Stadio Capozza. Cancellate convenzione e fidejussione

L’INCHIESTA. Casarano. Al momento del voto l’opposizione ha lasciato l’aula. Il sindcaco Stefàno: “Ma i cittadini non sono ancora 'al sicuro'”

CASARANO – Due colpi di spugna in un solo Consiglio comunale. Il primo: sulla convenzione; il secondo: sulla fidejussione. E’ stata una seduta molto intensa, quella di oggi, a Palazzo dei Domenicani. I consiglieri casaranesi erano chiamati a decidere sulle sorti dello stadio comunale “Capozza” e degli oneri che il suo utilizzo comporta per il Comune, quindi per i cittadini. Una questione molto spinosa e, nello stesso tempo, molto sentita in città. La seduta si è conclusa con un doppio risultato, di grande portata: l’approvazione dell’indirizzo per la revoca della convenzione con la quale il Comune (nel 2008; sindaco Remiglio Venuti) ha dato lo stadio in concessione alla Virtus Casarano, società sportiva facente capo al gruppo Italgest di Paride ed Ivan De Masi; l’approvazione dell’anamento della fidejussione da un milione 350mila euro sottoscritta dal Comune (nel 2010, sindaco Ivan De Masi), a garanzia del mutuo con il Credito sportivo che la Virtus aveva acceso per eseguire i lavori di adeguamento dallo stadio. Al momento del voto l’opposizione non era presenti in aula: i consiglieri Fersino, D'Aquino e Bartolomeo erano infatti assenti già dall'inizio delle seduta; De Marco, Caputo e Zompì hanno invece abbandonato l'aula in un sedcondo momento. “L'anamento era un atto dovuto nei confronti della città – commenta il sindaco Gianni Stefàno – anche perché era necessario dare seguito al percorso già intrapreso dalla commissaria Erminia Ocello con l'anamento della convenzione in autotutela. Noi avevamo due scelte davanti: anare quel provvedimento commissariale o anare convenzione e fidejussione. Abbiamo optato per la seconda ipotesi, anche perché dovevamo in qualche modo segnalare la presenza delle numerose illegittimità legate a questi documenti”. I cittadini sono dunque “salvi”? “Purtroppo ancora no. Certamente il Credito sportivo ora si vorrà rivalere o contro il Comune o contro la società. Se dovesse farlo contro il Comune, cercheremo di 'contrattare' le condizioni. Intanto era necessario dare un segnale della nostra posizione su questa faccenda”. 26 giugno 2013 Stadio Capozza: bene pubblico diventato privato di Marilù Mastrogiovanni Sono passati cinque anni da quando lo stadio comunale “G. Capozza” fu affidato in concessione dal Consiglio comunale di Casarano (sindaco Remigio Venuti) alla Virtus Casarano, società sportiva facente capo al gruppo Italgest di Paride ed Ivan De Masi. L’accordo era che la Virtus avrebbe fatto alcuni lavori straordinari, accollandosi, in cambio dell’utilizzo ventennale della struttura, la manutenzione ordinaria e straordinaria (ad esempio la manutenzione del manto erboso) e il pagamento delle utenze. Due anni dopo, il Comune, e su questo si sollevarono le polemiche, firmò la fidejussione da un milione e 350mila euro, a garanzia del mutuo con il Credito sportivo che la Virtus aveva sottoscritto per eseguire i lavori. Il sindaco, nel frattempo, era diventato Ivan De Masi. Da allora la Virtus, nel frattempo diventata una società a responsabilità limitata e non più una società di persone, non ha mai pagato le rate del mutuo. Ha pagato la prima, ma tale pagamento era incluso nell’erogazione del mutuo, che è stato cioè riconosciuto dal Credito sportivo decurtando l’importo della prima rata. Dopodiché a carico delle tasche dei cittadini, sono arrivate le utenze: circa 20mila euro tra luce e acqua per l’ultima stagione sportiva, pagate dal Comune. E la raccolta pubblicitaria dei cartelloni all’interno dello stadio? Il Comune non ha mai incassato alcunché. La società sportiva che fa capo ad Eugenio Filograna che ora è patron della squadra, è sconosciuta al Comune se non per alcune note inviate al Comune negli ultimi mesi in cui rende noto lo stato di trascuratezza, per mancata manutenzione dello stadio, chiedendo anche che l’amministrazione Stefàno prenda una decisione chiara, mettendolo nelle condizioni di utilizzare lo stadio in pieno diritto. La società di Eugenio Filograna infatti usa lo stadio di proprietà comunale, avendo raggiunto un accordo con la Virtus della famiglia De Masi, per l’utilizzo dello stadio pagando una tariffa giornaliera. Di fatto la Virtus dei De Masi da cinque anni dispone dello stadio di proprietà pubblica come se fosse proprietà privata, ricavandone anche delle entrate, senza alcun esborso di denaro e senza ottemperare ad alcun obbligo sottoscritto per contratto. Gli oneri sono ritornati così al mittente: i cittadini. L’Amministrazione comunale guidata da Gianni Stefàno non ci sta: oggi il Consiglio comunale sarà chiamato a deliberare sullo scioglimento della concessione, viste le numerose inadempienze contrattuali riscontrate nella condotta della Virtus dei De Masi, invocando l'articolo 1 comma 2 della Convenzione di concessione fra Comune e Virtus Casarano. Rimane la bomba dormiente della fidejussione: c’è il rischio concreto che il Credito sportivo chieda al Comune di rientrare dell’intero importo, che è superiore al valore dei lavori eseguiti dalla Virtus e all’epoca appaltati ad una società dello stesso gruppo Italgest. Articoli correlati: Nuovo Capozza. La firma c'è Fidejussione solidale: il Consiglio approva Casarano. Lo stadio resta alla Virtus La commissaria ai cittadini: ‘Invito alla speranza' Fidejussione Virtus. L'appello di Sel a sindaco ed assessore Francesca Fersino, ‘Servono efficienza e organizzazione' Fidejussione Virtus Casarano. Denuncia alla Corte dei Conti Fidejussione: ‘iter per l'anamento' avviato. Denuncia alla Corte dei Conti pure

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