Gallipoli. Da 40 anni il Comune pagava le bollette. Poi ha cominciato a chiedere l’affitto. Galatea: la storia vergognosa di un bene pubblico occupato dal clan
La mamma del boss abita ancora lì, al primo piano del Teatro comunale di Gallipoli. L’ingresso è di fronte al Comune. Abita lì da 40 anni, e lì hanno abitato i figli Salvatore, “Nino Bomba”, e Pompeo Rosario, l’uno assassino dell’altro nella lotta alla supremazia all’interno della Scu. Lì ha vissuto il padre, Luigi Padovano detto “Gino l’americano”, uno degli storici capoclan della prima stagione della Scu, morto nel 2009. Si sono succedute per 40 anni amministrazioni di destra e sinistra. Nomi celebri, da Flavio Fasano, sindaco Pd (D’alema gli fu compare d’anello) già sotto processo per corruzione, a Giuseppe Venneri, uomo del petroliere e senatore Vincenzo Barba (Pdl). Il Comune fu anche sciolto per infiltrazioni mafiose, ma nessuno, fino all’anno scorso, si accorse di quell’inquilina ingombrante. Su segnalazione di un dirigente comunale il Commissario venne a sapere dell’occupazione ed avviò l’iter per rientrare in possesso del bene pubblico. Iter ancora in corso. Così stamattina gli uomini del Ros di Lecce guidati dal colonnello Paolo Vincenzoni hanno notificato nove avvisi di garanzia contro ex amministratori ed ex dirigenti, che hanno permesso o quanto meno non hanno impedito alla famiglia mafiosa di vivere all’interno dell’edificio pubblico, adattato ad abitazione. La pubblica amministrazione infatti ha sempre saputo e taciuto. Addirittura nel 1999 un dirigente comunale scrisse al clan notificando l’avvenuto accertamento di occupazione abusiva e chiedendo un indennizzo mensile di 40 euro. Cioè il Comune, invece di sfrattarli, chiedeva loro l’affitto. Che il comune non riuscirà neanche ad incassare se non con ritardo o dopo solelciti. NOn solo. L’acqua secondo i Ros, era offerta dal comune, che pagava le bollette all’Acquedotto pugliese. Questo almeno fino al 2011. La Tarsu invece non era né versata dai Padovano né tantomeno richiesta dal Comune. La vergognava vicenda è venuta fuori nell’ambito dell’operazione Galatea, di cui questo costituisce il quinto stralcio. Proprio nel corso delle indagini sui rapporti tra Enti pubblici e Sacra corona unita, partite dall’omicidio Padovano, la vicinanza, anche fisica, tra la Scu e il Comune si è palesata completamente. Oggi sono stati dunque notificati per ex amministratori e dirigenti nove avvisi di reato: a vario titolo i reati contestati sono “concorso”, “rifiuto di atti d’ufficio, ”abuso d’ufficio” e “distruzione aggravata di atti veri”. Non è la prima volta che a Gallipoli esponenti della Scu occupano immobili di proprietà comunale, con la complicità colpevole degli amministratori: nel maggio scorso la collega Gabriella De Monaca (Telenorba) mandò in onda un’inchiesta sul figlio del boss Pellegrino che occupava un alloggio popolare con decreto dell'ex sindaco Marra (inchiesta in corso), successivamente sfrattato dal Commissario Aprea.
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