Fazzi. Cardiochirurgia: otto medici, tre precari

Lecce. Di proroga in proroga, due medici sono arrivati alla scadenza del contratto. Il reparto ha bisogno di loro, ma non possono essere assunti

LECCE – Tra una settimana scadrà l’ennesima proroga del loro contratto a tempo determinato. E non avranno più un lavoro. Eppure, quel posto se l’erano guadagnato, vincendo un concorso per un’occupazione a tempo indeterminato. Poi le cose sono cambiate e così due medici del reparto di Cardiochirurgia dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, si sono ritrovati precari. Da un giorno all’altro. Senza la possibilità di essere stabilizzati all’interno dell’ospedale. Dove ormai lavorano da sei anni. La precarietà nel mondo della sanità è ormai una realtà nota. E si scontra con dei bisogni e delle necessità da soddisfare, come il diritto del paziente ad essere curato e nel migliore dei modi. Così accade che nel reparto di Cardiochirurgia del Vito Fazzi per una enorme mole di lavoro da svolgere ci siano solo otto medici più il primario; e di quegli otto medici tre siano precari, di cui due vincitori di concorso e il terzo assunto come supplente di un collega. Una condizione che mette a rischio contemporaneamente la salute dei pazienti e la professionalità dei medici. I due medici che il 31 ottobre vedranno scadere il proprio contratto avevano accettato di firmare una proroga di dieci giorni a decorrere dal 20 ottobre. E non era la prima volta che firmavano proroghe, pur di non venir meno al loro preciso dovere di medici. Insomma in reparto c’è bisogno di loro, eppure non possono essere assunti. La situazione kafkiana della mancata stabilizzazione di questi medici nasce dalla combinazione di due cause: la pronuncia da parte della Corte Costituzionale di incostituzionalità della legge regionale 4/2010 che consentiva la stabilizzazione di dirigenti, medici dei reparti, del 118 e lavoratori socialmente utili e la disposizione contenuta all'articolo 16, comma 8 del decreto-legge n. 98 del 2011, che ha dichiarato la nullità dei provvedimenti di stabilizzazione adottati sulla base di leggi dichiarate incostituzionali. Quindi, nonostante i due medici abbiano ottenuto un incarico a tempo indeterminato vincendo un regolare concorso, hanno dovuto rinunciarvi perché la legge regionale sulla stabilizzazione è stata giudicata incostituzionale. Quale sarà adesso il futuro dei due medici? La firma di una nuova proroga alla scadenza del contratto a tempo determinato? O si troverà una soluzione meno svilente della professionalità acquisita in tanti anni di lavoro? Una domanda che viene posta anche dalla deputata del Pd Teresa Bellanova in una interrogazione al ministro della Salute. Al ministro la parlamentare salentina chiede “quali iniziative intenda assumere per non disperdere l’eccellenza ad oggi acquisita dai reparti ospedalieri anche attraverso il lavoro dei medici precari e per evitare il perpetrarsi di questa situazione di estrema instabilità del personale medico che oltre a mortificare la professionalità degli stessi, potrebbe di fatto impoverire il servizio offerto ai cittadini e trasformarsi in una precarizzazione dei livelli essenziali di assistenza forniti ai leccesi”. Ecco l’interrogazione di Bellanova: INTERROGAZIONE a risposta in commissione BELLANOVA – Al Ministro della Salute. Per sapere, premesso che: – alcuni medici del reparto di cardiochirurgia del nosocomio leccese Vito Fazzi si trovano a vivere una vera e propria odissea lavorativa ed umana, fatta di precariato quasi decennale e proroghe continue dei contratti, anche per brevissimi periodi di tempo. Questa situazione è riveniente dalla mancata stabilizzazione per l'effetto combinato della pronuncia di incostituzionalità da parte della Corte Costituzionale circa la legge regionale 4/2010, che riguardava dirigenti, medici dei reparti, del 118 e lavoratori socialmente utili e che consentiva la loro stabilizzazione, e della disposizione di cui all'articolo 16, comma 8 del decreto-legge n. 98 del 2011, che ha dichiarato la ità dei provvedimenti di stabilizzazione adottati sulla base di leggi dichiarate incostituzionali; – risulta indispensabile sottolineare che a fronte di una vasta mole di lavoro da affrontare il personale medico del reparto di cardiochirurgia risulta essere attualmente sottodimensionato. Si contano, infatti, 8 unità operative più il primario, tra queste tre medici precari, di cui due vincitori di concorso e la restante unità assunta con l’incarico di sopperire all’assenza di un collega per malattia; – i due medici precari di fatto sono operativi presso il reparto dal 2006, vale a dire da quando furono assunti a tempo determinato poiché vincitori di avviso pubblico per titoli bandito nel luglio 2006. Nell’anno 2007 è stato bandito il concorso pubblico per titoli ed esami per la copertura dei due posti vacanti nell'organico della cardiochirurgia, tale concorso, però è stato bloccato prima del suo completo espletamento, in quanto, su disposizione della Regione Puglia, si avvia il programma di stabilizzazione del precariato secondo quanto previsto dalla Legge Regionale n.40 31/12/2007; – il 09 aprile 2009 è stata bandita una selezione pubblica per n. 2 posti di dirigente medico di cardiochirurgia con deliberazione n.1481 del 01/10/2008 e successiva n. 949 del 13/03/2009. Il 16 ottobre 2010 si è proseguito con l’assunzione a tempo indeterminato delle due unità in quanto vincitori di concorso, con delibera n. 2991 del 12/10/2010. Il 2 settembre 2011, però, con Delibera n. 1566 del 31/08/2011 è stato dichiarato o il contratto a tempo indeterminato sulla base della sopra citata sentenza della Corte Costituzionale n.42 del 16/02/2011; – sempre il 2 settembre 2011 su proposta della direzione generale, a causa della grave carenza di organico, è stata attribuita ai due medici l’assegnazione di incarico a tempo determinato fino al 31/12/2011, con successiva proroga fino al 31/03/2012; – il 21dicembre 2011 la Regione Puglia, sulla scorta di alcune sentenze favorevoli, consiglia ai direttori generali delle varie ASL interessate di “valutare la possibilità di deflazionare il contenzioso[…]mediante l'utilizzo di apposite procedure conciliative dinanzi alle Direzioni Provinciali del Lavoro”. E difatti, nel corso dell’anno 2012 numerose procedure conciliative sono state portate a termine nelle ASL pugliesi, ma non a Lecce, sicché i due medici cardiochirurghi, ad oggi, sono stati costretti ad accettare l’ennesima proroga del contratto di lavoro per un periodo di 10 giorni, dal 20 ottobre al 31 ottobre 2012; – a questo contesto occorre aggiungere che nel novembre 2010 la regione Puglia ha sottoscritto il piano di rientro sanitario 2010-2012 finalizzato a verificare la qualità delle prestazioni ed a raggiungere il riequilibrio dei conti dei servizi sanitari regionali; – non è la prima volta che l’interrogante pone il problema della mancata stabilizzazione del personale sanitario in Puglia, sottolineando che il personale medico, prima vincitore di concorso, ma ad oggi purtroppo ancora precario, ha assolto nel corso di questi anni ad una funzione dirimente per la sanità pugliese, senza la quale, vista la conclamata carenza di personale, non solo si sarebbe rischiato il tracollo di molti reparti, ma anche uno svilimento dei livelli essenziali di assistenza offerti ai cittadini; – va altresì detto che il ricorso continuo e costante a proroghe di fatto finisce non solo per mortificare la professionalità di medici che nel corso degli anni hanno acquisito un enorme bagaglio esperienziale all’interno del reparto, ma rischia fortemente di rendere precario anche ciò che dovrebbe essere un rapporto fiduciario, di assistenza e cura tra il medico e il paziente; – va inoltre ricordato che la cardiochirurgia di Lecce è l'unica struttura pubblica di un'area molto vasta e popolosa come il Salento, zona che nei mesi estivi vede aumentare in misura notevole la sua utenza in relazione al flusso turistico. Occorre ricordare che la cardiopatia ischemica risulta essere, purtroppo, la prima causa di morte nel mondo occidentale. Il reparto di Lecce ha nel corso degli anni offerto un servizio di eccellenza pubblica dimostrato anche dal tracollo che i cosiddetti “viaggi della speranza” verso il Nord Italia hanno subito. Ciò è stato reso possibile anche attraverso l’impiego di personale medico che ad oggi, nonostante la maturata esperienza, risulta essere, purtroppo, ancora precario; pur nel rispetto delle competenze regionali, quali iniziative il Ministro in oggetto intende assumere per non disperdere l’eccellenza ad oggi acquisita dai reparti ospedalieri anche attraverso il lavoro dei medici precari e per evitare il perpetrarsi di questa situazione di estrema instabilità del personale medico che oltre a mortificare la professionalità degli stessi, potrebbe di fatto impoverire il servizio offerto ai cittadini e trasformarsi in una precarizzazione dei livelli essenziali di assistenza forniti ai leccesi. Bellanova,

Sostieni il Tacco d’Italia!

Abbiamo bisogno dei nostri lettori per continuare a pubblicare le inchieste.

Le inchieste giornalistiche costano.
Occorre molto tempo per indagare, per crearsi una rete di fonti autorevoli, per verificare documenti e testimonianze, per scrivere e riscrivere gli articoli.
E quando si pubblica, si perdono inserzionisti invece che acquistarne e, troppo spesso, ci si deve difendere da querele temerarie e intimidazioni di ogni genere.
Per questo, cara lettrice, caro lettore, mi rivolgo a te e ti chiedo di sostenere il Tacco d’Italia!
Vogliamo continuare a offrire un’informazione indipendente che, ora più che mai, è necessaria come l’ossigeno. In questo periodo di crisi globale abbiamo infatti deciso di non retrocedere e di non sospendere la nostra attività di indagine, continuando a svolgere un servizio pubblico sicuramente scomodo ma necessario per il bene comune.

Grazie
Marilù Mastrogiovanni

SOSTIENICI ADESSO CON PAYPAL

------

O TRAMITE L'IBAN

IT43I0526204000CC0021181120

------

Oppure aderisci al nostro crowdfunding

Leave a Comment