Tumori a Lecce. Pellegrino: ‘L’Arpa ci aiuti a leggere i dati’

Lecce. IL consigliere regionale del gruppo Misto – Psi ritorna sulle dichiarazioni rilasciate dal ministro dell’Ambiente Clini

LECCE – Le dichiarazioni rilasciate alcuni giorni fa dal ministro dell’Ambiente Corrado Clini, che, rispondendo ad una giornalista ha affermato che le morti per tumore a Taranto, dove si trova l’Ilva, sarebbero inferiori a quelle che si contano nel Leccese, continuano a far discutere. Sull’argomento è ritornato il consigliere regionale del gruppo Misto – Psi, Donato Pellegrino. “Pleonastico – dice Pellegrino – è affermare che una notizia di tale portata, rilasciata peraltro da un autorevole ministro della Repubblica, ha fatto il giro del web, scatenando le più disparate reazioni ‘gelando la comunità leccese’. Non vorrei che le morti per tumore, avvenute a Taranto, siano dovute a cause ambientali a breve termine, mentre quelle nel leccese, siano dovute a cause ambientali a lungo termine, grazie all’azione combinata dell’ Ilva di Taranto e dell’Enel di Brindisi. Il resto lo producono i venti che ci trasportano, un fenomeno conosciuto dai più, oltre alla sabbia dell’altopiano libico, quando spira il libeccio, i veleni prodotti dalle fabbriche delle città limitrofe man mano che i venti ruotano. I dati, a dir poco agghiaccianti – continua il consigliere regionale -, ci dicono che a Lecce, le morti per tumore superano del 22% la media nazionale e che tracce marcate, provenienti dall’impianto tarantino, sono state rintracciate a Tricase come ha dichiarato l’oncologo Giuseppe Serravezza. Lecce è la prima provincia d’Italia per numero di tumori al polmone con un crescendo che non lascia ben sperare”. Inoltre Pellegrino rivolge un appello all’Arpa, “affinché ci aiuti ad interpretare i numeri, a capire questo fenomeno e a trovare gli adeguati rimedi”. “E’ facile immaginare – conclude – il danno economico che è stato prodotto, dal punto di vista turistico, all’intera comunità salentina che ha fatto del suo splendido territorio e del suo cristallino mare una bandiera incontaminata. Una cosa è certa, che mentre in tutto il mondo si cerca un equilibrio tra la produzione industriale e l’ambiente, in questa regione si continua a morire di lavoro mentre di lavoro si dovrebbe vivere”.

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