Servizi socio-sanitari. La Cabina di regia si riunisce a marzo

Lecce. Sindacati, Asl, Ambiti di zona e Provincia chiamati a redigere un protocollo che regolamenti ruoli e compiti del settore

LECCE – Riqualificazione della rete socio-sanitaria, territorializzazione dei servizi, assistenza domiciliare integrata, non autosufficienza. Sono le questioni, ormai indifferibili, che saranno trattate prossima riunione della Cabina di regia della Asl Lecce su richiesta di Cgil, Cisl e Uil e dei rispettivi sindacati di categoria dei Pensionati e della Funzione pubblica. La cabina di regia è stata riconvocata per il prossimo 1° marzo e cercherà di mettere mano ad un rafforzamento della rete dei servizi socio-sanitari, a fronte della riorganizzazione del settore sanitario e dei presidi sparsi sul territorio. Per questo alla riunione del 1° marzo saranno chiamati a partecipare anche gli Ambiti di zona e la Provincia di Lecce. Nella riunione dei giorni scorsi, la discussione si è concentrata sulle politiche sanitarie nel Salento, con particolare riferimento alla non-autosufficienza e allo sviluppo dell’Adi (Assistenza domiciliare integrata) negli ambiti socio-sanitari. Presenti il direttore Valdo Mellone, i dottori Narracci e Gigante, i direttori dei distretti sanitari per la Asl di Lecce ed i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil con i rispettivi dirigenti provinciali del sindacato unitario dei Pensionati e della Funzione Pubblica. Forte rilevanza ha avuto la questione dell’integrazione socio-sanitaria nel territorio della provincia di Lecce e di come essa assuma una dimensione fondamentale nella fase di riordino e riqualificazione della rete sanitaria. Tutti d’accordo, al termine della seduta, a redigere un apposito protocollo che regolamenti, a livello provinciale, ruoli e compiti del segmento sociale con il segmento sanitario così da generare una articolata e robusta integrazione socio-sanitaria. L’obiettivo è di estendere la fruizione dell’assistenza domiciliare in maniera più vicina ai reali bisogni dei cittadini e di realizzarlo incidendo in modo strutturale sull’integrazione tra prestazioni sanitarie e sociali oggi troppo distinti.

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