No Tap, informare per dare voce alla protesta

Piazza gremita a Vernole per dire no alla Tap, giovedì si replica a Calimera

Vernole. Grande partecipazione ieri in Piazza Vittorio Veneto a Vernole per il convegno “Gasdotto Tap – rischi e pericoli” organizzato dall' amministrazione comunale di Vernole insieme ai Comuni di Castrì e Melendugno e con la collaborazione del Comitato No Tap e delle associazioni Punto e a Capo, Polemonta, Sveglia Cittadina, LILT Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, Reazione, Tramontana. Il sindaco di Vernole, Luca De Carlo e Marco Potì, rispettivamente sindaci di Melendugno e Castrì, hanno invitato il presidente Vendola alla resistenza civile e politica, per contrastare le pressioni per la realizzazione di questo mega impianto che dovrebbe arrivare a San Foca. Contrari i comuni di Melendugno, Vernole, Castrì di Lecce e Caprarica di Lecce che hanno già deliberato contro. Presenti il vice sindaco di Castri di Lecce, Andrea De Pascali, Antonio De Giorgi, Energy manager, Mario Tagliaferro, giurista, Giuseppe Serravezza, oncologo e presidente della sezione provinciale della Lega italiana contro i tumori e Gianluca Maggiore del Comitato No Tap. Ha moderato la serata la giornalista Maria Grazia Fasiello. Dal palco l’idea unanime è quella di svegliare le coscienze della società civile, far conoscere il progetto e far capire a tutti i rischi, evitando di arrivare impreparati come in Val di Susa, dove la gente si è resa conto di quanto stava accadendo solo quando ormai le trivelle avevano iniziato il loro lavoro. Gli amministratori hanno poi ribadito le finalità turistiche del territorio, le conseguenze che una simile opera potrebbe portare sarebbero disastrose. Alcune precisazioni sono giunte dal consorzio Tap, in una nota stampa fanno sapere che: “La società Tap intende confermare che nessuna opera definitiva in calcestruzzo o bitume verrà realizzata sul fondo marino, né in fase di realizzazione del gasdotto né successivamente alla sua costruzione. Le uniche operazioni sul fondale previste dal progetto sono quelle necessarie per il recupero del macchinario usato per lo scavo del microtunnel presso il punto di uscita dello stesso”.“Qui il sedimento marino – prosegue la nota di Tap – verrà preliminarmente scavato e la realizzazione di un terrapieno permetterà di facilitare il posizionamento del gasdotto e il suo inserimento all’interno del tunnel. Queste attività saranno realizzate con le stesse navi utilizzate per la preparazione del punto di uscita del microtunnel. La profondità delle acque, in quel punto, è di circa 20-25 m. Dopo l’installazione, il gasdotto verrà ricoperto per un primo tratto dal punto di uscita con i sedimenti di scavo, pari nel complesso a circa 15.500 metri cubi. Non sono previste gettate di cemento sul fondale, in quanto la struttura del microtunnel è realizzata con conci di calcestruzzo prefabbricati e il gasdotto a mare è semplicemente posato sul fondale senza necessità di alcuna struttura accessoria”. Intanto giovedì di replicherà a Calimera, ancora incontri e ancora dibattiti. Articoli correlati: Tra i No Tap anche la Lilt Ecco come la Tap distruggerà San Foca

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