il figlio dell'amico di dio

Elogio dell'amicizia. Apologia della blasfemìa

Grazie a tutti gli amici. Grazie a loro perché ogni volta che penso di non farcela mi viene in mente la loro soddisfazione nel sapere che ho raggiunto un traguardo. E per la loro lealtà, per la loro fiducia in me quando ho paura. Loro non dubitano mai. Ed è grazie a loro se mi commuovo con i films più stupidi. American Pie, Scrubs, The Big Bang Theory. Soprattutto, il mio preferito: Will Hunting. Storie di lealtà. Storie di amicizia. Storie di cavolate fatte a qualsiasi età. E non smettiamo di farle. Ancora ieri. Ancora domani. Chissà come si divertivano Gesù con i suoi apostoli. E poi ancora chissà quanto si rideva nelle botteghe rinascimentali. E quanto hanno scherzato i carbonari che hanno fatto l’Italia e i partigiani che l’hanno salvata. Ridevano di poco. Poco da mangiare tanto da raccontare. Come i nostri genitori seduti ad un angolo di strada. L’ho fatto anch’io. Lo faccio ancora. Milano, Roma, Parigi, Dublino, sempre birra da due soldi e un muro a cui appoggiarsi e ridere fino a piangere. Bastardo chi ha colpito la maratona di Boston. Chiunque sia e per quale ragione. Non si tocca lo sport. Non si sporca la gioia. La maratona è nata per un soldato che ha portato il messaggio di una guerra finita, della pace. Avrà pochi amici chi ha colpito anche questa volta in modo vigliacco. Mi dispiace per lui e per chi non lo capirà e cercherà di ripagarlo con la stessa moneta. Forse una soluzione sarebbe una bella birra insieme anche per loro. E quando bestemmio la bevo con dio la mia birra. Quante parolacce con gli amici. Il complimento più gentile è chiamarsi coglione. Perché non dovrebbe essere lo stesso anche con dio? Se siamo amici??!!! Non ho più un ufficio tutto mio. E la convivenza è bella come sono belle le persone. L’unica cosa che mi manca è scorreggiare quando ne ho voglia. E ridere di me stesso. Come se fossero accanto a me i miei più cari compagni di cavolate. Quelli che quando ti sfottono per una ragazza è perché hanno capito che non è quella giusta. E quando la giustificano anche senza conoscerla è perché hanno visto in noi che ci potrà fare felici. Sono sempre più irriverente verso i potenti. Quando saluto i bifolchi con cui condivido i momenti più belli solitamente ci auguriamo reciprocamente la morte. Poi ho scoperto che lo fanno in tanti. Perché con un amico accanto non si ha paura di niente.

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