Emergenza lavoro. Lecce tra le dieci peggiori d’Italia

Lecce. 2.060 posti di lavoro in meno nel 2012 nel Salento. Presentata in Camera di commercio l’indagine annuale Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro

LECCE – Nel Salento è emergenza lavoro. La conferma è arrivata stamattina, durante l’incontro organizzato dalla Camera di commercio di Lecce per presentare i dati sull’economia salentina contenuti nell’indagine annuale del Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro. Ed i dati sono neri: Lecce è tra le dieci province in Italia con i risultati più allarmanti. Le previsioni non promettono a di buono né quell’inversione di tendenza auspicata. Il calo dell’occupazione dipendente colpirà con durezza il Salento. In provincia di Lecce nel 2012 è previsto un vero crollo di posti di lavoro: 2.060 in meno per un tasso pari al -2,3%. In Italia le previsioni sono peggiori solo per altre 9 province. Ma tutte le province italiane registrano saldi negativi: al di sotto della media nazionale (-1,1%) si collocano 70 province. Ben 35 sono meridionali e tra queste figurano tutte le province pugliesi. Guardando all’intera Puglia, Foggia è all’11° posto (stesso tasso negativo, -2,3%, ma perderà 1.460 posti), mentre Brindisi al 13° posto (-2,2% e 990 posti di lavoro in meno). Leggermente migliore, il tasso di variazione occupazionale di Bari (-1,6%, con una perdita di 3.800) e Taranto (-1,3% con 990 posti in meno). Le imprese salentine prevedono di assumere, nel corso del 2012, complessivamente 7.810 lavoratori: 150 in meno dello scorso anno, pari al 2% in meno. Su scala nazionale le imprese italiane hanno previsto di assumere il 25% in meno. A fronte di 7.810 nuove assunzioni le imprese salentine prevedono 9.870 uscite dal lavoro, con un saldo negativo di 2.060 lavoratori. La quota di imprese salentine che prevedono di assumere è del 14,3%, la più bassa degli ultimi quattro anni. Solo per il 30% di queste imprese le assunzioni sono da attribuire ad aspettative di crescita della domanda. All’incirca un altro 30% di imprese attribuisce i nuovi ingressi alla sostituzione dei dipendenti in uscita o assenti per vari motivi. Le richieste di personale che servono per coprire le attività stagionali sono circa il 26%. Le assunzioni stagionali rappresentano il 50,1% del totale assunzioni previste per l’anno in corso dalle imprese salentine ed interessano 3.910 lavoratori. Lo scorso anno rappresentavano il 43,9% (3.500 lavoratori coinvolti). Sono soprattutto i servizi ad assumere stagionalmente (2.970 unità), in particolare quelli legati alla ristorazione e al turismo (2.190 lavoratori); segue il settore commercio con 530 lavoratori. Tra i lavoratori stagionali sono richieste maggiormente le professionalità impiegatizie e commerciali (49,5%) e professioni non qualificate (28,3%). Nel settore industriale sono maggiormente richiesti gli operai specializzati (64,2%). Salvatore Arnesano, segretario Cgil, ha puntato l’attenzione sulla necessità di ripartire dai settori forti quali il turismo e l’agricoltura invocando un tavolo di concertazione permanente promosso da Camera di commercio. Il segretario dalla Cisl, Piero Stefanizzi ha accusato la politica di essere “assente” sui grandi temi del lavoro e chiesto di ripensare l’uso degli ammortizzatori sociali che dovrebbero mettere a frutto le eccellenze invece di bloccare il mercato del lavoro.

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