REPORTAGE. Ugento. La ‘pineta comunale’ di Ugento, data in gestione a dei privati, con l’arrivo della stagione invernale ha chiuso il bar. E anche l’accesso ai giochi, ai campi da tennis. E al mare
UGENTO – Può un pezzo di bosco comunale, dal quale si accede al mare, a giochi pubblici per bambini e a campi da tennis e pallavolo altrettanto pubblici, essere recintato dai privati? No, ovviamente. Ma a Ugento sì.
.jpg)
Accade a “Lido pineta”, un pezzo di paradiso in pieno parco naturale regionale, che il legittimo proprietario, il Comune di Ugento, ha dato in gestione ad una cooperativa privata: “Impegno popolare scarl”. Abbiamo ampiamente raccontato sul libro “Il Sistema” dei poco trasparenti criteri di assegnazione e gestione di quel bene pubblico, tanto bello quanto unico (leggi anche qui). In cambio dell’assegnazione la cooperativa avrebbe dovuto garantire, in teoria, dei servizi ai cittadini, tra cui i giochi per bambini e alcuni campetti di pallavolo e tennis. Che effettivamente ci sono, ma non sono disponibili durante il periodo invernale, quando, sempre in teoria, quel pezzo di pineta torna ad essere di tutti.
.jpg)
Da quel pezzo di pineta, uno dei pochi rimasti pubblici, si accede al mare e, ovviamente, il passaggio non può essere impedito. Però è ciò che accade: gli accessi al mare sono sbarrati da rudimentali grate di ferro arrugginito, brutte, illegali, pericolose.
.jpg)
.jpg)
L’ingresso principale è chiuso da un cancello di legno e sorvegliato da telecamere.
.jpg)
I vialetti di cemento sono opere vietate, nel parco naturale, vietate nella pineta, vietate sulla battigia. Ma sono presenti e si sgretolano mischiandosi alla sabbia.
.jpg)
Più in là gli ultimi turisti di ottobre prendono il sole, tra i rifiuti che né il Comune né i gestori del Lido pineta raccolgono.
.jpg)
Una brutta cartolina del nostro mare d’inverno.
Sostieni il Tacco d’Italia!
Abbiamo bisogno dei nostri lettori per continuare a pubblicare le inchieste.
Le inchieste giornalistiche costano.
Occorre molto tempo per indagare, per crearsi una rete di fonti autorevoli, per verificare documenti e testimonianze, per scrivere e riscrivere gli articoli.
E quando si pubblica, si perdono inserzionisti invece che acquistarne e, troppo spesso, ci si deve difendere da querele temerarie e intimidazioni di ogni genere.
Per questo, cara lettrice, caro lettore, mi rivolgo a te e ti chiedo di sostenere il Tacco d’Italia!
Vogliamo continuare a offrire un’informazione indipendente che, ora più che mai, è necessaria come l’ossigeno. In questo periodo di crisi globale abbiamo infatti deciso di non retrocedere e di non sospendere la nostra attività di indagine, continuando a svolgere un servizio pubblico sicuramente scomodo ma necessario per il bene comune.
Grazie
Marilù Mastrogiovanni
------
O TRAMITE L'IBAN
IT43I0526204000CC0021181120
------
Oppure aderisci al nostro crowdfunding