Inizia l'abbattimento di oltre 6.500 ulivi secolari, per fare spazio alla statale 16 Maglie-Otranto. Per non perdere 55 milioni di finanziamento pubblico si fa un strada che non serve a nessuno
(ph: Comitato di tutela Porto Miggiano) Il giorno dell’abbattimento è arrivato. I 6.500 ulivi che intralciano i lavori per l’allargamento delle strada statale 16 Maglie-Otranto saranno espiantati. Non daranno più fastidio ed il finanziamento da 55 milioni di euro ottenuto per realizzare il progetto non correrà più alcun rischio. Peccato che i dubbi sulla necessità di intervenire per allargare e mettere in sicurezza l’arteria stradale siano più di uno. Innanzitutto l’espianto degli ulivi. Sono 8mila in tutto quelli che sorgono sul futuro tracciato. 1.500 sono salvi perché per loro è arrivata una richiesta di adozione da parte dei Comuni limitrofi. Gli altri moriranno perché nessuno li ha richeisti. Eppure il reimpianto degli 8mila ulivi è un obbligo dell'Anas, che deve farlo a sue spese, così come indicato dal Ministero nella prescrizione contenuta nel decreto di Via del progetto. Poi la ricchezza ambientale ed archeologica che caratterizza la zona. Solo lo scorso aprile è stata scoperta una cripta paleocristiana, ma le testimonianze megalitiche e preistoriche qui presenti sono numerose. Infine, l’ultimo dubbio: tutto questo è davvero necessario? A lavori finiti, gli ulivi non ci saranno più e nemmeno i reperti e le testimonianze storiche. La strada, in compenso, sarà più larga e sicura. Ma quanto tempo si risparmierà per percorrere i suoi 12 kilometri?
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