Calimera. La nota dell’azienda dopo le notizie apparse su una testata locale nei giorni scorsi. “Attacco mediatico nei nostri confronti”
CALIMERA – Non è la prima volta che accade. E di nuovo l’azienda Fiusis di Calimera, si trova a dover smentire notizie che definisce non vere ed anzi arma di “attacco mediatico” nei confronti dell’attività. Un periodico locale, nei giorni scorsi,ha riportato la notizia che l’impianto di cogenerazione elettrica da 1 MW di Calimera, la Fiusis appunto, sarebbe alimentata da materia prima proveniente in gran parte dalla Calabria, data l’indisponibilità dei proprietari dei terreni a conferire i propri scarti di potatura direttamente all’impianto. “E' totalmente falso – si legge in ua note di rettifica di Fiusis – che la materia prima della nostra azienda provenga dalla Calabria, come sarà facilmente dimostrabile nelle opportune sedi di giudizio alle quali i nostri legali stanno valutando di rivolgersi per ottenere giustizia e per tutelare l'immagine dell'azienda. Ma ciò che ci fa ancora più rabbia è la costante opera di disinformazione avverso un impianto che è considerato in Europa un modello per la sua modernità ed efficienza che nel 2012 ha ricevuto una pubblica attestazione da Legambiente per la gestione a Km zero della biomassa legnosa conferita nell'impianto. Fiusis – continua la nota – è nata da un gruppo di giovani imprenditori che vive sul territorio con le proprie famiglie: non una multinazionale. Noi siamo persone vere che vivono e lavorano qui (nove addetti diretti) impegnandosi per il progresso del territorio. Dopo un iter autorizzativo travagliato – ricapitola la lettera di rettifica -, abbiamo dovuto subire le strumentalizzazioni di ‘ambientalisti’ che giuravano che avremmo bruciato rifiuti (cosa tecnicamente assurda, oltre che falsa). La verità è che Fiusis, oltre a reperire le ramaglie di ulivo nelle campagne salentine, alimenta un indotto costituito da numerose aziende agricole, anch'esse tutte esclusivamente salentine. Questo vuol dire che non soltanto non importa a dalla Calabria, ma che invece opera attivamente con il mondo agricolo locale, dando un contributo importante per la riduzione dell'accensione dei fuochi di ramaglie nelle campagne”.
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