Trepuzzi. I dipendenti dell’azienda non percepiscono la Cig da settembre. Il Pd sottolinea la necessità di trovare una soluzione all’emergenza
TREPUZZI – La gravità della situazione in cui versa Omfesa è emersa oggi, ancora una volta, nell’aula del Consiglio provinciale. La vertenza Omfesa è stata discussa in tutte le sue sfaccettature, su richiesta avanzata, ai primi di settembre, del gruppo Pd. “Ad oggi, dobbiamo registrare il diniego degli istituti di credito coinvolti nell’erogazione del prestito di circa 1,6 milioni di euro ed il conseguente fallimento della, seppur meritoria, iniziativa avviata dalla Prefettura con l’attivazione di un apposito tavolo”, ha commentato il consigliere del Pd Alfonso Rampino. La mancata disponibilità delle banche conferma la sostanziale fragilità di Omfesa, più volte ribadita da Rampino. “Fiducia del richiedente, dinamicità aziendale, bontà del piano di impresa, analisi di bilancio accurata sono alcuni degli elementi di valutazione ai fini di un finanziamento. Evidentemente, gli istituti di credito non erano convinti della capacità di Omfesa di reggere il mercato o della redditività delle commesse oppure esistono situazioni di incaglio finanziario che, al di là delle commesse aggiudicate per quasi 30 milioni di euro, rendono impossibile l’erogazione del prestito”, ha aggiunto. 19 ottobre 2012 Omfesa: ‘Traditi dalle banche’ TREPUZZI – “Le banche hanno tradito l’Omfesa”. Non cerca mezzi termini, Ennio De Leo, amministratore dell’azienda di Trepuzzi, per commentare il “dietrofront” di alcune delle banche che avevano accettato di finanziare l’impresa metalmeccanica. In particolare si tratta di Unicredit, Banca Popolare di Bari e Banco di Napoli. Confermano invece la propria disponibilità Banca Popolare Pugliese ed Mps. La motivazione che gli istituti bancari hanno portato per spiegare il cambio di indirizzo è l’inchiesta condotta dalla Guardia di finanza che vede coinvolta l’Omfesa e che riguarda il presunto mancato versamento da parte della proprietà dei contributi del fondo Cometa, il fondo pensione dei metalmeccanici. De Leo la ritiene “una scusa per non finanziarci” ed ha assicurato di avere commesse da parte di Trenitalia che prometterebbero ricavi per 37 milioni di euro. Proprio in nome di quelle commesse, era riuscito ad ottenere il credito delle banche. Alcune delle quali, però, si sono fatte improvvisamente indietro. “Pur utilizzando tutta la comprensione possibile e pur facendo ogni sforzo in questo senso, francamente il diniego delle banche al prestito ad Omfesa non ha senso”. E’ stato questo il commento della vice presidente della Provincia di Lecce Simona Manca. “L'impressione – ha detto Manca – è che l'inchiesta sia un comodo pretesto per gli istituti di credito per defilarsi da questa vicenda. Solo così si comprendono, peraltro, i ritardi e gli indugi di questi mesi. Le banche hanno avuto in questo periodo tutta la documentazione e le garanzie necessarie per verificare lo stato dell'azienda, che ha milioni di euro di commesse ed un problema di liquidità per avviare l'attività. Direi una situazione ideale per avere credito. Naturalmente confidiamo che l'inchiesta faccia luce su qualche aspetto controverso, ma si tratta di un atto dovuto in presenza di una denuncia che i magistrati hanno il dovere di verificare. Negare il prestito per una inchiesta, che in quanto tale potrebbe sfociare anche nel a, mi sembra inconcepibile. In questo modo, se ne decidono gli esiti arbitrariamente ed in anticipo. Questa sfiducia è ingiustificata. Le banche, peraltro, non possono abdicare alla loro funzione sociale in una questione in cui tutte le parti (azienda, sindacati, lavoratori, politica, istituzioni) hanno faticosamente svolto il proprio compito. Facciamo un nuovo accorato appello alle banche perché liberino risorse che sono vitali per Omfesa, per i suoi lavoratori e per tutto il territorio”. Sulla questione è intervenuto anche il deputato del Pdl Ugo Lisi, che ha invocato un maggiore senso di responsabilità verso il territorio, affinché il rilancio dell’azienda, oggi ancora attuabile, non sfumi nel vuoto. “Il comportamento di chi, dopo aver superato 99 ostacoli, in prossimità del centesimo, si volta indietro per ritornare alla partenza, anziché compiere l’ultimo tratto di pista – ha detto Lisi -, è degno di un racconto finalizzato a strappare il sorriso e non certo di un accordo progettuale diretto a salvare un’azienda ed i suoi lavoratori, rilanciandola strategicamente. “Non è credibile che le banche che si erano dichiarate disponibili a supportare l’iniziativa per il rilancio di Omfesa, adesso, tornino sui loro passi per notizie che non sono notizie e per spifferi che non sono fatti – ha aggiunto -. Il senso di responsabilità che deve appartenere a chi opera su questo territorio e vuole il bene di questo territorio, deve prevalere su tutto. Non abbiamo molto tempo davanti a noi, ma l’occasione per non tradire il Salento è ancora intatta”.
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