Fiusis, case study unico in Europa

Calimera. Le università di tutto il mondo studiano il sistema di produzione di energia innovativo, sostenibile e a filiera cortissima ideato nel Salento

“Dell’ulivo non si butta via niente”. Per questo decine di studenti universitari provenienti da tutto il mondo vengono nel Salento per visitare l'impianto Fiusis. Istanbul (Turchia), Buenos Aires (Argentina), Santiago (Cile), Stoccolma (Svezia) e da ultimo, pochi giorni fa, una ventina di studenti provenienti dall'Università di Foggia, dalla National Technical University di Atene, dall'Ovidius Università di Costantza (Romania) e dall' Università la Sapienza di Roma hanno visitato l'azienda Fiusis Srl, nel corso di un intensivo programma di studio. La delegazione, guidata dai docenti Maria Rosaria Lombardi e Maurizio Prosperi dell’Università di Foggia nell’ambito del progetto Star Agro Energy, ha avuto come obiettivo quello di fornire agli studenti coinvolti un quadro teorico e metodologico sull'efficienza tecnica ed economica dei distretti agro-energetici dell'UE e una panoramica sulle questioni di equità sociale derivanti da una distribuzione diseguale dei costi e dei benefici tra i diversi stakeholders. A quattro anni dall'inizio della produzione, la Fiusis Srl di Calimera (Le) è diventata un case study su come innestare attività industriali all’interno di un’economia agricola utilizzandone i materiali di scarto. Si tratta di un tema che negli ultimi anni sta destando numerose preoccupazioni circa le implicazioni sulla sostenibilità sociale, economica e ambientale. In questo contesto, nasce la necessità di considerare non solo l'efficienza di un distretto agro-energetico attraverso l'analisi di nuove tecnologie in grado di minimizzare l'esaurimento delle risorse naturali, ma anche quella di garantire che il benessere umano sia uniformemente distribuito tra la popolazione. Il management di Fiusis (società salentina al 100%) ha accolto la delegazione e illustrato le peculiarità dell’impianto, che per le sue caratteristiche è un caso unico in Europa. Queste le unicità dell'impianto: filiera cortissima, bassissimo impatto ambientale, eticità nelle dinamiche socio-economiche. Fiusis è un micro-impianto per la cogenerazione energetica di prossimità, completamente e perfettamente integrato con l’agricoltura locale e attenta alla salvaguardia dell’ambiente. L'impianto è infatti alimentato da scarti di potatura di legno d’ulivo raccolti gratuitamente dall’azienda presso le campagne circostanti: ben il 50% della materia prima proviene da un raggio inferiore a15 km dalla sede dell'impianto, mentre il restante proviene da località distanti non più di 50 km. A questo si sommi la riduzione del rischio di incendi nelle campagne derivante dai fuochi indiscriminati di ramaglie. La materia prima dell'impianto è costituita per il 95% da ulivo e per il restante 5% da pini marittimi e querce: sono tutte rimonde locali. Da 4 anni a questa parte la raccolta in loco delle ramaglie d’ulivo è passata dai 40.000 alberi per il primo anno a più di 1.000.000 alberi nel quarto anno di attività. L’azienda è in grado di rispondere al 100% delle richieste ed ha ampia capacità di assorbimento degli scarti della produzione agricola. Intorno all'impianto gravita un indotto di cooperative agricole incaricate della raccolta e triturazione delle ramaglie. L’Amministratore Unico dell'azienda Fiusis, Marcello Piccinni, ha voluto sottolineare il valore culturale dell’impresa economica. L'imprenditore, figlio della classe contadina, ha inteso trasmettere agli studenti il ruolo centrale dell’ulivo nella cultura millenaria salentina: fonte di energia e calore (per la legna e l’olio lampante che veniva prodotto); fonte di reddito per l’intero territorio, fonte di nutrimento. In tale contesto e in continuità con esso si innesta l’idea imprenditoriale , che guarda alla sua impresa animato da una forte etica di prosecuzione della tradizione culturale ed economica del territorio. “Il benessere economico e la stabilità sociale, dice l'Amministratore di Fiusis, che per centinaia di anni l’ulivo ha garantito alle famiglie del Salento può, ancora oggi essere garantito, ma con modalità nuove accompagnate da un minore impatto ambientale”.

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