Ivan, dimenticato da 15 mesi

‘Ti devo dire una cosa’. E poi sparì

INCHIESTA – Matino. Ivan Regoli scompare a 29 anni il 12/9/2011. Le atroci omertà, i manifesti strappati, gli sfottò al fratello

Un incubo senza fine, lungo 15 mesi. Da quando quel maledetto 12 settembre del 2011 Ivan Giorgio Regoli, 29 anni, una moglie innamorata e un bimbo in fasce, esce a piedi per comprare le sigarette, saluta la madre e porta con sé telefonino e chiavi dello scooter parcheggiato sotto casa, che gli sarebbe servito poi – disse alla madre – per andare a Gallipoli dalla moglie Tiziana e il figlioletto G., oggi di quasi due anni. Subito la denuncia, la segnalazione alla trasmissione “Chi l’ha visto”. Le tracce di Ivan si perdono nelle campagne tra Racale e Torresuda, dove sarebbe stato visto per l’ultima volta. Non è certo una strada diretta per andare a Gallipoli, da Matino passare per Racale. Anche se avesse deciso di andarci prima, a Gallipoli, è improbabile che facesse quella strada. Perché era lì? La notizia dell’ultimo avvistamento, di cui hanno parlato alcuni degli interrogati, è confermata dai tabulati telefonici del suo cellulare. Le ultime tracce registrate dalle celle telefoniche sono in località “Li specchi”. I Carabinieri hanno perlustrato palmo a palmo quella zona piena di pozzi e cisterne ad uso agricolo, ma senza alcun risultato. Dopo 15 mesi e dopo aver denunciato pubblicamente il silenzio omertoso e indifferente degli abitanti di Matino, la madre ha acconsentito ad incontrarci. Ci rivela un dettaglio che finora non era venuto fuori. Era turbato da qualche giorno e aveva detto alla moglie “Devo dirti una cosa”. Stesso annuncio fatto ad un amico. Ma non ha fatto in tempo. Che cosa doveva dire? Quali ombre dietro la sua scomparsa? Le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore De Donno della Dda di Lecce. Poche settimane fa, nei primi giorni di Novembre 2012, in occasione di quello che sarebbe dovuto essere il trentesimo compleanno di Ivan, madre e fratello, con notevoli sforzi anche economici, fanno affiggere delle gigantografie del viso di Ivan, ma i maxiposter il giorno dopo vengono squarciati a Matino come a Gallipoli; “Quella foto dava fastidio” dichiara alla stampa la madre, i carabinieri indagano ma ad oggi non si sa a. Abbiamo incontrato la madre di Ivan, Antonella Rizzo, Antonia all’anagrafe, e abbiamo chiesto a lei e al figlio minore Alessio, 27 anni, fratello di Ivan, di ricostruire i fatti. Signora Antonella lei accusa di omertà l’intera cittadinanza, non ha avuto nessun segnale, nessuna testimonianza che in qualche modo la potesse aiutare a ritrovare Ivan, lei pensa che qualcuno sappia qualcosa, ma non voglia parlare? Perché? “Nulla, io non ho saputo a da nessuno. Niente. Nessuno ha risposto ai miei appelli, c’è stata solo indifferenza. Quando succedono queste cose, le persone hanno paura e anche se hanno visto o sentito qualcosa non s’intromettono, si fanno i fatti loro per paura della loro incolumità, ecco perché”. Lei ha chiesto aiuto anche a ‘Chi l’ha visto’ per lanciare l’allarme e far riaccendere i fari sul caso di Ivan, ha avuto qualche testimonianza? “No, purtroppo neppure lì ho avuto segnali, nessuna risposta. L’allarme forte lo avrebbero dovuto dare subito gli stessi carabinieri, io ho subito chiesto aiuto, ho chiesto di far venire protezione civile, i vigili del fuoco, quella stessa settimana si doveva perlustrare a tappeto tutto il territorio e mio figlio si sarebbe trovato, invece adesso è tardi, chissà dove sta buttato mio figlio. Non potete capire come mi sento ogni notte e ogni giorno, il dolore che provo… sono stanca di questo tempo d’attesa infinita senza sapere a. Ma io non mi fermo, non mi fermerò finché non saprò la verità, finché mio figlio non uscirà… deve uscire, per avere pace, mio figlio non è un cane, si deve trovare. Siano maledetti quelli che gli hanno fatto del male”. Alessio, tu sei il fratello minore di Ivan, spesso uscivate insieme, neppure tra giovani compaesani si dice a, nessuno ti ha fatto sapere qualcosa? “No, anzi si fanno anche la risatina..” Cioè, ti prendono in giro? In che modo, cosa dicono? “Si, dicono ridendo: “Chissà se tuo fratello si trova sotto quel ponte o magari lo hanno buttato in mare”. Signora Antonella, che cosa pensa in cuor suo? “All’inizio era disperazione ciò che sentivo, oggi è vero allarme, è trascorso più di un anno. Devo sapere dov’è finito mio figlio”. Cosa le disse Ivan quel pomeriggio del 12 settembre 2011 prima di uscire di casa? “Mi disse che andava a prendere le sigarette qui, in paese, a piedi, ci vediamo più tardi mamma – mi disse – perché poi sarebbe dovuto tornare, prendere lo scooter sotto casa per andare a Gallipoli dalla moglie”. Ivan aveva portato con sé al momento della scomparsa soltanto chiavi e telefonino? “Chiavi e cellulare. Non aveva preso né gli occhiali, né il portafoglio, né i documenti, come se volesse dirmi ‘non torno più’”. Era successo qualcosa di particolare quel giorno o nei giorni precedenti? “Ivan era turbato da un po’ di tempo ma quel giorno era sereno. Quel giorno però disse alla moglie “Ti devo dire una cosa” e giorni prima disse la stessa frase ad un amico, ma non ha fatto in tempo a dire a a nessuno”. Lei non si sente di escludere la pista mafiosa? “Non posso escludere a, so solo che mio figlio era un bravo ragazzo, educato, un po’ timido, ma ribelle. Non so se alla base di quel che può essere successo ci sia stato un motivo futile, un litigio poi esploso in altro, non posso saperlo, tutto è possibile”. Vuole lanciare ancora un appello? “Si, voglio lanciare un appello all’amministrazione matinese, al Sindaco Cataldi vorrei dire: ad un anno dalla scomparsa di mio figlio Ivan, in qualità di Sindaco avrebbe dovuto sentire l’obbligo di considerare questa grave tragedia, passata invece inosservata agli occhi di tutto il paese, la prego di darmi una mano, faccio appello al suo cuore di padre”. La signora Antonella in lacrime ci ha poi fatto vedere alcuni degli effetti personali di Ivan, tra essi, anche l’ecografia del piccolo G., alcuni anelli e delle cinte, il suo casco blu…. Il casco che usava Ivan

Ivan Giorgio Regoli scomparso Matino

Gli anelli, le cinte e i ciondoli di Ivan

Ivan Giorgio Regoli scomparso Matino

Prima di congedarci, la signora Antonella ha voluto condividere con noi una poesia dedicata proprio ad Ivan, scritta da lei nel 2002, nel periodo post adolescenziale del figlio, periodo difficile, di ribellione, di fughe e scorribande, la trascriviamo qui di seguito: Quegli anni Incomprensibile l’oscuro di quegli anni teneri dell’adolescenza Spazzando quel bambino che era in te Privandoti di quel bene prezioso che poteva essere un uomo oggi Oscuro ancora oggi Ieri, ingabbiato nell’anima, nella mente, in un’ala Dove ancora passivo in cerca di te I giorni di quegli anni passati in tempesta di dolore fino a strapparti alla vita. Ivan la luce aspetta te, portandoti alla meta della vita. Torna Ivan (03 settembre 2002)

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