//SPECIALE EROSIONE COSTE// 1// Lecce. Tutti d’accordo sulla necessità di una riflessione corale sull’erosione. La conferenza del CMCC elabora il documento da cui ripartire. Insieme
// Crolli falesia. Niente di nuovo sotto il sole LECCE – Il Salento conosce l’erosione costiera da sempre. Dipende dalla natura calcarea delle sue rocce. Le falesie sono sempre crollate, le onde sono sempre andate avanti e indietro e, con il loro moto perenne, hanno rosicchiato porzioni di scogliera plasmando gradualmente il volto del litorale. E’ una legge naturale. Conoscerla significa riuscire ad adattarsi, facendo in modo che la sua azione non abbia un impatto troppo violento sulla vita delle persone e che queste, da parte loro, siano rispettose dei luoghi che vivono. Ogni anno allo scoccare della primavera il Salento si ricorda dell’erosione. I sindaci dei Comuni rivieraschi, a turno, gridano che sono necessari i ripascimenti delle coste e chiedono tavoli per stabilire a chi spetterà occuparsene. Si propongono soluzioni che durano una stagione. Poi l’argomento si archivia, in attesa dello scoccare della primavera successiva. Nel frattempo si autorizzano le strutture balneari, che a volte sono in regola e a volte no, che a volte rispettano i luoghi dove sorgono ed altre volte non lo fanno. Di tanto in tanto l’abuso viene scoperto e poi punito. E si ricomincia daccapo. Anche quest’anno è andato tutto come da copione. Se non fosse per un dettaglio che ha messo in crisi l’intero territorio: le ordinanze con cui la Capitaneria di porto ha imposto il divieto di balneazione su alcune porzioni di costa, 50 kilometri in tutto, il 15% del totale. Si tratta per la maggior parte di zone già poco frequentate dai bagnanti e già note per essere praticabili a fatica, anche perché il turismo balneare salentino si svolge per il 95% sulla spiaggia. I Comuni interessati dalle ordinanze sono Melendugno, Vernole, Otranto, Castro, Santa Cesarea Terme, Andrano, Castrignano del Capo, Diso, Gagliano del Capo, Alessano (porticciolo di Novaglie), Porto Cesareo, Racale, Tiggiano e Tricase. Gli atti, a firma del comandante della Guardia costiera, Attilio Maria Daconto, sono passati sotto il vaglio del procuratore di Lecce Cataldo Motta che ha spiegato che i provvedimenti hanno il fine di garantire un'estate sicura a salentini e turisti, sgomberando il campo da allarmismi e false notizie. Del resto, ha detto Motta, il rischio di crollo di molti tratti di falesia salentina è tangibile; negli anni scorsi troppo poco è stato fatto per tutelarla e non si può più restare ancora inermi. Con disposizioni successive, la perimetrazione dei divieti è stata poi modificata, ritrattata, discussa. E, come al solito, il tutto è servito solo a creare una nuova emergenza. I cittadini si sono chiesti che cosa sia successo al Salento, da renderlo così pericoloso per i bagnanti. I sindaci, dal canto loro, hanno assicurato che pericoloso non è, rigettando le ordinanze e difendendo i propri territori; hanno chiesto di preservare la stagione turistica e di trovare soluzioni condivise. Perché è proprio questo il punto: la condivisione delle strategie. Per il sindaco di un comune costiero, che tutto l’anno aspetta l’estate per movimentare l’economia, l’imposizione di un divieto di balneazione, ad un passo dall’estate, è come un macigno sulla testa. Un percorso condiviso di identificazione della strategia di tutela renderebbe il tutto molto meno traumatico, perché darebbe certezze e non lascerebbe gli amministratori da soli di fronte al problema. Il rischio è che l’immagine turistica del Salento ne esca danneggiata. Per fare chiarezza sulla situazione presente, sui metodi per studiare a fondo il fenomeno dell’erosione, e sulle strategie già messe in campo, il CMCC, il Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, ha organizzato il 29 e 30 maggio a Lecce un “Dialogo sull'erosione costiera: ricerca, impatti e strategie”, chiamando amministratori, associazioni, ricercatori a dare ognuno il proprio contributo al dibattito. L’incontro è stato un’occasione di scambio di idee e prospettive. E’ emerso che l’unico modo per affrontare la questione erosione è un approccio multidisciplinare, che possa contare sull’ausilio delle più avanzate innovazioni tecnologiche per elaborare strumenti di pianificazione e programmazione a lungo termine, che non si esauriscano in una stagione, ma abbiamo una validità duratura. Composto da sessioni scientifiche, dibattiti e da una tavola rotonda finale, l’incontro si è concluso con la redazione di un documento di sintesi scientifica che raccoglie gli argomenti salienti emersi dalla discussione. IL documento è stato presentato ieri da Loredana Capone, assessora regionale allo Sviluppo economico, Antonio Gabellone, presidente della Provincia di Lecce, Giovanni Refolo, direttore generale della Provincia di Lecce, Paolo Perrone, sindaco di Lecce), Alessandro Delli Noci, assessore all’Innovazione del Comune di Lecce, e Antonio Navarra, presidente del CMCC. Ribadisce la necessità di fare squadra, di ricorrere alla scienza per monitorare i luoghi, di programmare gli interventi per tempo e con cognizione di causa. Il Salento riparte da qui. Dalle rocce alte delle sue coste calcaree. Leggi l'intero Speciale erosione: Parte 2: Erosione coste. I casi ‘made in Puglia' che si potevano evitare Parte 3: Erosione Puglia. Di Santo: ‘Il vero pericolo è sottoterra' Parte 4: Tutela della costa, le armi della Regione Parte 5: Erosione. Capitaneria: ‘Cittadini abbandonati a se stessi'
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