suo ruolo di faro per il Mezzogiorno e per l’Italia dello spettacolo dal vivo” secondo le parole di Triola.

Un’accorata speranza traluce dalle parole di Franco Punzi, presidente della Fondazione Paolo Grassi che puntualmente si fa carico della complessa macchina organizzativa: “Abbiamo creduto anche nei momenti più difficili, che le luci di Palazzo Ducale dovessero accendersi sulla 46a edizione del Festival: il nostro è un impegno nei confronti del territorio, degli artisti ma soprattutto del nostro pubblico. È nel momento più grave che il teatro, così come ci insegna Paolo Grassi, deve essere in grado di affermare il proprio ruolo, di trovare nuova vitalità per restituirla alla comunità di cui fa parte. Il mio più sentito ringraziamento va quindi a tutto lo staff del Festival, il cui lavoro instancabile potrà ridare ossigeno a Martina Franca e a tutta la Valle d’Itria”.

L’edizione di quest’anno, intitolata simbolicamente “Per ritrovare il filo”, sarà dedicata al mito di Arianna partendo da due spettacoli nel segno di Richard Strauss, “Il borghese gentiluomo” e “Arianna a Nasso”, per completarsi con un ricco programma di recital e concerti a cui faranno da scenario i luoghi più suggestivi di Martina Franca (dal consueto cortile di Palazzo Ducale ai chiostri e alle chiese del centro storico), di Polignano a Mare, di Taranto nonché le monumentali masserie della zona.

“Il borghese gentiluomo” e “Arianna a Nasso”

Palazzo Ducale ospiterà i due titoli di Richard Strauss (1864 – 1949), in versioni di rara esecuzione, entrambi concepiti per un organico strumentale formato da una trentina di esecutori che, per l’occasione, sarà composto da elementi dell’Orchestra della Fondazione Teatro Petruzzelli di Bari.

Correva l’anno 1911 quando, all’indomani del successo dell’opera “Der Rosenkavalier” (Il Cavaliere della Rosa), il poeta Hugo von Hofmannsthal, che ne era stato il librettista, propose a Strauss di comporre nuove musiche di scena per la commedia-balletto “Il borghese gentiluomo” di Molière (1622 – 1673) da affidare alla compagnia di prosa diretta dal famoso regista Max Reinhardt. Quella satira sottile con cui nel Rosenkavalier era stata affrontata l’umana contraddizione tra indole e ruolo sociale, evidente nel contrasto tra i modi screanzati di un barone e le affettate smancerie di un ricco borghese con pretese di nobiltà, ben si attagliava alla figura di Monsieur Jourdain, protagonista della pièce di Molière (interpretato dall’autore in persona durante la prima assoluta del 1670, alla corte del Re Sole, con musiche di scena composte da Jean-Baptiste Lully). L’ambizioso imprenditore si circonda di artisti a cui elargisce denaro nell’illusione che i soldi possano garantirgli gusti raffinati e sensibilità artistica, senza comprendere di essere assecondato soltanto per piaggeria. Committente incolto, ma munifico, egli viene accontentato perfino quando pretende che, durante una sontuosa festa a casa sua, un’opera seria e un intermezzo comico vengano eseguiti contemporaneamente dalle due rispettive compagnie di canto. Pertanto, a conclusione della commedia “Il borghese gentiluomo”, la coppia Strauss – Hofmannsthal compose l’opera lirica in un atto “Ariadne auf Naxos” (Arianna a Nasso), geniale partitura in cui, al grottesco patetismo della protagonista, si interpolava l’allegra leggerezza delle maschere della Commedia dell’Arte, ovvero Arlecchino, Brighella, Scaramuccio e Truffaldino, capeggiati dalla frizzante Zerbinetta.

La verità in un sorriso

Se il Novecento è il secolo delle contraddizioni, l’opera “Ariadne auf Naxos” di Strauss ne rappresenta l’ideale metafora in quanto rovesciamento di valori, mirabile esempio di quanta serietà possa annidarsi nell’evanescenza di un sorriso e, al contrario, quanto di buffo possa rintracciarsi nell’elemento tragico. Il mito di Arianna abbandonata da Teseo è uno tra i più sfruttati nella storia del teatro musicale, da Monteverdi a Massenet, ma per la prima volta la coppia Strauss – Hofmannsthal ne propone una visione ironica ai limiti del cinismo che, se da un lato ridicolizza l’elemento tragico, dall’altro nobilita l’elemento giocoso, la leggerezza quale chiave di lettura delle vicende umane. E così il pubblico dimentica presto i piagnistei di Arianna, ma non potrà più scordare la palpitante umanità di Zerbinetta, personaggio a cui sono riservate le pagine più ardite di un pentagramma che guarda allo stile buffo del Settecento con una sensibilità tutta nuova che già prelude al “Rake’s progress” di Stravinskij (1951), in un eclettico mélange con l’operetta viennese e il turgore wagneriano.

Non siamo donne, qui, tra noi? Qual è la donna che non abbia sofferto le vostre stesse pene? Tradita, abbandonata, sola … Ahimè! Ma siamo noi forse al riparo dalle crudeli, dolcissime mutazioni dell’anima? Sincera mi credo, eppure ho già tradito … I maschi! Mio Dio, se volevi che noi donne dovessimo resister loro, perché li facesti tanto diversi l’uno dall’altro?”

Il tiepido successo riscosso dal dittico “Borghese gentiluomo” – “Arianna a Nasso” andato in scena a Stoccarda nel 1912, convinse gli autori a separare l’opera in prosa dall’opera lirica: l’”Arianna”, arricchita di un prologo (pagina straussiana di sublime bellezza), continuò a essere rappresentata in maniera autonoma, mentre le musiche di scena del “Borghese gentiluomo” furono raggruppate in una suite orchestrale da concerto.

Il borghese gentiluomo” inaugurerà il 46° Festival della Valle d’Itria nella serata del 14 luglio (repliche 22, 25 luglio e 1 agosto) in un’edizione ripensata come monologo dallo scrittore Stefano Massini, popolare volto televisivo di La7, che interpreterà il ruolo di Monsieur Jourdain nella serata inaugurale, cedendo il posto durante le repliche al regista e attore Davide Gasparro, curatore della mise en espace dello spettacolo. La direzione dell’orchestra sarà affidata a Michele Spotti, di ritorno al Festival dopo “Il Matrimonio Segreto” che ha inaugurato la scorsa edizione. Nelle parti cantate, Jourdain sarà interpretato dal baritono Vittorio Prato, mentre il mezzosoprano Ana Victoria Pitts vestirà i panni del Pastore. Anche per i due suddetti cantanti si tratta di un gradito ritorno dopo “Il Matrimonio” dell’anno scorso. Il soprano Barbara Massaro sarà la Pastorella. I movimenti scenici saranno ideati da Fabrizio Di Franco, in collaborazione con Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto.

“Arianna a Nasso”, in scena il 21 luglio (repliche 24, 26 luglio e 2 agosto), sarà proposta in una nuova traduzione in italiano approntata dal celebre musicologo e traduttore Quirino Principe. La direzione dell’orchestra sarà affidata a Fabio Luisi; l’allestimento sarà a cura del regista Walter Pagliaro, con elementi scenici di Gianni Carluccio e costumi di Giuseppe Palella (già Premio Abbiati per le sue precedenti produzioni al Festival). Nel ruolo di Arianna il soprano Carmela Remigio, di ritorno al Festival dopo il successo ottenuto in “Rinaldo” (2018) ed “Ecuba” (2019); nei panni di Bacco ci sarà il tenore Piero Prettiin quelli di Zerbinetta il soprano Jessica Pratt; Arlecchino sarà il baritono Vittorio Prato.

Il canto degli ulivi

Le più belle masserie della zona ospiteranno “Il canto degli ulivi”, pregevole ciclo dedicato all’accoppiata voce e pianoforte, con sguardo attento al mito di Arianna. Primo appuntamento il 16 luglio a Crispiano con il recital del basso Alex Esposito accompagnato al pianoforte da Carmen Santoro, impegnata anche il 20 luglio a Cisternino nel recital dei soprani Lidia Fridman e Leonor Bonilla. Il mezzosoprano Veronica Simeoni e il pianista Michele D’Elia saranno i protagonisti dell’appuntamento del 23 luglio alla Masseria Palesi di Martina Franca con pagine che includeranno l’antico “Lamento di Arianna” di Monteverdi e la cantata “Arianna a Naxos” di Haydn.

La musica vocale proseguirà a Palazzo Ducale con altre tre importanti serate. Il 29 luglio il contralto Sara Mingardo sarà protagonista del “Concerto barocco” durante il quale le sarà assegnato il Premio “Rodolfo Celletti” 2020: tra i brani in programma anche un’aria tratta dall’“Arianna in Nasso” di Porpora. Il 30 luglio tornerà il “Recital di Belcanto” con il soprano Jessica Pratt e il tenore Xabier Anduaga accompagnati dal pianoforte di Giulio Zappa. Il 31 luglio l’Orchestra Cremona Antiqua accompagnerà il soprano Anna Caterina Antonacci nel concerto “SeiNovecento. Da Monteverdi a Poulenc”. Maestro concertatore al cembalo e all’organo Antonio Greco. Al pianoforte Francesco Libetta.

Il mare e la rete

Il mare sarà protagonista del concerto ospitato il 15 luglio dal Museo della Fondazione Pino Pascali di Polignano, con il soprano Lidia Fridman (acclamata Ecuba lo scorso anno), il Trio Gioconda De Vito e il Duo Gromoglasova. Il 28 luglio il Festival farà tappa a Taranto per il recital del tenore Francesco Meli e del baritono Luca Salsi, entrambi interpreti dell’ultima Tosca scaligera, che proporranno l’ascolto di celebri pagine verdiane, accompagnati al pianoforte da Davide Cavalli.

Due le date concertistiche al Chiostro di San Domenico per omaggiare il genio di Beethoven (1770 – 1827) nel 250° anniversario della nascita: il 17 luglio con il pianista Federico Colli – vincitore del primo premio nel 2011 al concorso Mozart di Salisburgo e nel 2012 al Leeds International Piano Competition – e il 18 luglio con il duo formato dalla violinista Francesca Dego e dal direttore d’orchestra Daniele Rustioni, che a Martina Franca sarà nelle vesti di pianista.

Considerato che durante i mesi del lockdown ci si è avvezzi sempre di più al web streaming, il 27 luglio ci sarà un’originale iniziativa musicale in più tappe fra i monumenti del centro storico e attraverso i secoli della musica, intitolata Omaggio a Martina Franca “Come Teseo: nel labirinto bianco con il filo d’Arianna”, che coinvolgerà decine di artisti – fra i quali specialisti del repertorio barocco come il direttore Federico Maria Sardelli e il soprano Giulia Semenzato – e che potrà essere seguita in streaming dal pubblico di tutto il mondo.

Per ulteriori dettagli si può consultare il sito www.festivaldellavalleditria.it

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