I gemelli, tra mito e scienza

Dare alla luce gemelli è un evento relativamente raro nella specie umana: solo una gravidanza su 90 è gemellare

di Lamberto Coppola (*) Nella mitologia classica, fatta eccezione per il mito di Castore e Polluce e pochi altri, troviamo l’idea che spesso i gemelli sono nemici: uno dei due deve morire, in modo anche cruento, perché l’altro possa fondare una città o salvare il suo popolo. A confermare la “tradizione dei gemelli che litigano”, anche lo stesso Linceo ebbe due figli gemelli, Acrisio e Preto, che alla morte del padre si disputarono il regno l’uno con l’altro; ma poi giunsero finalmente ad un compromesso dividendo il regno: la corona di Argo fu riservata ad Acrisio, mentre Tirinto con le varie altre città furono cedute a Preto . Almeno in questa vicenda, sembrerebbe che alla fine vi sia stata una risoluzione pacifica del conflitto fra due gemelli. Il mito dei Dioscuri, Castore e Polluce, invece narra delle vicende dei due eroi gemelli, figli di Leda e di Zeus, unitosi a lei sotto forma di cigno. I due gemelli andarono sempre armoniosamente d’accordo: alla morte di Castore, per non separarsi dal fratello, Polluce rinunciò a metà della propria immortalità e così ottennero di trascorrere insieme un giorno agli inferi e uno presso il padre Zeus. Castore era rappresentato come abilissimo domatore di cavalli, Polluce come bravo pugilatore e cavallerizzo. Essi erano divinità benefiche che soccorrevano i combattenti e i marinai. Dare alla luce gemelli è un evento relativamente raro nella specie umana, solo una gravidanza su 90 è gemellare. Uno studio condotto nel 2004 da Alfonso-Sanchez dell’Università di Massachusetts ha riportato che i tassi delle gravidanze multiple erano aumentati negli ultimi trent’anni, con un tasso di gravidanza gemellare maggiore del 17%. La nascita di gemelli è più frequente nei paesi africani e asiatici, invece tra i caucasici si verifica più frequentemente nelle famiglie con una storia di gemelli. Risulta più frequente, inoltre, nelle donne più anziane e tra le multipare. Oggi nel mondo ci sono più di 125 milioni gemelli. I gemelli si dividono in: 1. monozigoti: due o più individui nati dalla fecondazione di un ovocita da un unico spermatozoo. In questo caso l’embrione unico si divide in due in una fase molto precoce del suo sviluppo anche se il meccanismo dell’omozigosi è ancora ignoto. Questo fenomeno si verifica in tutto il mondo costantemente con un tasso di 3.5/1000 nati. 2. dizigoti: due o più individui nati dalla fecondazione di due (o più) ovociti da due (o più) spermatozoi. Il meccanismo alla base di questo fenomeno è la formazione di due o più follicoli durante un ciclo mestruale, che portano alla liberazione di più ovociti che possono essere fecondati da spermatozoi diversi. L’incidenza dei gemelli dizigoti è più elevata e diversa nei vari territori, varia dai 6.7/1000 nati in Giappone ai 40/1000 nati in Nigeria. Fattori che possono indurre una gravidanza gemellare di dizigoti sono: • l’età materna al concepimento (l’invecchiamento ovarico porta ad un aumento del numero dei cicli multifollicolari ); • mutazioni genetiche (aumento della produzione di FSH da parte della ghiandola ipofisi o un aumento di sensibilità dei recettori per l’FSH con una diversa attività di questo ormone sull’ovaio); • altri fattori quali un menarca precoce, polimenorrea, familiarità, razza, peso, altezza, uso di anticoncezionali, stagione estiva. Il rischi. La gravidanza gemellare può portare a complicanze sia per la madre (ipertensione, diabete, anemia, metrorragia, parto pretermine; difficoltà al momento del parto), che per i nascituri (prematurità, basso peso, maggiore rischio di mortalità neonatale, malformazioni, paralisi cerebrale e altri problemi di sviluppo). Mentre il rischio di gravidanza gemellare dai trattamenti per la sterilità può essere ridotto diminuendo le dosi dei farmaci (FSH) nei cicli di stimolazione o riducendo il numero di embrioni trasferiti in utero specialmente nelle donne sopra i 35 anni. Al contrario il rischio di gemellarità spontanea non può essere ridotto visto che l’età materna al primo figlio è in aumento. (*) Prof. Lamberto Coppola Andrologo – Ginecologo – Sessuologo Direttore dei Centri Integrati di Andrologia e Fisiopatologia della Riproduzione Umana Tecnomed (Nardò- Lecce), Casa di Cura Petrucciani (Lecce) e Casa di Cura Fabia Mater (Roma)

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