Smart City. Capone: ‘La Puglia esempio di un Sud diverso’

Bologna. Alla Smart Exhibition in corso nel capoluogo emiliano la Regione Puglia ha presentato le proprie strategie per rispondere ai bisogni dei cittadini

BOLOGNA – “Come dice Italo Calvino: ‘di una città non godi le 7 o le 77 meraviglie, ma la risposta che dà ad una tua domanda’”. Con queste parole Loredana Capone, vicepresidente ed assessora allo Sviluppo economico della Regione Puglia, ha dato il via al suo intervento, ieri, in occasione della partecipazione della Puglia alla Smart City Exhibition di Bologna, la manifestazione organizzata da Forum PA e Bologna Fiere, dal 29 al 31 ottobre. La Regione pugliese prende parte all’evento con un proprio spazio istituzionale, nel quale è presente anche la società regionale in house InnovaPuglia spa. Rappresentata da Capone, la Puglia ha partecipato anche al convegno inaugurale. “La verità – ha continuato l’assessora – è che le città del Sud non danno ancora tutte le risposte che i cittadini si attendono e capita frequentemente di fare il confronto con i maggiori servizi resi altrove provando un senso di frustrazione. Troppo poche le smart cities italiane, ancora di meno quelle del Sud, allora ci vuole un supplemento di coraggio e di azione, ci vuole una vera e propria strategia di intervento massiccio per superare questo gap e migliorare la qualità della vita dei cittadini. Per questo abbiamo voluto lavorare su Smart Puglia”. Come è avvenuto per Smau Milano anche a Bologna, la Puglia è l’unica rappresentante del Sud Italia alla Sce e la sua “performance” già ieri ha suscitato grande interesse tra i presenti. Grande successo ha riscosso “Smart Puglia”, nuovo marchio e allo stesso tempo la nuova linea nelle politiche regionali, che proprio a Bologna ha fatto il suo debutto in chiave nazionale. “La Smart Specialization Strategy, la strategia delle specializzazione intelligente, che nella nostra regione chiamiamo ‘Smart Puglia’ – ha spiegato la vicepresidente – non è un programma, intendendo per tale un insieme di bandi, ma una rete articolata di iniziative che mirano a rendere più forti e più sistemici i rapporti tra tutti gli attori del sistema regionale dell’innovazione. Per tali – ha puntualizzato – intendiamo le imprese, i centri di ricerca, le amministrazioni, le banche e il mondo della finanza, i talenti, i ricercatori e in generale il capitale umano. Questa rete articolata di iniziative punta anche a connettere le specializzazioni che il sistema regionale dell'innovazione è in grado di esprimere con reti nazionali, europee ed internazionali. Smart Puglia è politica intelligente proprio perché cerca di capire le potenzialità e crea e rafforza le relazioni”. Ma la strategia, come ha spiegato Capone non può rimanere all’interno delle Pubbliche Amministrazioni ma deve incontrare il consenso dei cittadini, che sono i protagonisti dei servizi e delle pubbliche attività e devono esigere di avere un trattamento diverso; delle imprese, che possono offrire quei servizi e devono esprimere il diritto di produrre e chiedere eccellenze e innovazioni; delle amministrazioni, che devono cooperare e coordinarsi tra di loro per non scaricare sui cittadini la complessità facendola diventare complicazione. Alla strategia della Smart Specialization sarà dedicata la prossima programmazione del fondi strutturali (2014-2020). Ma la Puglia, come riconosciuto dalla stessa Commissione Europea arriva già preparata a questo appuntamento, per le politiche “smart” attuate fino ad oggi, che hanno puntato su ricerca e innovazione, producendo risultati rilevanti. Le domande di brevetto presentate presso l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi da settembre 2005 a settembre 2012 sono state 774, il 29,43% in più rispetto ai sette anni precedenti, ponendo la Puglia al primo posto tra le regioni del Mezzogiorno; i brevetti registrati invece presso l’European Patent Office sono aumentati del 55%. Una crescita assai significativa ha riguardato anche gli spin-off passati dai sette del 2005 ai 79 del 2011. “Così – ha concluso Capone – se nel 2005 la Puglia era l’ultima regione in Italia con l’1,6% di spin-off sul totale nazionale, oggi è la quinta con l’8%”.

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