Jannacci… Paul Nizan a Milano
La frase di Paul Nizan proposta come traccia al recente esame di maturità è uno degli incipit più semplici e sconvolgenti nella storia della letteratura: “Avevo vent'anni… Non permetterò a nessuno di dire che questa è la più bella età della vita”. Il libro da cui è tratta, “Aden Arabia”, è del 1931. Ripubblicato da Sartre nel 1960, quell’incipit si scaverà una nicchia nella testa di molti giovani arrabbiati di allora e un’eco risuona in una canzone del ’79 firmata dal nostro arrabbiato più scanzonato, Enzo Jannacci. Io e te e il mondo che è un bidone da far rotolare. La bellezza dei vent’anni è poter non dare retta a chi pretende di spiegarti l’avvenire, il lavoro, l’amore… Certo, ma se l’amore si fa in tre e lavoro non ce n’è l’avvenire diventa un buco nero in fondo al tram. Forse il bello è proprio questo, ma certe cose a vent’anni non si sanno. A Nizan andrà peggio sui trenta. Comunista, si staccò dal partito dopo il patto Molotov-von Ribbentrop e andò a morire nella battaglia di Dunkerque. Jannacci invece è vicino agli ottanta, ma non risulta nelle hit degli odierni “indignados” (come si suol dire con ispanismo d’importazione, quasi fosse frutta esotica).