Sesso, droga ed altro ancor I

Il principio eucaristico dei peperoncini della California

Il vitalismo dei Red Hot Chili Peppers può prendere le forme di un’eruzione di sessualità elementare che colpisce come una fantasia infantile. Quello che c’ho io lo devi dare a tua madre, a tuo padre e a tua figlia. Quello che c'ho io devi prenderlo e mettertelo dentro. Anthony Kiedis, nelle interviste in prima serata, rimaneva sul vago: era una canzone sulla generosità universale. Anche se “Give it Away” (dallo, dalla, dàtela) ripetuto 68 volte, nonché versi come “vieni e abbeverati alla mia fertilità” lasciano pochi dubbi sul tipo di offerte e profferte. Comunque si va oltre l’atto sessuale stricto sensu, verso il desiderio puro, che è orale, anale, uretrale… tutto! Perché tutto, passando dappertutto, deve andare dentro, un “dentro” dove giace l’oggetto reale di ogni pulsione del bambino adulto (vedi Flea, che in palco esibiva dal nudo allo scheletro). Il rito diventa eucaristia anfetaminica: prendete e ingeritene tutti, poi fate un passetto di danza e… drink a little water. A proposito di acque, il verso “c’è un fiume (river) nato per dare, ti tiene caldo e non ti fa tremare” pare sia un ermetico omaggio all’amico River Phoenix, ritrovato gonfio di droghe, un freddo mattino di vent’anni fa.

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