Le proteste dei cittadini si fanno social dopo la decisione di proseguire i lavori del gasdotto. La popolazione sceglie il web per dar voce al dissenso
di Valentina Isernia
“Non alzate le mani e filmate” e il web diventa, ancora una volta, strumento di risonanza di una contestazione tesa, decisa: quella dei salentini che non ci stanno a vedere usurpato il proprio territorio per l’attuazione di un progetto che, solo nella prima fase, prevede l’espianto di 230 ulivi per fare spazio a TAP (Trans Adriatic Pipeline), il gasdotto che entro il 2020 dovrà portare il gas dell’Azerbaijan all’Europa.
https://www.facebook.com/tobia.lamare/videos/10154204021116736/
“Vergogna. Gli ulivi non si toccano”, gridano, però, gli abitanti che da tempo presidiano le campagne e che tentano con ogni mezzo di ottenere lo stop, almeno temporaneo, dei lavori.
La sentenza del Consiglio di Stato pubblicata il 27 marzo, che ha respinto gli appelli del Comune di Melendugno e della Regione Puglia ha acceso ancora di più gli animi dei cittadini, che non hanno atteso che i media “ufficiali” agissero per loro, ma, smartphone alla mano, hanno filmato e pubblicato in diretta su Facebook le proteste e l’intervento della polizia in località San Basilio a San Foca.
https://www.facebook.com/tobia.lamare/videos/10154203989611736/
https://www.facebook.com/tobia.lamare/videos/10154203958596736/
Le dirette sono state lanciate da Tobia Lamare, da anni figura di spicco della cultura alternativa in Salento. Musicista e dj a 45 giri, nei suoi “Sabatoni” ha ospitato rockstar internazionali e ha realizzato documentari e residenze artistiche nelle quali cerca le connessioni tra la musica e le onde, tra arte e territorio: il suo ultimo disco, “Summer Melodies”, ha visto le sue canzoni viaggiare in tour per l’Italia e l’Europa.
Le sue dirette dal presidio No Tap sono diventate subito virali,
con quasi 16.000 visualizzazioni sul suo profilo ufficiale e 13.000 su quello dedicato al Comitato No Tap e hanno dato eco a quella protesta a mani alzate dove non sono sicuramente mancati gli scontri fisici, pur sempre deprecabili, ma nemmeno la volontà della popolazione di una protesta pacifica a difesa del proprio territorio: la verità sta nel mezzo e la documenta il web.
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