Fisica teorica. Ribalta internazionale per l’Ateneo salentino

Lecce. Il gruppo salentino è stato segnalato dall’editrice “American institute of physics” tra le pubblicazioni del filone di ricerca dei premi Nobel

LECCE – Risonanza internazionale per il gruppo di ricerca di Fisica teorica dell’Università del Salento in relazione al Nobel per la Chimica ai ricercatori Robert Lefkowitz e Brian Kobilka. La casa editrice “American Institute of Physics”, editrice di numerose riviste scientifiche nel campo della Fisica applicata, ha evidenziato le pubblicazioni del gruppo proprio in quanto attinenti al filone di ricerca che ha ricevuto il Premio. Il Nobel è stato assegnato per ricerche nel campo delle proteine sensoriali appartenenti alla famiglia delle G Protein Coupled Receptors (GPCRs); il maggior numero di pubblicazioni dell’“American Institute of Physics” in materia è frutto dell’attività svolta, appunto, dal gruppo di Fisica teorica della materia dell’Università del Salento, di cui fanno parte la dottoressa Eleonora Alfinito, la dottoressa Maria Leuzzi, la professoressa Cecilia Pennetta, il dottor Jeremy Pousset, il professor Lino Reggiani (responsabile). Lo stesso gruppo di scienziati, nello scorso luglio, aveva organizzato presso il Rettorato un incontro scientifico internazionale sul tema “Bio-inspired Smell Nanobiosensors” (sviluppo di sensori olfattivi su piattaforma biologica). Questa tematica, da anni sostenuta dalla Comunità Europea, vede l’Ateneo salentino impegnato in un circuito internazionale di ricerca integrata (fisica, chimica, biologia, ingegneria), svolta da alcuni dei più qualificati laboratori a livello internazionale. La realizzazione dei primi prototipi di sensori biologici è, infatti, oggetto di un’agguerrita competizione internazionale fra gruppi appartenenti a diversi continenti (America, Asia, Europa). La collaborazione europea coinvolge due compagini italiane: una del Politecnico di Milano, guidata dal professor Marco Sampietro, e una dell’Università del Salento, guidata dal professor Lino Reggiani. Sull’hardware del dispositivo sono impegnate l’Università di Barcellona, il Centro Nazionale di Microelettronica della Catalogna, l’Istituto Tyndall di Cork e UNISCAN, una società per la produzione di dispositivi elettronici (Manchester). I processi di produzione dei recettori olfattivi e di caratterizzazione dei campioni sono affidati al CNRS-INRA di Parigi ed all’Università Claude Bernard di Lione.

Sostieni il Tacco d’Italia!

Abbiamo bisogno dei nostri lettori per continuare a pubblicare le inchieste.

Le inchieste giornalistiche costano.
Occorre molto tempo per indagare, per crearsi una rete di fonti autorevoli, per verificare documenti e testimonianze, per scrivere e riscrivere gli articoli.
E quando si pubblica, si perdono inserzionisti invece che acquistarne e, troppo spesso, ci si deve difendere da querele temerarie e intimidazioni di ogni genere.
Per questo, cara lettrice, caro lettore, mi rivolgo a te e ti chiedo di sostenere il Tacco d’Italia!
Vogliamo continuare a offrire un’informazione indipendente che, ora più che mai, è necessaria come l’ossigeno. In questo periodo di crisi globale abbiamo infatti deciso di non retrocedere e di non sospendere la nostra attività di indagine, continuando a svolgere un servizio pubblico sicuramente scomodo ma necessario per il bene comune.

Grazie
Marilù Mastrogiovanni

SOSTIENICI ADESSO CON PAYPAL

------

O TRAMITE L'IBAN

IT43I0526204000CC0021181120

------

Oppure aderisci al nostro crowdfunding

Leave a Comment