Petruzzelli: scambi di coppia in crociera

Bari. Il “Così fan tutte” di Davide Livermore rimane rispettoso dell'ambientazione napoletana, pur trasferisce la vicenda su una nave in pieni anni '50

di Fernando Greco foto di Carlo Cofano BARI – Dopo tre ore trascorse a guardare le onde del mare in movimento, buona parte del pubblico del Petruzzelli avrà lasciato il teatro con un po' di cinetosi. Eh sì, perché il nuovo allestimento del “Così fan tutte” di Wolfgang Amadeus Mozart si svolge su una nave da crociera, con tanto di locandine in bianco e nero che, all'inizio dell'opera, pubblicizzano la crociera sulla nave “Fedeltà” in partenza da Napoli, anno 1955. // Un gioco per turisti Con buona pace di chi storce il naso davanti ad allestimenti “non tradizionali”, si tratta dell'ennesima genialata partorita dalla vulcanica creatività di Davide Livermore che da una decina di anni continua a creare capolavori di drammaturgia per il palcoscenico barese. Dopo il suo indimenticabile “Elisir d'amore” dalle reminiscenze felliniane, una “Cenerentola” assediata da elettrodomestici semoventi e un “Barbiere” in stile beat – generation, questo “Così fan tutte” rimane rispettoso opera mozartdell'ambientazione napoletana, come previsto dal libretto, però trasferisce la vicenda su una nave in pieni anni '50, potremmo dire gli anni della “Dolce vita”, epoca in cui l'Italia, risorgendo dalle ceneri del dopoguerra, scopriva il fascino irresistibile del nightclub, del peccato borghese, del sesso vissuto con nonchalance. L'originaria matrice illuminista, che voleva educare i giovani a considerare in maniera cinica e distaccata la passione amorosa e la fedeltà coniugale (il sottotitolo dell'opera “La scuola degli amanti” significa opera mozartproprio questo), qui diventa franco libertinaggio, mentre il paradossale scambio di coppie diventa credibile se inscritto nei limiti di un gioco per turisti spensierati, ammissibile al pari delle vivaci serate da ballo in costumi coloniali organizzate nel salone delle feste. Don Alfonso e Despina, l'uno comandante della nave e l'altra procace hostess, sono dunque i burattinai di un gioco per adulti rappresentato in maniera sempre esilarante ed esplicita, ma mai volgare. Irresistibile l'intraprendente Despina che, togliendosi i panni da hostess, passa la notte facendosi palpeggiare da muscolosi marinai. Mutatis mutandis, la faccia tosta di Despina rimane proverbiale, archetipo di tutte le serve, le domestiche e le cameriere del Settecento. La mente torna all'aneddotica riguardante la cantante Dorotea Bussani, prima interprete di Despina nonché moglie del basso Francesco Bussani, primo interprete di Don Alfonso, il quale era di circa vent’anni più vecchio di lei: durante la prima del “Così fan tutte” in scena a Vienna il 26 gennaio 1790, il pubblico rise sotto i baffi quando la donna si rivolse al marito dicendogli: “A una fanciulla un vecchio come lei non può far a!” E questo è solo uno dei doppi sensi di cui è pieno il libretto scritto da Lorenzo Da Ponte, geniale come i due drammi precedenti immortalati dalla sublime partitura mozartiana, ovvero “Le nozze di Figaro” e “Don Giovanni”. opera mozartLe intenzioni registiche trovano perfetto compimento in un allestimento decisamente art déco, complici i colorati costumi di Giusi Giustino e le scene di Santi Centineo, impreziosite dalla proiezione del mare e dell’orizzonte in movimento sullo sfondo, così da fingere il movimento della nave. Sapiente il light design di Giuseppe Ruggiero, che per tutta l’opera asseconda in maniera credibile il moto ondoso nelle varie fasi del giorno. A tanta creatività vanno perdonate piccole e inevitabili incongruenze, come il fatto che la frase “chiudi quelle finestre” venga pronunciata in mare aperto. // Il versante musicale L’Orchestra del teatro Petruzzelli ha suonato in maniera eccellente, guidata dalla bacchetta di Roberto Abbado che ha usato tempi molto veloci nell’ouverture e nei momenti più brillanti dell’opera, con il rischio di impacciare talora la resa vocale, differenziandoli dai momenti più opera mozartscopertamente lirici (come il terzetto “Soave sia il vento” o l’aria del tenore “Un’aura amorosa”). La partitura è stata eseguita senza tagli, con recitativi secchi pressoché completi e anche il duettino “Al fato dan legge”. Il cast dei solisti si mostra dotato di affiatamento e vis scenica notevolissimi (qualità essenziali per rispondere alle esigenze registiche) nonché di vocalità omogeneamente corrette, tutte già rodate nel repertorio mozartiano. Le agilità di opera mozartFiordiligi sono state affrontate con spavalderia e gran temperamento dal soprano georgiano Anna Kasyan, rivelazione degli ultimi anni, accanto alla nostrana Anna Bonitatibus, una garanzia nel ruolo di Dorabella come in tutti i ruoli barocchi e belcantistici affrontati con successo nell’ultimo ventennio: egregio il suo “Smanie implacabili”. Il vellutato timbro baritonale di Mario Cassi nel ruolo di Guglielmo risulta delizioso come la sua irresistibile presenza scenica. Gradevole scoperta quella del tenore Yijie Shi che, dopo essersi affermato negli ultimi anni come interprete rossiniano, a Bari ha cesellato un accorato e lirico Ferrando. Impagabile la coppia Despina – Don Alfonso interpretata dal soprano Veronica Cangemi e dal basso Paolo Bordogna: oltre alla vis scenica dimostrata nelle innumerevoli gags, i cantanti hanno opera mozart sfoderato vocalità imponenti e precise. Come nei precedenti spettacoli di questa Stagione, il Coro del Teatro Petruzzelli, istruito da Franco Sebastiani, si è disimpegnato con lodevoli capacità sceniche e vocali.

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