Brindisi, aspiravano a diventare “boss”: arrestati giovani vertici delle bande Borromeo e Lagatta

Operazione Alto impatto 2, lo scontro tra bande rivali finisce con undici arresti: sequestro di persona e porto di armi da guerra tra i reati contestati

Aspiravano al titolo di “boss” e per questo erano disposti a tutto. Per mesi hanno terrorizzato gli abitanti di Brindisi e dintorni, con attentati incendiari e sparatorie, anche a poca distanza dai comuni cittadini, perché tutti vedessero.

Ma dopo i primi arresti di novembre sono arrivati ora altri undici fermi (nove arresti e due obblighi di dimora).

Sono stati eseguiti oggi, alle prime ore dell’alba, dai Carabinieri di Brindisi; l’ordinanza è stata emessa dal G.I.P. del Tribunale di Brindisi, su richiesta della Procura della stessa città: è la conclusione delle indagini dell’operazione Alto impatto 2, avviata dopo il “caldo autunno” scorso.

Una faida tra gruppi rivali, con tanto di attentati incendiari e sparatorie, anche a poca distanza dalla gente comune. I primi arresti sono stati eseguiti a novembre, con un altro blitz nel quale sono stati fermati in nove, tra cui due giovani, Antonio Borromeo (24 anni) e Antonio Lagatta (22 anni), entrambi indicati dagli inquirenti come gli “aspiranti boss”, appartenenti a famiglie criminali già note e messisi rispettivamente a capo dei due gruppi rivali che, tra gambizzazioni interne, rapine e assalti a furgoni portavalori, hanno terrorizzato Brindisi e dintorni da settembre.

Nonostante l’arresto dei capi, la guerra tra bande non si è fermata, anzi. Il 2 novembre è stato gambizzato Damiano Truppi, mentre il giorno successivo si sono susseguiti ben cinque episodi, tutti riconducibili, secondo gli inquirenti, alla guerra tra i gruppi di Borromeo e Lagatta, e culminati, appunto, con gli arresti di oggi: innanzitutto l’incendio, documentato dalle telecamere, di due automobili di Antimo Libardo; poi il ferimento a colpi di pistola di Antonio Fontò e, in serata, la fuga su una terza auto di Libardo, con tanto di inseguimento da parte dei Carabinieri, allarmati dopo che l’uomo non si è fermato ad un controllo; infine, sempre in serata, il ferimento di Loriano Marrazza (fratellastro di Tiziano Marra, appartenente al gruppo di Borromeo) e l’esplosione di colpi di kalashnikov (almeno 19, secondo i rilievi dei Carabinieri) contro la casa del fuggiasco Libardo.

Le indagini hanno portato a collegare a questi fatti anche l’assalto ad un furgone portavalori Cosmopol, nel quale erano coinvolti appartenenti al gruppo di Lagatta: Claudio Rillo, Michael Maggi, Alessandro Giglio, Diego Pupino e Vincenzo Vantaggiato, zio di Michael Maggi. Incasso della rapina, i 25mila euro in contanti, appena ritirati da un Mc Donalds nelle vicinanze.

L’operazione “Alto impatto 2” si è conclusa con il sequestro di quattro pistole di vario calibro, due ricetrasmittenti, capi di abbigliamento usati dai criminali come camuffamento e 10mila euro, frutto di una rapina.

// GLI ARRESTATI Nove in carcere, due fermati con obbligo di dimora, tutti accusati, a vario titolo, di sequestro di persona, rapina, detenzione illegale e porto in luogo pubblico di arma da guerra (kalashnikov) e arma comune da sparo, danneggiamento e incendio, violenza privata, ricettazione, resistenza a pubblico ufficiale e favoreggiamento personale.

A finire in carcere sono Antonio Borromeo (25 anni), Antimo Libardo (40 anni), Lorenzo Russo (21 anni) e Tiziano Marra (20 anni), appartenenti alla prima fazione; Antonio Lagatta (23 anni),Michael Maggi (24 anni), Claudio Rillo (23 anni), Alessio Giglio (25 anni) e Diego Pupino (23 anni), della seconda fazione.

A Damiano Truppi e Vincenzo Vantaggiato è invece stato imposto l’obbligo di dimora nel comune di residenza.

Le foto degli arrestati

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