Marilù Mastrogiovanni: ‘Denunciate le violenze’

Firenze. Da Palazzo Vecchio, l’appello di una giornalista minacciata: trovare il coraggio di dire di no

FIRENZE – “Vi invito a trovare sempre il coraggio di denunciare le violenze che subite. Dobbiamo superare la tentazione di lasciar perdere sapendo che colpa delle violenze subite non è nostra ma è colpa di chi fa violenza. Io ho trovato così la forza di denunciare la violenza che ho subito come giornalista. Denunciare le minacce è l’unico coraggio che mi riconosco. Per il resto, cerco solo di fare il mio lavoro e di farlo bene, come tanti altri”. Questo appello rivolto a tutte le donne è stato lanciato a Firenze da Marilù Mastrogiovanni, giornalista pugliese, direttrice de Il Tacco d’Italia di Casarano (Lecce), minacciata più volte per i suoi articoli e le sue inchieste sul malaffare e sulle attività mafiose in Salento. Marilù ha lanciato l’appello da Palazzo Vecchio, sede del Comune di Firenze, dove è stata ospite d’onore delle Commissioni Diritti Umani e Cultura che si sono riunite insieme per ascoltare la sua testimonianza e manifestarle solidarietà dedicandole una seduta pubblica a cui, in modo significativo e’ stata data la massima risonanza. L’incontro è stato annunciato con il titolo “Giornaliste minacciate. Storie di intimidazioni mafiose”. All’audizione, proposta alle due commissioni comunali dal presidente dall’Associazione stampa toscana Paolo Ciampi, hanno partecipato Alberto Spampinato, direttore dell’Osservatorio Ossigeno per l’Informazione e Gerardo Adinolfi, giornalista di Repubblica e autore dell’ebook La donna che morse il cane. Storie di croniste minacciate. Con questo incontro, le commissioni consiliari hanno celebrato la Giornata mondiale della violenza contro le donne che ricorre il 25 novembre, dedicandola al triste e trascurato fenomeno dei giornalisti e delle giornaliste vittime di violenza: la stessa formula della celebrazione che si farà martedì prossimo 27 novembre alle 11 a Montecitorio. A Palazzo Vecchio, in apertura dei lavori, Susanna Agostini ha ricordato la giornalista russa Anna Politkovskaja, uccisa 6 anni fa il 7 ottobre. Un assassinio brutale che si è consumato in Russia il giorno del compleanno del primo ministro, Vladimir Putin. “Purtroppo anche in Italia molti giornalisti subiscono violenze. Sono undici i giornalisti uccisi per fatti di mafia e terrorismo. Molti di più sono in Italia i giornalisti minacciati monitorati e censiti da Ossigeno. Nel 2012 – ha ricordato Alberto Spampinato – sono già 300, l’anno scorso sono stati 325, il 16% sono donne. Fra gli ultimi gravi episodi ci sono proprio il caso di Marilù Mastrogiovanni in Puglia e quello avvenuto in provincia di Milano, di cui è vittima una giovane giornalista di ventidue anni, Ester Castano”. Nel biennio 2010-2012, secondo i dati di Ossigeno riassunti da Gerardo Adinolfi, sono state 140 le testate giornalistiche i cui giornalisti hanno subito minacce o intimidazioni. Ai primi posti c’è la Rai, poi La Repubblica e Il Fatto Quotidiano e poi tanti giornali locali con in testa il Quotidiano della Calabria”. Marilù Mastrogiovanni ha ringraziato il Comune di Firenze augurandosi che anche nella sua Regione le istituzioni diano visibilità e solidarietà pubblica ai giornalisti minacciati, aiutandoli così a proseguire il loro lavoro. Ha spiegato quali sono le difficoltà per un giornalista, come lei, che lavora in una terra di frontiera dell’informazione, in un piccolo giornale locale, lontano dalle redazioni dei giornali nazionali. “Non vogliamo fermarci a quest’incontro – hanno affermato i presidenti delle Commissioni Pace Diritti Umani e Cultura Susanna Agostini e Bieber – e non solo perché ce lo hanno chiesto gli intervenuti, ma perché siamo convinti che ci sia un vuoto da colmare da parte delle istituzioni, non solo nelle Regioni del sud dove i giornalisti minacciati sono più numerosi. Questo problema esiste anche nel nord d’Italia e in Toscana, dove nel 2012 sono stati accertati 7 casi in cui sono coinvolti 12 giornalisti”. “Dobbiamo ristabilire – hanno continuato i due consiglieri – i principi del diritto alla legalità e alla libera informazione. Abbiamo il dovere di rompere il muro della mancanza di percezione di questo fenomeno silente ma non sconosciuto perché persone coraggiose denunciano e auspichiamo che altre si uniscano a loro, rivendicando una professione più alta e rispettosa del ruolo dell’informazione”. I presidenti delle due Commissioni hanno inoltre aderito allo spirito dell’incontro che si svolgerà martedì prossimo a Montecitorio sottoscrivendo l’appello che sarà lanciato in quella sede per difendere insieme la libertà delle donne e la libertà dell’informazione. Testo che si sono impegnate a sottoporre al Consiglio Comunale. “E’ importante – ha commentato Alberto Spampinato – che quest’anno, con iniziative nate in modo autonomo, anche le istituzioni abbiano avvertito l’opportunità di difendere il diritto alla incolumità delle donne parlando delle violenze subite dalle donne-giornaliste: perché il primo problema da risolvere è quello di liberare l’informazione dalla censura imposta con atti di prepotenza, di intimidazione, di violenza e con gli abusi del diritto, troppo numerosi e troppo facili in Italia e poco avvertiti, come dimostra anche il fallimento in Senato del tentativo di riformare in senso meno punitivo ed intimidatorio una legge italiana sulla diffamazione che prevede il carcere come nei regimi autoritari: quella che si profila è una contro-riforma che introduce inammissibili discriminazioni fra giornalisti e contro di essa lunedì sciopereranno tutti i giornalisti italiani”. (Tratto da Ossigeno per l’informazione) Leggi anche il resoconto sulla rete civica del Comune La presentazione dell’incontro a Palazzo Vecchio

Leave a Comment