Nuova sfiducia a Francesco D'Agata

Lecce. Il coordinamento provinciale di Italia dei Valori ha nuovamente redatto un documento di sfiducia verso D'Agata. Il coordinatore aveva rifiutato di dimettersi dopo una prima sfiducia

Questa mattina, presso la sede provinciale dell'Italia dei valori a Lecce, si è tenuto un coordinamento provinciale convocato da alcuni componenti dello stesso coordinamento. Nella riunione si è votata, a maggioranza, la sfiducia al coordinatore provinciale dell'IdV Francesco D'Agata. “Quest'atto – si legge in una nota inviata dal coordinamento – giunge come conseguenza di un'immobilismo da parte di Francesco D'Agata che già il 4 giugno scorso aveva ricevuto una mozione di sfiducia a firma degli stessi componenti il coordinamento. Alla riunione di oggi – continua la nota – non ha partecipato lo stesso coordinatore D'Agata, adducendo motivazioni strettamente personali. Mettendo in evidenza ancora una volta l'assenza della volontà a confrontarsi con i componenti del coordinamento da lui considerati spesso un fastidio rispetto alla gestione privatistica e personalistica del partito che ha caratterizzato il suo mandato. L'assenza di oggi è un'ulteriore conferma del disprezzo del coordinatore verso qualsiasi forma di confronto e discussione democratica”. Il verbale con la nuova, formale sfiducia al coordinatore provinciale è stata inviata al presidente del partito Antonio Di Pietro, al commissario regionale Augusto Di Stanislao e all'ufficio dei garanti a Roma. 21 giugno 2012 D’Agata sfiduciato. Maretta nell’Idv Undici dirigenti Idv su 18 contestano l’operato del coordinatore provinciale dell’Italia dei valori: “Gestione personalistica e fallimentare del partito” La recente formalizzazione della fuoriuscita del consigliere regionale Aurelio Gianfreda da Italia dei valori verso il movimento di Michele Emiliano (già anticipata dal Tacco d'Italia a marzo), lascia il coordinatore provinciale Francesco D'Agata ancora più solo. Si spezza infatti l'asse tra Gianfreda, D'Agata e il consigliere provinciale Gianfranco Coppola che ha determinato di fatto la linea dei dipietristi negli ultimi anni, creando nel partito non pochi mal di pancia sin dalle elezioni comunali dello scorso anno, quando a Nardò ed Ugento, Italia dei valori sostenne candidati di centrodestra. Molto particolare il caso di Ugento dove Coppola entrò nella lista sostenuta da Raffaele Fitto, al fianco ad alcuni degli storici “nemici politici” di Peppino Basile. Ma la sfiducia del gruppo dirigente di Idv verso l'avv. D'Agata ha vissuto il suo punto di rottura alcuni giorni fa quando 11 membri del coordinamento provinciale su 18 hanno presentato una durissima mozione di sfiducia al commissario regionale Augusto di Stanislao: “Va addebitato al coordinatore provinciale, si legge nel documento, soprattutto lo stato di crisi emerso nelle comunali di Lecce, dove la partecipazione dell’Idv prima alle primarie di coalizione, poi con propria lista a sostegno del candidato sindaco del centro sinistra, non ha potuto poggiare sul supporto di un lavoro politico ben svolto precedentemente, al punto da avere difficoltà, in una città di 95mila abitanti, qual è Lecce, nel reperimento dei 32 candidati necessari al completamento della lista. Dei 32 candidati 22 hanno preso da 0 a 10 voti. Clamorosa l’assenza in lista del coordinatore provinciale che, preferendo misurarsi sul nome della madre, ha riportato 102 voti. Risultato: 1.059 (1,95% – inferiore al 2.92% delle schede e). In sintesi, si chiedono i firmatari della mozione di sfiducia, se in otto anni alla guida del partito a Lecce il risultato è questo, quanti ancora ne dovrebbero passare per vedere qualcosa che somigli ad un partito”? A queste considerazioni ne aggiungono altre, affondando il colpo: “Va aggiunto che la deriva personalistica impressa dal coordinatore ha provocato nel tempo l’allontanamento di un gran numero di persone valide, svuotando il coordinamento provinciale di qualunque funzione e relegandolo al ruolo di incontri tra amici, dai quali si perde ogni traccia poiché non vengono nemmeno più annotate le presenze”. Concludendo, gli ultimi firmatari chiedono al Commissario regionale Idv di “adottare finalmente anche per la provincia di Lecce un provvedimento, ormai ineludibile, che faccia chiarezza e che serva per rilanciare un partito con una linea politica coerente e con una ritrovata coesione”. Al documento di sfiducia poi si aggiungono le motivazioni della dura presa di posizione, messe nero su bianco: “I componenti del Coordinamento provinciale Idv, firmatari della allegata mozione di sfiducia avverso il coordinatore provinciale in carica, ritengono doveroso chiarire, con il presente documento, le ragioni politiche poste a fondamento della mozione suddetta. Riteniamo che l’attività svolta del coordinatore provinciale si sia posta in aperto conflitto con i fondamentali principi di partecipazione democratica, collegiale e partecipata, si sia distinta per la vistosa violazione delle norme che disciplinano la vita del Coordinamento provinciale ed abbia inevitabilmente condotto allo svilimento dell’attività politica sul territorio, impedendo la naturale crescita del partito in provincia di Lecce di Lecce, con la gravissima perdita di consensi, anche in termini elettorali. Ha utilizzato il metodo del “divide et impera”, a tal fine si è prodigato in un’incessante opera di delegittimazione dei rappresentanti locali del partito che con il loro leale impegno e disinteressata attività potevano rappresentare un pericolo per la sua zoppicante leadership, arrivando così a creare fratture e tensioni all’interno del Coordinamento provinciale, ma sprezzante delle regole codificate e dei principi di democrazia e partecipazione che informano l’intera azione del partito, ha agito da piccolo monarca assoluto interessato solo a coltivare il suo piccolo orticello di relazioni personali. Dinanzi a tanto la domanda nasce spontanea: il coordinatore ha peccato di gravissima incapacità organizzativa e politica oppure ha seguito un disegno preordinato ad impedire l’elezioni in Consiglio comunale di Lecce di un candidato Idv che potesse ostacolare i suoi progetti di carriera individuale? Una cosa è però certa: in entrambi i casi è indispensabile una svolta che dia il senso del cambiamento e del rinnovato impegno nell’ottica della lealtà e della partecipazione. La dimostrazione palese di quanto detto risiede nel fatto che oltre il 40% dei consensi dell’intera lista sono concentrati in un solo candidato, solo altri due candidati hanno ricevuto un numero di voti che possa ritenersi accettabile”. Un redde rationem a tutto tondo che da Lecce arriverà a Roma, passando per Bari.

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