Francavilla Fontana. Per convincere le vittime a pagare, uno dei due arrestati “vantava” la propria parentela con il boss Francesco Campana
FRANCAVILLA FONTANA – Usura ed estorsione continuata in concorso e aggravate dal rilevante danno economico, dall’aver approfittato dello stato di bisogno della vittima e dall’aver agito in danno di attività imprenditoriale. Rispondono di questi reati Gianfranco Mezzolla, classe 1967, residente a San Pancrazio Salentino, ed Angelo Librato, classe1980, e residente a Mesagne, arrestati stamattina dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Francavilla Fontana in esecuzione delle ordinanze di custodia cautelare emesse dalla gip del tribunale di Lecce Cinzia Vergine, su richiesta del sostituto procuratore Alberto Santacatterina della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce.

Gianfranco Mezzolla

Angelo Librato Entrambi erano già stati destinatari lo scorso 1 ottobre di un decreto di fermo emesso dal sostituto procuratore Marco D’Agostino della Procura di Brindisi, nell’ambito dell’operazione di polizia denominata “Last cash”; l’inchiesta era il frutto di un’articolata attività di indagine originata dalla denuncia di un imprenditore di Erchie (Br) che a seguito di alcune difficoltà economiche, aveva subito, nel tempo, da Mezzolla e Librato, numerosi episodi estorsivi, dopo aver ricevuto da loro denaro a interessi usurari. Per un vizio formale del provvedimento, lo scorso 16 ottobre, erano stati rimessi in libertà dal Tribunale del Riesame. Ma la Direzione distrettuale Antimafia di Lecce, che nel frattempo ha assunto il fascicolo, avendo ravvisato gli estremi del concorso esterno di tipo mafioso, ha riproposto una nuova richiesta di custodia cautelare che ha trovato l’accoglimento da parte del Tribunale di Lecce ad un mese di distanza dalla scarcerazione. Dalle indagini è infatti emerso che i due arrestati hanno sfruttato il potere intimidatorio derivante dalla parentela “vantata” da Librato, che si presentava alle vittime quale cognato di Francesco Campana, ritenuto capo e promotore di un clan della Scu; inoltre in alcune occasioni Librato avrebbe riferito alle vittime di poter garantire loro protezione da parte di altri pregiudicati e li avrebbe minacciati di sicure ritorsioni in caso di mancata collaborazione. Le attività investigative, supportate da attività tecniche, hanno permesso di ricostruire numerosi episodi estorsivi e usurari tramite pedinamenti effettuati nel corso degli incontri, captazioni, riprese audio video e riscontri documentali sugli interessi versati dalla vittima. In un episodio i due si sono fatti dare, in corrispettivo di un iniziale prestito di 10mila euro, interessi usurari pari alla somma complessiva di 65mila euro con un tasso del 462%. Altro episodio ricostruito dalle indagini è stata la consegna forzata di una autovettura Audi A3 di proprietà della vittima. Addirittura, negli ultimi tempi, i malviventi si erano fatti promettere le somme di 24mila euro complessivi (15mila per Librato ed 9mila per Mezzolla) arrecando alla vittima un danno patrimoniale complessivo di grave entità che lo aveva condotto in stato di profonda prostrazione. Numerosi anche gli episodi di violenza e minaccia: dal maggio 2012 la vittima è stata più volte picchiata selvaggiamente anche avvalendosi di un bastone in legno e di un tira pugni; in una occasione per la violenza delle percosse subite, ha riportato la rottura di due costole. In un episodio, risalente allo scorso agosto, Librato, pur di convincere la sua vittima a pagare, ha estratto dai pantaloni una pistola, vantando la propria parentela con il noto pregiudicato della Sacra Corona Unita Francesco Campana. Allo scopo di recuperare il “credito”, che ormai aveva raggiunto cifre che difficilmente la vittima avrebbe potuto coprire, Librato, dopo aver coinvolto una conoscente della vittima, impiegata presso l’Ufficio postale di San Pancrazio salentino, al fine di farle aprire prestiti a copertura delle sue esose richieste economiche, stava pianificando una rapina che si sarebbe dovuta effettuare proprio il 1° ottobre. L’intervento delle forze dell’ordine ha messo fine alla lunga serie di soprusi. Per le vittime dell’attività usuraria dei due arrestati sono state già avviate le pratiche relative all’accesso al Fondo Vittime di Usura con la collaborazione della Associazione Antiracket di Francavilla Fontana.
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