Lecce. Il presidente della Provincia difenda l’azione di regolamentazione del settore intrapresa nel 2012 da Palazzo dei Celestini
LECCE – I risultati conseguiti dalla Provincia di Lecce nel settore della cartellonistica pubblicitaria sarebbero tangibili e dimostrabili. Nonostante ciò alcune aziende si ribellano alla regolamentazione imposta da Palazzo dei Celestini. Strano che siano le stesse, commenta il presidente Antonio Gabellone, che a fine dicembre con la Provincia hanno firmato un accordo giudicando come necessario l’intervento istituzionale. “In un settore privo di regole per molti anni è certamente difficile comprendere gli sforzi di legalità compiuti dall’Amministrazione provinciale per mettere ordine su una questione da anni insoluta e ammettere che, solo oggi, finalmente sussistono regole certe e un regime sanzionatorio e di controllo coerente con le norme del Codice della Strada – commenta Gabellone -. Per anni, senza regole e con un imperante ricorso all’abusivismo, si è continuato a posizionare in modo indiscriminato cartelli pubblicitari e insegne in ogni angolo del Salento, beffandosi delle norme di sicurezza e senza pagare un centesimo all’Ente proprietario della strada, come stabilisce il Codice della Strada”. Uno stato di cose che è andato avanti fino al 2012, quando la Provincia ha compiuto oltre 2.500 accertamenti di abusi per cartelli illegittimamente apposti o la cui autorizzazione risultava scaduta in alcuni casi da decenni. “Non sorprende che ricevere sanzioni e dover essere improvvisamente costretti a pagare per qualcosa che non è un libero diritto induca a manifestazioni di protesta non solo infondate, ma volte solo a denigrare il giusto operato di un’amministrazione pubblica doverosamente preposta a tutelare gli interessi di tutti i cittadini e non di una categoria, soprattutto se questa si muove in un regime molto lontano dalla regole”, aggiunge il presidente della Provincia, che ricorda gli “sforzi” compiuti per andare incontro ai gestori interessati dalle sanzioni: nel mese di aprile 2012 è stata prevista una procedura (poi prorogata fino al 31 gennaio) che consente la rateizzazione delle sanzioni; il 21 dicembre 2012, un’apposita delibera del Consiglio provinciale ha messo mano al Regolamento del 2009, aggiornando alcune procedure e stabilendo una tariffazione più congrua con la crisi economica per non penalizzare il settore. I benefici rispetto al vecchio regolamento sono consistenti: 45% in meno per gli impianti monofacciali posti fuori dalle delimitazioni dei centri urbani; 65% in meno per gli impianti bifacciali della stessa categoria (fuori i centri urbani); 40% in meno per gli impianti monofacciali all’interno dei centri urbani; 50% per gli impianti bifacciali della stessa categoria (dentro centri urbani); 50% in meno per gli impianti 6 X 3 all’interno dei centri abitati. Le conseguenti adesioni alla transazione proposta dalla Provincia di Lecce per rientrare nella legalità sono state 160. Le richieste di nuove postazioni pubblicitarie, poi, sono state 220 nel 2012 e già 100 nel nuovo anno. 19 aprile 2012 Cartellonistica. Ciardo replica al Pd LECCE – La risposta della maggioranza non si è fatta attendere più di tanto. Ed è una risposta che rimanda al mittente ogni accusa. Al centro delle polemiche delle ultime ore, a Palazzo dei Celestini, c’è la sanatoria sulle sanzioni da abusivismo cartellonistico approvata dalla Giunta Gabellone senza discuterne prima in Consiglio o in Commissione. Il Pd ha inviato un’interrogazione a presidente della Provincia e presidente del Consiglio per chiedere conto di tanta “segretezza”. Ed il presidente del Consiglio, Biagio Ciardo, ha risposto: “Da quale pulpito viene la predica sulla vicenda Cartellonistica pubblicitaria sulle strade provinciali – ha dichiarato -. Ci saremmo attesi un plauso da parte del Pd all’iniziativa della Giunta Gabellone che mira a mettere ordine in materia. Rammentiamo che proprio le precedenti Amministrazioni di centro-sinistra non solo non hanno contrastato il fenomeno dell’abusivismo pubblicitario, ma, in maniera non lineare, hanno addirittura, con due pubblici avvisi negli anni 2003 e 2007, invitato le ditte interessate a regolarizzare con apposite istanze i cartelli illegali: vere e proprie ‘sanatorie’, queste sì non previste da alcuna norma! Quel che è più grave – ha aggiunto Ciardo – è che tali richieste non sono mai state riscontrate, portando così le aziende ad un incolpevole inganno. Questo ha generato di fatto il dilagare dell’abusivismo, nel prolungato ed assordante silenzio delle precedenti Amministrazioni. A questo punto il paradosso: a fronte di tale inerzia, la precedente Giunta di centro-sinistra nel 2008 ha improvvisamente voluto avviare una procedura di gara per la rimozione degli impianti abusivi, finita, come è noto, sotto i riflettori della giustizia penale. Il provvedimento della Giunta Gabellone, contrariamente a quanto artatamente riferito dal Gruppo Consiliare del PD, prende spunto dagli errori del passato per prevenire un enorme mole di contenzioso, attraverso la proposta di una transazione (e non sanatoria), tutt’altro che illegale, in quanto disciplinata dal Codice Civile, che a ha a che fare con le competenze del Consiglio Provinciale. Una proposta seria che media tra le diverse esigenze . ha detto Ciardo -, da un lato mantenendo fermo il principio sanzionatorio, dall’altro consentendo una dilazione dei pagamenti. Pertanto, restituiamo ai mittenti le accuse di illegittimità nelle procedure seguite in materia”. 18 aprile 2012 Cartellonistica abusiva. ‘Che cosa c’è dietro la sanatoria della Provincia’? LECCE – Cha cosa c’è dietro la sanatoria sull’abusivismo cartellonistico approvata dalla Giunta provinciale lo scorso 6 aprile? Lo chiedono i consiglieri provinciali del Pd in una interrogazione inviata al presidente della Provincia Antonio Gabellone ed al presidente del Consigli provinciale Biagio Ciardo. La questione dell’abusivismo nella cartellonistica stradale è una questione assai vecchia nel Salento. Già l’Amministrazione Pellegrino cercò di porvi rimedio con un bando che si proponeva di affidare a una società privata il servizio di gestione della cartellonistica stradale, compresa la rimozione dei cartelloni abusivi. Il bando tuttavia non andò in porto. Nuovo corso con l’Amministrazione Gabellone, che non ha inteso continuare sulla strada della gara pubblica intrapresa dai predecessori ma ha preferito stipulare, nel 2011, una convenzione diretta con la società partecipata Alba Service, incaricandola del servizio. Tra le motivazioni di tale decisione, la Provincia ha indicato l’obiettivo di ampliare l’ambito di attività della società pubblica che in tal modo avrebbe potuto dare maggiore sicurezza lavorativa ad un certo numero di ex lsu. Tale convenzione stabiliva anche l’ammontare delle sanzioni da erogare nei confronti delle ditte pubblicitarie colte in fallo: da 4.455 a 17.823 euro. Fin qui la storia. Ed ecco il presente: la sanatoria approvata i primi di aprile ha ridotto la sanzione a 398 euro. Un considerevole abbassamento della multa, motivata, nella delibera di Giunta, con la necessità di evitare contenziosi con le ditte da sanzionare, che hanno fatto presente l’intenzione a ricorrere al Tar. Quale che sia la motivazione alla base di tale sanatoria, essa è stata deliberata senza che venisse discussa in Consiglio provinciale e nella Commissione di competenza. La domanda dei consiglieri del Pd allora è: perché tanta segretezza? E perché non si è ritenuto di discutere la sanatoria con l’intero Consiglio? Ed inoltre: i minori introiti che tale sanatoria determinerà, riusciranno a garantire quella sicurezza lavorativa agli ex lsu auspicata in sede di convenzione Provincia-Alba Service? Di seguito l’interrogazione del gruppo Pd. Oggetto: interrogazione. I sottoscritti Consiglieri provinciali, PREMESSO: che da molti anni i 2.400 km di strade provinciali sono interessati da un devastante fenomeno di abusivismo della cartellonistica stradale che, da un verso, rende meno sicuro il traffico e, dall’altro, alimenta un’economia irregolare, che sfugge a ogni disciplina e controllo; che la grandezza e gravità del fenomeno – anche sotto il profilo della regolarità fiscale del business che alimenta – è racchiusa in due cifre e una percentuale: per circa 8.000 cartelloni complessivamente rilevati, solo alcune centinaia sono autorizzati, per cui oltre il 95% dei cartelloni esistenti su strade provinciali è espressione di un’economia illegale. che per far fronte a tale fenomeno, la passata Amministrazione del presidente Giovanni Pellegrino ha avviato una procedura di gara che si proponeva di affidare a una società privata il servizio di gestione della cartellonistica stradale, compresa la rimozione dei cartelloni abusivi. L’esito della gara ha dimostrato, da un lato, che ci sono delle imprese private che hanno interesse economico alla gestione di questo servizio pubblico, e, d’altro lato, che l’affidamento a privati di tale servizio può produrre un cospicuo vantaggio economico per la Provincia di Lecce; che la gara in questione, tuttavia, non è andata in porto, per carenza dei requisiti d’ordine economico e curriculare soggettivo previsti per la partecipazione alla medesima; che l’attuale Amministrazione dalla S.V. presieduta, non ha ritenuto, al fine di regolarizzare la situazione dell’abusivismo cartellonistico, di avviare una nuova procedura di gara nel solco di quella non aggiudicata. Ha invece deciso di provvedere a ciò attraverso Alba Service s.p.a., società totalitariamente partecipata dalla Provincia di Lecce, con una ulteriore concorrente motivazione di ordine sociale: ampliare l’ambito di attività della società pubblica la quale, sulla base delle risorse presumibilmente connesse al business della rimozione dei cartelloni stradali abusivi e alla gestione ex novo del servizio, avrebbe potuto rappresentare una sicurezza di prospettiva di lavoro per un certo numero di ex L.S.U., che tale sicurezza avevano perduto; CONSIDERATO: che dagli atti di recente assunti dalla presente Giunta provinciale e da notizie di stampa si rileva che, ad oggi, la procedura prevista dalla legge e dal regolamento provinciale di settore per la rimozione dei cartelloni pubblicitari abusivi è ancora tutta da impostare; che tale stato di paralisi, ha comportato l’avvio di una procedura cosiddetta di transazione – cioè di vera e propria sanatoria, non disciplinata dalla legge e dal regolamento provinciale vigente; che appaiono imperscrutabili le seguenti affermazioni, che si traggono dalla deliberazione di Giunta provinciale n. 64 del 6.4.2012 e dai suoi allegati. Alcune ditte, a seguito della contestazione delle violazioni dalle stesse effettuate: – “hanno comunicato l’intendimento di produrre opposizione ai verbali, preannunziando la presentazione di ricorsi in sede amministrativa e/o giurisdizionale e lamentando la mancata osservanza di alcuni orientamenti giurisprudenziali sulla materia”; – “hanno evidenziato di aver riposto affidamento su alcuni provvedimenti prodotti negli anni passati dall’Ente, ritenendo non lineare l’operato delle amministrazioni precedenti a quella attuale”; – “riconoscono che il progetto recentemente varato dalla Giunta provinciale è legittimamente finalizzato a ripristinare le condizioni di legalità e rimuovere dalle strade provinciali i manufatti pubblicitari privi dei requisiti autorizzativi”; RILEVATO: – che dal provvedimento in questione, inoltre, emerge che lo stesso sembrerebbe frutto di una serie di “incontri e trattative intercorsi tra le parti”, mentre non si evince alcun coinvolgimento del Consiglio provinciale e/o della Commissione consiliare competente che, pure, in materia, hanno specifica competenza propositiva e deliberativa, atteso che il procedimento introdotto altro non sarebbe che un “maxi condono per cartelloni abusivi” (espressione ripresa dai titoli di giornale); CHIEDONO DI CONOSCERE 1. per quali ragioni, sulla sanatoria in parola, non è stato interpellato il Consiglio provinciale, che è stato invece espropriato di una propria esclusiva prerogativa a vantaggio di una trattativa diretta ed esclusiva con quanti hanno dato vita a un business fondato sull’abuso; 2. se non si ritiene che la logica complessiva dell’atto non sia improntata agli interessi esclusivi e al modo di ragionare di chi l’abuso lo ha commesso e non alla cultura della legalità e del diritto; 3. chi ha tenuto e chi ha partecipato agli “incontri e trattative intercorsi tra le parti” così come affermato nell’atto deliberativo sopra richiamato; 4. quali sono “i provvedimenti prodotti negli anni passati dall’Ente” su cui le imprese sanzionande hanno “fatto affidamento” e qual è stato l’operato “non lineare” delle amministrazioni precedenti rispetto a quella attuale, come enunciato nelle premesse dello schema di atto di transazione allegato alla delibera in questione; 5. quali condizioni di legittimità ripristinerebbe il recente provvedimento provinciale rispetto a pregresse illegittimità; 6. qual è stato il parere espresso dalla Avvocatura provinciale – che avrebbe dovuto essere costantemente interpellata in itinere degli sviluppi e degli esiti della vicenda – in merito alle eccezioni giuridiche avanzate dalle imprese sanzionande oltre che in merito alla sostenibilità giuridica della nuova procedura; 7. quale presumibile danno erariale subirà la Provincia di Lecce nel passaggio dalla procedura della Giunta Pellegrino a quella della Giunta Gabellone; 8. quali saranno le presumibili minori entrate che la nuova procedura comporterà rispetto alla procedura originariamente avviata dalla stessa Giunta Gabellone e in quali termini le presumibili minori entrate influiranno sulla sicurezza del posto di lavoro degli ex LSU stabilizzati presso Alba Service, garantiti dalle risorse previste in ragione della procedura originaria. I CONSIGLIERI Cosimo Durante Alfonso Rampino Gabriele Caputo Roberto Schiavone G. Salvatore Piconese
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