Casarano. L’idea del bilancio partecipato, a Casarano, non è nuova. Risale agli anni 2005-2006 ed all’iniziativa dell’allora vicesindaco Gabriele Caputo
CASARANO – Gabriele Caputo, attuale consigliere comunale e provinciale d’opposizione (Pd), lanciò l’idea di un bilancio partecipato (più che partecipativo) negli anni 2005-06, quand’era vicesindaco e assessore al bilancio della giunta Venuti. Lo abbiamo incontrato per approfondire l’esperienza di allora e sapere se, secondo lui, sia oggi una strada percorribile. “Sono favorevole all’iniziativa promossa dal Movimento 5 stelle. Io avevo lanciato l’idea – ci racconta Caputo – di ascoltare le associazioni presenti su Casarano, perché la riflessione da fare era ed è ancora questa: i soggetti che operano sul territorio spesso sono molto più attenti e a contatto con i problemi e gli amministratori che devono avere una visione complessiva bene avrebbero fatto ad interfacciarsi con queste realtà. Le associazioni rappresentano dei fari, dei sensori preziosi del territorio”. In base a quale criterio contattavate le associazioni? “All’inizio abbiamo anche avuto delle difficoltà a riguardo, tanto che poi decidemmo di istituire un albo delle associazioni, la domanda era: chi vogliamo invitare? E poteva capitare che ci sfuggisse qualche associazione, da lì l’albo comunale delle associazioni. Poi iniziammo a fare le riunioni con le associazioni di categoria, erano tutti soggetti che potevano dare importanti informazioni sui bisogni della città”. Quindi la cittadinanza casaranese ha già risposto in passato fattivamente all’iniziativa di questo primo tentativo? “Si, oggi sicuramente c’è più disaffezione che in quegli anni (2005-06), ma di fatto in passato la cittadinanza ha già risposto positivamente. Una volta ascoltate le istanze, queste venivano catalogate e inserite in una griglia di priorità e attraverso ulteriori incontri e riunioni, poi si giungeva a delineare i passi successivi. Ovviamente non è una cosa che si esaurisce in una giornata, era un percorso. Alla fine succedeva che diverse istanze confluivano anche da settori diversi verso un’unica soluzione”. Ci fa un esempio? “Ne ricordo uno che può dare sicuramente l’idea: in quel periodo molte associazioni ci chiedevano aiuto, sostegno, un trampolino di lancio, contestualmente i commercianti davano allarme circa la loro economia durante il periodo estivo in piazza; mettendo insieme queste due situazioni si trovò un’unica soluzione, utilizzando le risorse interne e creando in quegli anni la rassegna ‘Estate in borgo’ e ancora ‘Made in Casarano’. Allora il bilancio partecipato aveva questo scopo”. Perché si è interrotta questa esperienza di bilancio partecipato? (ancora non partecipativo) “L’idea credo si sia interrotta perché c’è stato un cambio di Amministrazione, ma devo anche dire, però, che questo tipo di intervento comunque non poteva risolvere tutti i mali del paese, un paese con risorse scarse”.