Otranto, Santi Martiri

Roma. Dopo 533 anni, la canonizzazione degli 800 guidati da Antonio Primaldo. Difesero la propria terra e la propria fede dall’invasione turca

ROMA – I beati Martiri di Otranto sono ufficialmente santi. In una piazza San Pietro gremita di salentini, tra cittadini, fedeli e rappresentanti delle istituzioni, ieri papa Francesco ha portato a compimento l’iter iniziato diversi mesi fa, proclamando santi Antonio Primaldo e gli altri 800 che il 14 agosto 1480, rifiutandosi di rinnegare Dio e la propria fede, pagarono con la vita la propria devozione, in occasione dell’invasione turca.

Santi martiri
Santi martiri
Santi martiri
Santi martiri

Ad assistere al solenne momento, a Roma, c’erano anche i vescovi pugliesi, il presidente della regione Puglia Nichi Vendola, il presidente della Provincia di Lecce, Antonio Gabellone, il sindaco di Otranto, Luciano Cariddi, ed i senatori idruntini, Francesco Bruni e Dario Stefàno. 11 febbraio 2013 Antonio Primaldo e i martiri. Idruntini fino alla morte OTRANTO – Rifiutarono di rinnegare Dio. E per questo furono uccisi, per mano ottomana. La leggenda narra che il corpo di Antonio Primaldo, decapitato, rimase in piedi, dignitoso, davanti al terribile generale Gedik Ahamed Pascià. Con lui morirono, il 14 agosto 1480, altri 800 uomini. Difesero con la vita la propria devozione religiosa e la propria terra dall’invasione turca. La flotta turca arrivò ad Otranto il 28 luglio 1480; fino all’11 agosto gli idruntini riuscirono ad opporsi all’avanzata straniera ma poi le milizie musulmane riuscirono ad accedere allo spazio intramurario di Otranto e massacrarono per tre giorni chiunque si opponesse al loro cammino. Il 14 agosto Ahmed Pascià ordinò di eliminare tutti i superstiti di sesso maschile e d'età superiore ai 15 anni a cui proposero di rinnegare la propria religione per aver salva la vita. Rifiutarono tutti: erano 800. Vennero decapitati e lasciati insepolti per un anno, fino al 15 agosto del 1481, quando i cristiani riconquistarono la città. Oggi l’espressione “Mamma li Turchi”, nella cultura popolare salentina, racchiude insieme la tragedia di Otranto del 1480 e il clima di continuo allarme di quegli anni, quando le scorrerie erano all’ordine del giorno. I fatti di Otranto sono ripercorsi nel libro “L’ora di tutti” di Maria Corti, pubblicato nel 1962. Il romanzo segue, con gli occhi e le parole di cinque personaggi coinvolti nella storia, il dipanarsi delle varie fasi della battaglia, dall'assalto alla valorosa resistenza alla resa finale. Il personaggio di Idrusa, donna forte e coraggiosa, rappresenta una delle figure femminili più famose e studiate della cultura e della tradizione letteraria salentina. Il romanzo è suddiviso in cinque racconti reciprocamente intrecciati. Ogni racconto è narrato in prima persona dai vari protagonisti, ed è legato a varie vicende che si ripresentano nei ricordi dagkli altri personaggi. Articoli correlati: I martiri di Otranto portano ‘male' al papa L'addio del papa. Cariddi: ‘Gli sono grato'

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