La petizione dell’associazione presieduta da don Luigi Ciotti chiede al nuovo Parlamento una legge più incisiva
Combattere la mafia, partendo dalla politica. Chiedendo cioè ai politici di sottoscrivere cinque impegni stringenti anticorruzione. E’ la campagna “Riparte il futuro” indetta dall’associazione Libera contro le mafie che al nuovo Parlamento chiede una nuova e più incisiva legge anticorruzione. “Se la mafia è la peste – ha dichiarato il presidente di Libera, don Luigi Ciotti – la corruzione è il suo agente, il parassita che divora le risorse economiche e morali di una democrazia”. Libera chiede una legge che ripristini il falso in bilancio, introduca il reato dell’autoriciclaggio, impedisca il conflitto d’interessi e bonifichi le “zone grigie” tra mafie e parti della politica con una revisione della normativa sul voto di scambio. La petizione ha già raccolto 180mila firme ma va spinta il più possibile soprattutto per sensibilizzare le coscienze a non arrendersi. “L’uscita dalla crisi non può realizzarsi solo con norme economiche – ha aggiunto don Ciotti -. Occorre, prima, una generale assunzione di responsabilità. Perché le leggi sono scritte, prima che nei codici, nelle coscienze. E un Paese che dica no alla corruzione è un Paese consapevole, che crede nella libertà e dignità dei suoi cittadini e che vuole dalla politica non giochi di potere ma servizio al bene comune”. Qui il testo della petizione.