Manifestazioni enogastronomiche. Feudi di Guagnano sempre ‘fuori’

L’amministratore della cantina Gianvito Rizzo si chiede se sia giusto che la sua azienda venga sempre esclusa dalla manifestazione organizzata con soldi pubblici

E’ giusto escludere una cantina da una manifestazione enogastronomica finanziata con soldi pubblici? Secondo noi assolutamente no e vi spieghiamo perché. E voi cosa ne pensate? Accade ogni anno in agosto che un paese della provincia di Lecce ospiti una manifestazione che ha come scopo quello di presentare, valorizzare e sostenere le eccellenze enogastronomiche provenienti non solo dal Salento ma da buona parte della Puglia. Ad organizzarla presumo sia una delegazione regionale di una associazione nazionale no-profit che ha tra i suoi scopi proprio quello di promuovere il cibo buono e di qualità proveniente da produzioni che rispettano l’ambiente e tutelino le tradizioni locali. Sia l’associazione a carattere nazionale che quella che organizza localmente tale manifestazione, ricevono contributi pubblici da vari enti: dal Ministero per le Politiche Agricole, alle Regioni, Province, Comuni e Camere di commercio. Così è anche per la manifestazione agostana in terra salentina: soldi di noi tutti per sostenere e pubblicizzare il Salento e la Puglia da bere e da mangiare. E allora accade anche che da diversi anni la cantina Feudi di Guagnano chieda, così come fanno le altre cantine, di partecipare a questa manifestazione pagando la relativa quota di partecipazione a suo carico. E accade altresì che puntualmente, poiché lo spazio a disposizione per le cantine è sempre lo stesso e in ogni caso non si vuole ricercare una soluzione al problema, si venga inseriti in “lista d’attesa” giacché vien data priorità a quei colleghi espositori presenti nelle passate edizioni. A questo punto della questione io mi sono chiesto e chiedo a voi tutti: una associazione che riceve contributi pubblici può arrogarsi il diritto, fatto salvo un principio generale di selezione degli operatori in base a dei criteri oggettivi che tengano conto della qualità delle produzioni, di favorire delle aziende rispetto ad altre semplicemente perché “hanno la priorità “ i vecchi espositori? E che principio è questo? Io, come tanti cittadini e tante aziende di ogni settore e importanza, le tasse le pago con regolarità e non soltanto quando sono sicuro di ricevere una prestazione. In quel contributo che eroga, per esempio, la Camera di Commercio di Lecce per sostenere tale manifestazione, c’è una piccolissima parte che proviene dal lavoro della cantina Feudi di Guagnano: avrà diritto quest’ultima, come contribuente dello Stato italiano, a uno spazio in tale manifestazione per presentare e vendere ai turisti i suoi vini ? E se non ne ha diritto, la mia cantina come anche quelle di altri colleghi nelle stesse condizioni e al di là della solita risposta pilatesca che non c’è posto, mi si vuole spiegare perché ? P.S.: vorrei ricordare, se ce ne fosse bisogno, agli organizzatori e ai suddetti enti pubblici finanziatori, che Feudi di Guagnano è quella cantina che è nata nel 2002 per salvare e recuperare gli alberelli di negroamaro abbandonati da anziani contadini non più in grado di coltivarli. Pertanto, senza togliere niente a nessuno e nel rispetto reciproco che sempre ci siamo riconosciuti fra noi colleghi, in una improbabile graduatoria di aziende da ammettere a tale manifestazione, la cantina in parola sicuramente dovrebbe stare tra i primi posti. Gianvito Rizzo amministratore Cantina Feudi di Guagnano

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