La App Economy sbarca nel Salento

Le 'Application' per Apple, Android e altre piattaforme sono un business in espansione. Oggi esistono circa 800.000 App. Tra pochi giorni anche il Tacco presenterà la sua

Pochi le sanno ideare ma molti le sanno usare. Anche perché il loro crescente, (o meglio), esponenziale, business è legato proprio alla facilità di comprensione e di impiego: è il mondo infinito delle App (ossia delle applicazioni legate all’utilizzo di un telefonino o supporto informatico mobile di ultima generazione). A livello globale e a prescindere dalla piattaforma utilizzata, esistono circa 800.000 App, facilmente scaricabili e in alcuni casi, gratuite, a disposizione di milioni di utenti in contemporanea. Lo startup delle App inizia nel 2008. Il colosso Apple (del sempre compianto Steve Jobs), crea e lancia sul mercato l’Apple Store. Si tratta di una mega vetrina online, un negozio virtuale dove chiunque ha la possibilià di caricare (avendola progettata) e di conseguenza, vendere, una sua App (applicazione). La Apple si riservò solo il compito di garantire che l’App funzionasse e che fosse compatibile con il sistema operativo dei proprio prodotti. Per questo, trattenne una percentuale del 30%. Dopo le prime perplessità e i dubbi circa la possibilità di fare affari con progettazioni mobile di quel tipo, l’esploit dei prodotti Apple, garantì parimenti il successo planetario di tutte le App sul mercato. Ad oggi, solo l’Apple Store conta circa 400.000 App e più di 25 miliardi di download in tutto il mondo. Come ogni innovazione del progresso, l’esclusiva è durata poco. Le App infatti sono state volutamente rese, dopo i primi esperimenti, compatibili con piattaforme differenti (oltre Apple). Inoltre il moltiplicarsi dei dispositivi in vendita sul mercato: tablet, smartphone, internet, tv e social network, ha fatto si che la competition arrivasse ad altissimi livelli. Primo fra tutti: Android. Ha sbaragliato il mercato. Dopo il sorpasso su Nokia, è ufficialmente l’S.O. per smartphoe e tablet più diffuso al mondo con una crescita annua del 650%. Per il prossimo biennio è stato stimato che Android rappresenterà da solo il 38% del mercato seguito da Nokia (25%), Apple (17%), Rim-Blackbarry (13%), Altro (7%). Il costo di una App in download è vario. Si aggira tra pochi centesimi di euro a circa 10 euro. Gran parte delle App più diffuse sono gratuite per alcuni S.O. e per altri no e viceversa. Molti giovani pugliesi e salentini in particolare, con la passione per l’alta tecnologia e con la scusa di unire l’utile al dilettevole beneficiano quotidianamente del commercio on line legato al download delle App, free o a pagamento. I forum impazzano di soluzioni, consigli e promozioni delle più disparate App. Anche tramite i social network si interagisce in tal senso, alimentando quello che forse da un semplice gioco o passione, potrebbe davvero divenire un lavoro a tutti gli effetti, con tanto di contratto a tempo indeterminato. Creare una App invece potrebbe risultare molto più dispendioso, se non fosse per il fatto che chiunque abbia una idea può fare un’App. E’ un vero e proprio progetto creativo e come tale porta ovviamente i suoi frutti ai propri ideatori. Un’App per avere successo deve estendere un business esistente o risolvere un problema dell’utente. Nulla toglie che si possa partire da una attività che già esiste e usare le App per trovare nuovi target che abbisognano di quella tipologia particolare di App. Tuttavia non bisogna essere necessariamente un genio dell’informatica per creare un’App. La rete per fortuna non manca di tutorial e guide passo passo. Ovviamente serve una minima conoscenza di linguaggi di programmazione oltre (e forse non poca), passione per la tecnologia informatica e per il pc in se per se. Ciò non toglie che si tratta di una ghiotta opportunità per molti. TRA POCHI GIORNI ANCHE IL TACCO D'ITALIA PRESENTERA' LA SUA APP, INTERAMENTE DEDICATA AGLI EVENTI E LE CURIOSITA' TURISTICHE DELL'ESTATE SALENTINA.

Sostieni il Tacco d’Italia!

Abbiamo bisogno dei nostri lettori per continuare a pubblicare le inchieste.

Le inchieste giornalistiche costano.
Occorre molto tempo per indagare, per crearsi una rete di fonti autorevoli, per verificare documenti e testimonianze, per scrivere e riscrivere gli articoli.
E quando si pubblica, si perdono inserzionisti invece che acquistarne e, troppo spesso, ci si deve difendere da querele temerarie e intimidazioni di ogni genere.
Per questo, cara lettrice, caro lettore, mi rivolgo a te e ti chiedo di sostenere il Tacco d’Italia!
Vogliamo continuare a offrire un’informazione indipendente che, ora più che mai, è necessaria come l’ossigeno. In questo periodo di crisi globale abbiamo infatti deciso di non retrocedere e di non sospendere la nostra attività di indagine, continuando a svolgere un servizio pubblico sicuramente scomodo ma necessario per il bene comune.

Grazie
Marilù Mastrogiovanni

SOSTIENICI ADESSO CON PAYPAL

------

O TRAMITE L'IBAN

IT43I0526204000CC0021181120

------

Oppure aderisci al nostro crowdfunding

Leave a Comment